SCIVOLONE DI CAMERON SUL TABLOID-GATE - IL PRIMO MINISTRO RINNEGA IL SUO EX BRACCIO DESTRO COULSON, CONDANNATO PER LE INTERCETTAZIONI ILLEGALI, E IL GIUDICE SUPREMO LO UMILIA
Gaia Cesare per "il Giornale"
La vendetta è un piatto che Andy Coulson serve caldo, anzi caldissimo. Abbandonato al suo destino dall’editore Rupert Murdoch, preso a cazzotti dal verdetto emesso martedì dalla Central Criminal Court di Londra che lo ha giudicato «colpevole»delle intercettazioni telefoniche illegali praticate quando era direttore del tabloid News of the World , il condannato eccellente al «processo del secolo» approfitta di un clamoroso scivolone del primo ministro David Cameron e affonda il capo del governo ancora di più nel fango del tabloidgate.
A sentenza ancora scottante, il premier martedì non aveva perso tempo a scaricare l’ex braccio destro e si era scusato pubblicamente di averlo assunto come portavoce di Downing Street sostenendo di aver chiesto delucidazioni a Coulson sul caso intercettazioni ma di aver scoperto solo ora che la sua risposta rassicurante fosse solo una menzogna.
Lo «stupefacente » intervento del primo ministro - accusa il team legale di Coulson - ha provocato pubblicità negativa all’imputato e può alterare la serenità di giudizio della Corte di Londra, che deve ancora pronunciarsi su due capi di imputazione: l’accusa cioè di aver orchestrato il pagamento di alcuni pubblici ufficiali per ottenere in cambio la rubrica telefonica di Buckingham Palace, con la collaborazione del redattore esperto di Casa reale Clive Goodman.
È sulla base di questa «denuncia»che il presidente della Corte John Saunders ha congedato la giuria e annunciato che sarà deciso lunedì se avviare un nuovo processo, dopo che i legali di Coulson hanno colto la palla al balzo e chiesto la cancellazione delle accuse.
Miss Deng con il marito Rupert Murdoch
Un’ottima occasione per Coulson, che in un’unica mossa tenta di alleggerire il carico penale sulle sue spalle e ridicolizza il premier. Per Cameron è l’ennesima batosta. Il premier nello stesso giorno viene umiliato pubblicamente dal giudice supremo che considera il suo intervento «un attacco alla credibilità dell’imputato »,che mette«di fronte alla giuria questioni non valutate in aula » mentre intanto al question time in Parlamento viene messo sulla graticola dal leader dell’opposizione Ed Miliband.
«I politici hanno altre urgenze e lo capisco - ha commentato Saunders- Ma lascio ad altri giudicare se davvero l’urgenza politica fosse tale da non poter aspettare che tutti i verdetti fossero emessi ». Uno schiaffo dopo l’altro per Cameron, già accusato da una parte di aver assoldato Coulson solo per ingraziarsi il magnate Murdoch pur sapendo dei sospetti sul suo operato (Miliband dice: ha portato un criminale a Downing Street)e additato dall’altra per troppa ingenuità se davvero ha creduto alla sua difesa.
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Persino l’ex ministro della Giustizia conservatore Kenneth Clarke definisce «imprudente » il commento del capo del governo che «avrebbe dovuto chiedere prima un parere legale ma evidentemente non è stato sfiorato dall’idea». Mentre Rebekah Brooks si godeva ieri il primo giorno da donna libera, il premier pagava il prezzo dei suoi intrecci col gruppo Murdoch.
E il quotidiano Guardian che ha scoperchiato lo scandalo intercettazioni ricordava che per lo Squalo l’inferno potrebbe non essere ancora finito. Come concordato proprio col magnate australiano, Scotland Yard intende ascoltare lui e il figlio James, ex presidente di News International, alla fine del processo sulle intercettazioni come sospettato nell’inchiesta su eventuali crimini commessi dai suoi giornali britannici.