renzi de magistris

SCURDAMMOCE ‘O PASSATO - DAI MANIFESTI “NAPOLI, COMUNE DERENZIZZATO” ALLA STRETTA DI MANO CON DE MAGISTRIS: MATTEO INGHIOTTE DI TUTTO PUR DI GIOCARSI LA PARTITA DEL REFERENDUM ALL’OMBRA DEL VESUVIO - EPPURE LA MAGGIORANZA E’ PER IL “NO” - ALLA FIRMA: “SEMBRIAMO RABIN E ARAFAT”

 

Fausto Carioti per “Libero Quotidiano

 

DE MAGISTRIS RENZIDE MAGISTRIS RENZI

C' era una volta «Napoli, comune derenzizzato». C' era un sindaco che per farsi rieleggere gridava «Renzi vai a casa, ti devi cagare sotto, devi avere paura». E c' era un premier, non esattamente a proprio agio davanti a tanta esuberanza ostile, che ammetteva di evitare a malincuore le visite sotto al Vesuvio proprio a causa dello «scarso stile istituzionale» del primo cittadino. È storia recente, ma da allora sembra passato un secolo.

 

RABIN ARAFATRABIN ARAFAT

Ieri Napoli e Luigi De Magistris hanno spalancato le porte al premier, che aveva avuto la carineria di presentarsi col regalino in mano, già annunciato da giorni: un assegno da 308 milioni di euro, garantito dal contribuente. Firma congiunta sul Patto per Napoli e foto con stretta di mano tra lui e il sindaco. «Sembriamo Rabin e Arafat», ci scherza su Matteo Renzi.

 

Scurdammoce 'o passato. Già adesso, dopo Palermo e Roma, la metropoli amministrata da De Magistris è quella che per le proprie entrate più dipende dallo Stato centrale. Ma nonostante la solidarietà coatta del resto d' Italia, il debito del comune di Napoli «rimane molto alto, attestandosi nel 2015 ad euro 2,7 miliardi, pari al 209% sulle entrate correnti», annota l' agenzia Moody' s.

 

RENZI E VALERIA VALENTE A NAPOLIRENZI E VALERIA VALENTE A NAPOLI

Anche il deficit è elevato: lo scorso anno il buco è stato di 1,6 miliardi. Eppure questa città in pre-dissesto finanziario dalla quale non riesce a farsi amare è decisiva per il premier. O meglio, lo sono i suoi 788mila elettori che in maggioranza, come nel resto del Mezzogiorno, sono orientati a votare No al referendum costituzionale del 4 dicembre. È il motivo per cui Renzi si sta buttando anima e corpo nel suo tour meridionale e che ieri, dopo lo show con De Magistris, lo ha spinto sino ad Avellino, per fare campagna in favore del Sì.

 

Giornata perfetta per annunciare che gli sgravi integrali previsti dal Jobs Act per le imprese che assumono al Sud sono confermati. C' è un po' di tutto, nell' elenco delle spese che a Napoli intendono finanziare con l' assegno incassato ieri. Ben 152 milioni dovranno servire a potenziare il trasporto pubblico: nuovi mezzi, nuove stazioni e nuovi percorsi.

 

NAPOLI CONTESTAZIONE RENZINAPOLI CONTESTAZIONE RENZI

Altri 30 milioni se ne andranno per l' abbattimento di tre Vele di Scampia: dei casermoni diventati il simbolo di Gomorra ne rimarrà solo uno. Con i soldi che restano, assicura De Magistris, ci sarà modo di pagare la messa in sicurezza delle scuole, ristrutturare gli edifici del centro storico, ampliare la raccolta differenziata, costruire un parco archeologico vicino a piazza Municipio.

 

Una robusta iniezione di opere pubbliche sparse in tutta la città e di nuovi posti di lavoro, voluta dal sindaco per siglare la tregua col governo e benedetta da un premier in cerca di consensi. Si fregano le mani i sindacati, che ora attendono un posto al tavolo della spartizione: serve «una rapida convocazione delle parti sociali» avverte la Cgil.

LE VELE DI SCAMPIALE VELE DI SCAMPIA

 

In attesa di una metamorfosi urbanistica che chissà mai se ci sarà, dal punto di vista politico Napoli, citata da Angelino Alfano come esempio positivo di accoglienza degli immigrati, è già cambiata. Un mese fa, per entrare al Teatro San Carlo, il premier ebbe bisogno della scorta di centinaia di uomini delle forze dell' ordine, mentre ieri la contestazione dei centri sociali si è limitata al minimo sindacale: certi cadeau fanno miracoli. Renzi ringrazia, indossa una metaforica maglia azzurra e dice che «Napoli è più grande di qualunque divisione possibile».

 

PAPA, SANGUE DI SAN GENNARO PAPA, SANGUE DI SAN GENNARO

La preoccupazione di De Magistris è invece assicurare il mondo che quei 308 milioni non lo hanno cambiato, lui è quello di prima: «Non c' è nessun avvicinamento politico tra il sindaco di Napoli e il presidente del Consiglio». Il 5 dicembre, a scrutinio terminato, si capirà se San Gennaro ha fatto il miracolo e i napoletani si sono convertiti davvero oppure se hanno in serbo per Renzi il più sgradito dei "pacchi".

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…