
DA SCRITTORE ANTIMAFIA A TEOLOGO HIPSTER. LE TRASFORMAZIONI DI ROBERTO SAVIANO – A NEW YORK REGISTRA UN VIDEO DEDICATO ALLE SCUOLE. INVITA I PROF A BUTTARE I LIBRI ED A SPIEGARE LA VITA REALE: LA SCUOLA DEVE PARLARE DEI SOCIAL, DELLA VIOLENZA, DI “DAN BILZERIAN” - PECCATO CHE GLI STUDENTI SAPPIANO CHI E’ IL TAMARRO, GLI INSEGNANTI NO…
Francesco Borgonovo per la Verità
Una mattina Roberto Saviano si è svegliato di soprassalto, in sogno gli era giunta la rivelazione, sapeva che cosa voleva fare da grande: il gangsta rapper. È corso in bagno, si è pettinato la lunga barba da hipster, poi ha indossato il cappotto, si è alzato il bavero, e si è calcato sulla zucca un berretto di lana grigio. Così, travestito da uno dei Public Enemy, si è precipitato fuori dalla sua casa di New York in cerca della location perfetta per il suo nuovo videomessaggio alla nazione.
Gli serviva qualcosa di alternativo, qualcosa che esibisse subito i colori della strada ed esalasse i miasmi della realtà. Ed ecco trovato il posto: un campetto da basket, un playground come ce ne sono tanti in America. L' ambientazione ideale, con il solo, minuto difetto di essere già stata vista in circa un miliardo di serie tv e video musicali dagli anni Ottanta a oggi. Ma si sa, quando Saviano ha un' idea, tutti quelli che l' hanno avuta prima di lui passano in secondo piano.
roberto saviano da fabio fazio 2
Una volta poggiati i piedi sul campetto, di fronte alla telecamera accesa, Roberto ha assunto le movenze del vero duro del ghetto, ondeggiando al ritmo di un beat immaginario, muovendo mani, testa e barba all' unisono. Ma a quel punto, tuttavia, qualcosa è emerso dalle sue viscere, una spinta insopprimibile alla predicazione. Attraverso la patina ruvida del rapper, è affiorato il Saviano di sempre, pronto a riversarsi sul pubblico dei social network (il video era destinato a Facebook). Ed è stato allora che l' autore napoletano ha reso nota alle masse la sua «Lettera a una professoressa».
Solo che Don Saviano, a differenza di Don Milani, non si è rivolto a tutti i professori, ma solo a quelli «che hanno scelto di sottoporre ai loro alunni la complessità del reale». È a questi pochi illuminati che parla, dicendosi pronto a entrare nelle loro classi per istruire gli studenti. Andrà solo dai docenti che hanno le palle, «non da chi sceglie testi dove la realtà è edulcorata, testi pastello dove il centro di tutto sono le emozioni e i sentimenti». Capito? Buttate via la paccottiglia sentimentale, strappate i libri infarciti di struggimenti e poesiole. Largo alla vita vera.
Già, perché Saviano, per le sue lezioni, si rivolge «a professoresse e professori che non hanno paura di mettere i giovani davanti a ferite e contraddizioni. Hashish, marijuana, social, violenza sono protagonisti della vita quotidiana dei ragazzi. La scuola non deve fuggire dalle storie». Certo. La scuola deve parlare dei social, della violenza, di «Dan Bilzerian», il tamarrone palestrato e pieno di soldi che spopola su Instagram grazie alle foto che posta in compagnia di eleganti conigliette in stile Playboy.
Roberto vuole raccontare tutto questo, come se i ragazzi avessero bisogno di lui per sentirsi dire che è buono e giusto farsi le canne. Vabbé, in fondo se a uno è servito Gomorra per scoprire la camorra, potrebbe pure darsi che gli serva un pippone di Saviano per scoprire il fumo o le botte: il mondo è strano.
L' importante è che nella scuola scorra, dice Rob, «il flow del reale», laddove «flow» è un termine molto in voga tra chi pratica il rap più o meno da vent' anni, tanto che questa parolina la conoscevamo persino noi. Forse in bocca a Saviano fa più figo, boh. Sarà che lui, è uno tosto, yo!, uno che capisce come butta ai fratelli, uno che a confronto Eminem è uno sfigato albino. Sarà che dj Roberto non ha paura di dire le cose come stanno, persino di parlare a «ragazzi che credono nei valori crime». Sì, ha detto proprio così, un modo ggiovane per riferirsi ai «delinquenti». I quali senz' altro, dopo aver udito il predicozzo savianesco, smetteranno di spacciare marijuana. Oppure, semplicemente, avranno una buona scusa per iniziare a fumarla.
La cosa importante, però, è che il caro Saviano si sia ripreso dopo la brutta polemica riguardante la sua presenza in una scuola di Forlì qualche mese fa. Saltò fuori una circolare dell' istituto che l' aveva invitato in cui si faceva riferimento all' acquisto obbligatorio del suo libro da parte degli studenti. Lui s' indignò, disse che era tutta una bufala, e cancellò la conferenza. Ora, fortunatamente, il nostro è ritornato sui suoi passi.
Dopo le comparsate da Santoro, la presenza fissa da Fazio, le apparizioni alle manifestazioni di Occupy Wall Street e i comizi sui social, adesso tocca alle classi. Aspettiamo con ansia il giorno in cui il flow del reale entrerà di prepotenza negli asili nido, per rimettere un po' in riga i poppanti. Così che possano levarsi il ciuccio e pronunciare un liberatorio: «Bella zio!».