giorgia meloni antonio scurati

“LA CENSURA DEL MIO MONOLOGO? NON SI SCUSERANNO MAI, NON È NELLA LORO INDOLE” - ANTONIO SCURATI VA ALL’ASSALTO DI GIORGIA MELONI E DI FRATELLI D’ITALIA: “SCARICHERANNO LA COLPA SU QUALCUNO DEI LORO E LO EPURERANNO. IL LORO METODO È SEMPRE AGGRESSIVO, MAI REMISSIVO. L’INIMICIZIA NEI CONFRONTI DELLA CULTURA ANTIFASCISTA È PARTE INTEGRANTE DELLA STORIA PERSONALE E POLITICA DELLA PREMIER E DEL GRUPPO DIRIGENTE CHE L’AFFIANCA. È UNA RADICE PROFONDA. L’IDENTITÀ NEOFASCISTA GIOVANILE È RADICATA - IL PREMIERATO? UN INDEBOLIMENTO DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA…”

Estratto dell’articolo di Raffaella De Santis per “la Repubblica”

 

ANTONIO SCURATI ALLA MANIFESTAZIONE DEL 25 APRILE A MILANO

Antonio Scurati è più esplicito di sempre: «Il rischio perle democrazie liberali è qui e ora».

Lo scandalo della censura del suo monologo da parte della Rai ha varcato i confini finendo sulle maggiori testate internazionali. […] Giorgia Meloni dichiara su Instagram la sua «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari» e scrive in un post: «La fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia».

 

Non è proprio dirsi antifascisti, la parola continua a risultare ostica, per ragioni strategiche o identitarie?

«[…] L’inimicizia nei confronti della cultura antifascista è parte integrante della storia personale e politica della premier e del gruppo dirigente che l’affianca. È una radice profondissima. L’identità neofascista giovanile è radicata, inestirpabile. Il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, ha tatuata sull’avambraccio la scritta “Trux”, che è una giocosa crasi tra il suo cognome e il termine “Dux”».

ANTONIO SCURATI ALLA MANIFESTAZIONE DEL 25 APRILE A MILANO

 

Giorgia Meloni è riuscita a smussare la sua immagine all’estero. Quali tra le misure prese da questo governo le sembrano preannunciare un indebolimento della democrazia italiana?

«Ne cito una significativa. Il progetto di riforma costituzionale che prevederebbe l’elezione diretta del capo del governo e che, come insigni costituzionalisti hanno notato, svilirebbe il ruolo del Presidente della Repubblica come figura di garanzia e renderebbe il Parlamento ancora più marginale di quanto non sia già. Il discredito dell’istituzione parlamentare è un tratto comune a tutti i populismi sovranisti e li accomuna al fascismo mussoliniano.

GIORGIA MELONI E L ANTIFASCISMO - VIGNETTA BY MANNELLI PER IL FATTO QUOTIDIANO

 

Ciò che mi preoccupa è il peggioramento qualitativo della democrazia. È in atto oggi una sua lenta e progressiva erosione. E il processo non riguarda solo l’Italia ma l’Europa. Il modello dei postfascisti sono le democrazie autoritarie o illiberali come l’Ungheria».

 

La premier non ha rinnegato né il partito illiberale polacco Pis né Orbán. Se alle elezioni europee dovesse ottenere intorno al 28% dei consensi, costituirà un rischio?

«I rischi ci sono. I successi elettorali di movimenti e partiti populisti sovranisti potrebbero intralciare la realizzazione di un’unità politica europea e anche di una difesa comune. […]».

 

ANTONIO SCURATI ALLA MANIFESTAZIONE DEL 25 APRILE A MILANO

[…] Recenti sondaggi hanno rivelato che molti italiani sono contrari a mandare armi all’Ucraina: il 38% dichiara di non essere mai stato d’accordo, il 28% di aver cambiato idea e non esserlo più. Che fine ha fatto il senso della lotta per la Liberazione?

«L’Italia è ancora una volta l’avanguardia o il laboratorio di processi di trasformazione politica che poi avvengono in altri Paesi europei. Lei usa un’espressione che mi piace molto: “il senso della lotta”. […] l’Europa occidentale […] ha vissuto il più lungo periodo di pace, prosperità, benessere che la storia dell’umanità ricordi. L’ottundersi della coscienza civica, una certa smobilitazione dell’impegno civile, un certo individualismo egoista, sono conseguenze in parte di questo grande privilegio. […] credo che il venir meno del sostegno morale alla lotta ucraina non dipenda da un calcolo ma […] da apatia».

L ARTICOLO DEL FINANCIAL TIMES SUL CASO SCURATI

 

Come è cambiata la narrazione del fascismo in Italia?

«Il processo di revisione è cominciato prima di Giorgia Meloni. Man mano abbiamo visto attenuarsi il giudizio politico negativo della politica e dell’opinione pubblica sul fascismo. I postfascisti più che sulla riabilitazione esplicita del fascismo mirano alla liquidazione dell’antifascismo come fondamento della Costituzione e della Repubblica».

 

I conti con la storia in Italia non sono ancora stati fatti?

sergio mattarella giorgia meloni ignazio la russa

«[…] il sacrosanto mito resistenziale ha lasciato in ombra una verità essenziale, che doveva essere assorbita, elaborata e poi risputata nella coscienza collettiva: questa verità è che noi siamo stati fascisti, che il fascismo è stata una delle ultime invenzioni del genus italico e che quindi l’unico modo per seppellire questa identità è di assumersene la responsabilità e la colpa. Non è andata così, a differenza di quanto accaduto in Germania. La vittoria elettorale di FdI è stata l’ultima occasione storica in cui questo processo di catarsi avrebbe potuto avere luogo, ma è stato evitato sistematicamente».

 

Veniamo a lei: che cosa vuol dire per un privato cittadino, per uno scrittore, subire un attacco personale da parte del governo? Si aspetta delle scuse?

ANTONIO SCURATI

«Non si scuseranno mai, non è nella loro indole e non è nella loro convenienza soprattutto. Casomai scaricheranno la colpa su qualcuno dei loro e lo epureranno. Il loro metodo è sempre aggressivo, mai remissivo. Ho subito una violenza morale, psicologica. Sono stato additato come malfattore, truffatore, profittatore, quasi abbia estorto un compenso non dovuto.

 

Il Tg1ha offerto lo spettacolo indegno di una giornalista che ha chiesto la mia incriminazione per vilipendio alle istituzioni. Da tempo subisco minacce, non ho cambiato la mia vita. Ma al di là del mio caso singolo abbiamo assistito ad attacchi a Repubblica, a Lilli Gruber, alla cancellazione della trasmissione di Roberto Saviano, alla querela a Luciano Canfora da parte della presidente del Consiglio».

giorgia meloni ignazio la russa 25 aprile 2024 altare della patria

 

Gettare discredito sugli intellettuali è un altro sintomo del populismo di stampo fascista?

«“Quando sento nominare la parola cultura metto la mano alla pistola”: la frase è di Goebbels. Non voglio affatto paragonare l’attuale classe dirigente italiana a Goebbels, però è vero che c’è un discredito dell’intellettuale da parte di questa destra estrema e populista. Screditare l’intellettuale, che sia portatore di un sapere letterario o scientifico, è una caratteristica del populismo sovranista. Ho subito attacchi personali anche da parte della seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa. […]». […]

GIORGIA MELONI IN VERSIONE DUCETTA - MEME ignazio la russa giorgia meloni 25 aprile 2024 altare della patria

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