olaf scholz

SCHOLZ? SCIÒ – IL VERO GRANDE SCONFITTO DALLE ELEZIONI TEDESCHE È IL CANCELLIERE USCENTE, CHE HA PORTATO LA GLORIOSA SPD, IL PARTITO PIÙ ANTICO DI GERMANIA, AL PEGGIOR RISULTATO DELLA SUA STORIA, IL MISERO 16% CHE LO CONSEGNA AL RUOLO DI GREGARIO DELLA CDU – SCHOLZ, CONSIDERATO RESPONSABILE DELLA CRISI ECONOMICA CHE ATTANAGLIA IL PAESE, INVECE CHE DIMETTERSI E LASCIARE IL PARTITO AL POPOLARE MINISTRO DELLA DIFESA, PISTORIUS, HA INTIGNATO ED È ANDATO A SBATTERE – L’AGENDA 2010 DI SCHROEDER E GLI ANNI DA JUNIOR PARTNER NEI GOVERNI MERKEL: LE RAGIONI DI UNA DEBACLE…

1. SPD, STORIA DI UN (LUNGO) DECLINO

Estratto dell’articolo di Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”

 

olaf scholz elezioni in germania foto lapresse

Alle sei della sera, quando gli schermi tv mostrano le prime proiezioni, il popolo socialdemocratico improvvisamente tace. Un silenzio che tradisce malinconia e rassegnazione, sotto lo sguardo severo della statua di Willy Brandt. In questa fredda domenica invernale, va in scena il tramonto del più antico partito della Germania e dell’Europa continentale, nato nel 1875 e sopravvissuto alle tempeste della Storia, dalla clandestinità sotto Bismarck, al tracollo della Repubblica di Weimar, al nazismo e all’Ora Zero del 1945.

 

La Spd sprofonda al peggior risultato della sua vicenda ultrasecolare, congedandosi definitivamente dalla residua finzione del Volkspartei , il partito di massa radicato nel cuore della società tedesca […].

 

olaf scholz angela merkel

Non muore la socialdemocrazia, ma il suo misero 16% la condanna a un ruolo gregario nei nuovi equilibri politici, fosse anche in una funzione di governo. Soprattutto, le pone la sfida esistenziale di un ripensamento radicale del suo programma, della sua visione del mondo, della sua classe dirigente.

 

Una rifondazione, che non potrà essere meno complessa e coraggiosa di quella compiuta nel 1959 a Bad Godesberg, al congresso che segnò il definitivo abbandono della vocazione rivoluzionaria e marxista e sancì l’accettazione dell’economia sociale di mercato e della collocazione occidentale della Repubblica federale.

 

RUT BRANDT - LEONID BREZNEV - WILLY BRANDT

Quando e perché il declino sia cominciato, è difficile dirlo. È stata l’Agenda 2010, la più radicale riforma dello Stato sociale introdotta nel 2003 da Gerhard Schröder, che ridusse i sussidi alla disoccupazione e tagliò la sanità, salvando l’economia e avviandola di nuovo verso la crescita, ma che spaccò il partito alienandogli il sostegno di milioni di lavoratori?

 

O fu la «smobilitazione asimmetrica» di Angela Merkel, che nelle Große Koalition tra il 2005 e il 2021 «rubò» le politiche degli alleati socialdemocratici, togliendo ogni motivazione ai tradizionali elettori della Spd? O è colpa di una clamorosa assenza di leadership […]?

 

SCHMIDT HELMUT

La risposta soffia nel vento. Ma certo, dei giganti del passato c’è poca traccia nella Spd che, dopo il fallimento di Olaf Scholz, contempla come suoi prossimi campioni il pur bravo Boris Pistorius, al quale è bastato fare bene il ministro della Difesa per essere considerato come candidato cancelliere, e l’attuale presidente Lars Klingbeil, che aveva esordito nell’ufficio elettorale di Schröder.

 

«Osare più democrazia», era stato lo slogan con cui Willy Brandt […] aveva conquistato la cancelleria nel 1969. Il suo nome rimane legato alla riconciliazione con i Paesi al di là della Cortina di Ferro, l’Ostpolitik che in piena Guerra Fredda aprì quelle società chiuse a un refolo di idee occidentali. Fu Brandt nel 1970 a inginocchiarsi davanti al monumento alle vittime del ghetto di Varsavia, chiedendo perdono per i crimini del nazismo.

 

OLAF SCHOLZ NEL 1984

Dopo di lui, dal 1974 al 1982, toccò a Helmut Schmidt, figura immensa di leader pragmatico e non ideologico, uno che ai «politici che hanno le visioni» consigliava di «andare dal medico», ma difendeva i posti di lavoro e proteggeva il popolo dall’inflazione. Schmidt combatté e vinse la sfida contro il terrorismo della Rote Armee Fraktion, le Brigate Rosse tedesche. Atlantista convinto, lanciò il celebre appello per gli euromissili, che furono installati e alla fine si rivelarono uno degli inneschi della fine della Guerra Fredda, ma che gli alienò l’ala pacifista del partito.

 

Schroeder con Putin

Di Gerhard Schröder, cancelliere dal 1998 al 2005, rimane purtroppo il retrogusto amaro della sua affiliazione russa dopo aver lasciato l’incarico: a libro paga di Gazprom, capo lobbysta in Germania ed Europa di Putin, che non ha mai voluto condannare per l’aggressione all’Ucraina.

 

Detto questo, è stato un grande cancelliere, capace di modernizzare il Paese, dire no all’intervento americano in Iraq nel 2003 e soprattutto investire il suo intero capitale politico in una riforma, l’Agenda 2010, appunto, che salvò la Germania e gli costò la cancelleria. […] Olaf Scholz è stato solo il pessimo gestore di un’agonia.

 

2. IL GIORNO PIÙ BUIO DEI SOCIALDEMOCRATICI

Estratto dell’articolo di Laura Lucchini per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/esteri/2025/02/23/news/scholz_spd_risultati_elezioni_germania-424023496/

 

SCHROEDER PUTIN

[…] Scholz si è fermato al 16,5%. Quasi dieci punti in meno del 2021. È stato doppiato dai rivali cristiano-democratici. Ha raccolto la sconfitta più cocente di sempre, dal 1949. E ciononostante, il paradosso vuole che finirà per governare. Scholz è stato un brillante ministro delle Finanze ma un pessimo cancelliere. La sua carriera politica è finita ieri sera.

 

«Mi assumo la responsabilità di questa sconfitta amara», ha detto Scholz prendendo il microfono di fronte a una platea silenziosa e scoraggiata, «è il momento in cui dobbiamo riconoscere che abbiamo perso le elezioni », ha aggiunto sottolineando che «è un voto peggiore di quello di cinque anni fa e sono io responsabile anche di questo».

olaf scholz emmanuel macron vertice europeo sull ucraina foto lapresse

 

Poteva dimettersi, ma non lo ha fatto. Gli elettori lo hanno punito per la sua arroganza. Caduto il governo a novembre e annunciate le elezioni anticipate, è il pensiero che si raccoglie anche a denti stretti tra gli invitati alla sede del partito, avrebbe dovuto farsi da parte. […]

 

[…] L’aumento dei costi energetici, esacerbato dalla fine delle forniture di gas russo e da politiche verdi percepite come eccessivamente ambiziose, preoccupa la popolazione. La destra, aiutata anche da una scia di attentati per mano di richiedenti asilo, è riuscita a imporre l’agenda della sicurezza e dei migranti, anche se i numeri dimostrano che questo governo ha raddoppiato i respingimenti.

 

boris pistorius olaf scholz

[…] Scholz ha chiarito di non voler partecipare ai colloqui di coalizione con la Cdu/Csu in prima persona: «Non sarò il capo negoziatore della Spd». Secondo fonti interne alla formazione, nei prossimi giorni l’incarico di condurre le consultazione potrebbe passare al popolare ministro della Difesa Boris Pistorius, che in questo modo si accrediterebbe da subito come papabile ministro degli Esteri.

 

Il fatto che Pistorius sia una delle poche figure di spicco ad aver preso la parola ieri sera, sembra confermarlo: «Non decido io, sarà il partito a stabilire con quale squadra andremo avanti nei prossimi mesi e anni. Quello di stasera è un risultato catastrofico, non c’è nulla da addolcire», ha commentato lo stesso Pistorius. […]

volodymyr zelensky olaf scholz olaf scholz xi jinping in cina olaf scholz fa jogging ursula von der leyen olaf scholz

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky

DAGOREPORT – A CHE PUNTO È L’ACCORDO SULLE RICCHE RISORSE MINERARIE UCRAINE TRA TRUMP E ZELENSKY? IN ALTO MARE - LA CASA BIANCA CONTINUA A FORZARE LA MANO: “SE ZELENSKY DICE CHE L'ACCORDO NON È CHIUSO, ALLORA LA SUA VISITA DI VENERDI'  A WASHINGTON È "INUTILE" - IL LEADER UCRAINO INSISTE SULLE “GARANZIE DI SICUREZZA”, VALE A DIRE: LA PRESENZA DI TRUPPE  USA AI CONFINI CON LA RUSSIA (NON BASTANO LE FORZE EUROPEE O NATO) – E SULLE ''TERRE RARE", IL TRUMPONE DOVREBBE ACCONTENTARSI DI UN FONDO GESTITO AL 50% TRA USA E UCRAINA – LA MOTOSEGA DI MUSK TAGLIA I CONSENSI: IL 70% DEGLI AMERICANI NON APPROVA L’OPERATO DI MR. TESLA, CHE NESSUNO HA VOTATO MA FA CIO' CHE VUOLE - CHE ACCORDO (D'AFFARI) HA FATTO CON TRUMP? PERCHÉ NESSUNO DENUNCIA L’ENORME CONFLITTO DI INTERESSI DI MUSK? A CAPO DEL ''DOGE'', FIRMA CONTRATTI MILIARDARI CON IL PENTAGONO...

elon musk steve bannon village people donald trump

KITSCH BUSSA ALLA NOSTRA PORTA? – LA MOTOSEGA DI MUSK, I SALUTI ROMANI DI BANNON, IL BALLO DI TRUMP COI VILLAGE PEOPLE: FARSA O TRAGEDIA? - VINCENZO SUSCA: ‘’LA CIFRA ESTETICA DELLA TECNOCRAZIA È IL KITSCH PIÙ SFOLGORANTE, LOGORO E OSCENO, IN QUANTO SPETTACOLARIZZAZIONE BECERA E GIOCOSA DEL MALE IN POLITICA - MAI COME OGGI, LA STORIA SI FONDA SULL’IMMAGINARIO. POCO IMPORTANO I PROGRAMMI POLITICI, I CALCOLI ECONOMICI, LE QUESTIONI MORALI. CIÒ CHE IMPORTA E PORTA VOTI, PER L’ELETTORE DELUSO DALLA DEMOCRAZIA, TRASCURATO DALL’INTELLIGHÈNZIA, GETTATO NELLE BRACCIA DI TIK TOK, X, FOX NEWS, È EVOCARE NEL MODO PIÙ BRUTALE POSSIBILE LA MORTE DEL SISTEMA CHE L'HA INGANNATO”

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI – CHI HA CAPITO L’ARIA NUOVA CHE TIRA, E' QUEL “GENIO” DI FAZZOLARI: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO,  QUINDI PERICOLOSO, DI SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA FDI, C’È MARETTA. IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI EDMONDO CIRIELLI HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”