simon levis sullam

A SINISTRA VALE TUTTO, ANCHE GLI HATERS - NELLA COMMISSIONE PER VIGILARE SUI PROGRAMMI DI STORIA, IL MINISTRO BIANCHI HA INDICATO PURE IL PROF CHE IRONIZZA SULLA MELONI A TESTA IN GIÙ E QUELLO CHE PARAGONAVA SALVINI A HITLER - SONO LORO GLI ESPERTI CHE SI OCCUPERANNO DI "LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI" E DEI "METODI DI INSEGNAMENTO" NELLE SCUOLE... 

Francesco Borgonovo per "La Verità"

 

il prof simon levis sullam

Di Simon Levis Sullam, professore associato di Storia contemporanea all'Università Ca' Foscari di Venezia, si è molto parlato negli ultimi giorni, e non certo per i suoi meriti accademici.

 

Il docente universitario ha pubblicato su Facebook una foto scattata all'interno di una libreria Feltrinelli in cui si vedeva il libro di Giorgia Meloni «a testa in giù», un evidente richiamo al linciaggio di Piazzale Loreto.

 

simon levis sullam 1

Sullam ha accompagnato la foto con alcuni commenti ironici, almeno fino a quando il suo post non è stato notato dai giornali e dagli esponenti di Fratelli d'Italia. A quel punto ha provveduto a rimuoverlo, forse anche su consiglio del suo ateneo.

 

Il professore, tuttavia, ha accuratamente evitato di scusarsi. Anzi, ha pensato bene di presentarsi come una vittima, definendosi «aggredito». Certo: fa ironia sulla Meloni appesa a testa in giù, ma l'aggredito è lui…

 

la foto postata da simon levis sullam

La storia però non finisce qui. Abbiamo scoperto, infatti, che nel 2020 il professor Sullam fu scelto per fare parte di una commissione di storici che abbiamo definito «anti odio». A lanciare l'idea fu l'allora ministro Lucia Azzolina, che ne parlò in occasione della Giornata della memoria, spiegando che gli esperti da lei riuniti, guidati dal professor Andrea Giardina, avrebbero avuto il compito di fare «proposte per dare importanza alla storia come bene comune, come risposta al riaffacciarsi dell'odio, del negazionismo e dell'indifferenza».

 

simon levis sullam

In realtà, la Azzolina si limitò all'annuncio, perché la commissione - benché i componenti fossero già stati scelti - non fu mai istituzionalizzata. Non a caso l'ex ministro ora fa sapere di non aver «mai conferito alcun incarico da consulente» né aver «formalizzato alcun decreto istitutivo della commissione ministeriale».

 

A rendere operativo il gruppo anti odio, in effetti, ci ha pensato il nuovo ministro Patrizio Bianchi. Il 4 maggio scorso ha fatto sapere che avrebbe fatto partire i lavori della commissione. Ci siamo chiesti, allora, se il professor Sullam ne facesse ancora parte: ci sembra grottesco che chi si diverte a richiamare piazzale Loreto faccia parte di una commissione contro le discriminazioni.

 

lucia azzolina

Ed ecco la novità: abbiamo scoperto che sì, in effetti Sullam è ancora tra i membri. Con decreto del primo aprile 2021, il ministro Bianchi ha istituito la «Commissione ministeriale per la conoscenza e lo studio della storia nella scuola».

 

Compito di tale commissione è quello di «supportare la formazione dei docenti e dei metodi di insegnamento relativi alla storia nel sistema scolastico, con particolare riferimento alla diversità di genere, di cultura e di appartenenza».

 

I membri del gruppo non riceveranno compenso (solo rimborsi spese), resteranno in carica per tre anni e dovranno «elaborare specifici rapporti almeno con cadenza semestrale sull'attività svolta e sui risultati conseguiti, da consegnare al ministro dell'Istruzione».

 

Ed eccoli qui i componenti: Andrea Giardina (ordinario di storia romana, vice-direttore della Scuola normale superiore, con funzioni di presidente); Elena Angeleri (docente di storia e filosofia ad Alba, membro del premio Cherasco); Silvia Calandrelli (direttore di Rai Cultura); Patrizia Gabrielli (professoressa ordinaria di storia contemporanea presso l'università degli studi di Siena, direttrice della rivista Storia e problemi contemporanei); Leila El Houssi (professoressa presso l'università degli studi di Padova); Alberto Melloni (Unesco chair for religious pluralism and peace); Lavinia Pinzarrone (professore a contratto di didattica della storia presso l'università degli studi di Palermo); Maria Grazia Riva (presidente della Conferenza universitaria nazionale di scienze della formazione); Andrea Zannini (direttore del Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale dell'università degli studi di Udine) e ovviamente il nostro Simon Levis Sullam.

 

MARIO DRAGHI PATRIZIO BIANCHI

Sicuramente la Azzolina prima e Bianchi poi avranno fatto le loro valutazioni prima di indicare questi studiosi. Però, dopo un rapido esame, ci viene il sospetto che la commissione abbia, come dire, un orientamento ideologico ben preciso, e non solo per via della presenza di Sullam.

 

Andrea Zannini, ad esempio, ha collaborato con l'Anpi, firmando l'introduzione a un volume sul razzismo che sembra molto allineato alla opinione dominante: «Come purtroppo dimostra la cronaca di ogni giorno, se la razza è morta, il razzismo sta invece benissimo», scrive il professore tra le altre cose.

 

Questi discorsi li abbiamo sentiti spesso, e sappiamo come si concludono di solito: con le accuse di razzismo (pretestuose) rivolte alla destra.

 

leila el houssi

Ancora più impegnata è la professoressa El Houssi. Nel maggio del 2020 firmò sull'Espresso un accorato articolo riguardo la sanatoria dei migranti (la fallimentare idea di Teresa Bellanova). Il sommario del pezzo diceva così: «Il dibattito sulla regolarizzazione per l'agricoltura ha fatto riemergere una cultura coloniale, strumentale e mercantile nel rapporto tra l'Italia e gli africani. E una feroce resistenza al cambiamento culturale».

 

Si trattava, in realtà, di un articolo scritto a quattro mani. Due le metteva la El Houssi, le altre due erano della scrittrice Igiaba Scego. La quale, guarda un po', è pure tra coloro che hanno commentato il post su Facebook di Simon Levis Sullam, spiegando che il libro della Meloni non andrebbe messo a testa in giù, ma semplicemente silenziato.

 

leila el houssi 1

La El Houssi è pure tra i firmatari di una lettera inviata in questi giorni alla redazione di Rai News da un gruppo di studiosi che lamentano il poco spazio dato alle voci pro Palestina nel racconto della crisi nella striscia di Gaza.

 

Ma torniamo alla commissione sulla storia. In generale, sembra che l'orientamento dei componenti tenda a sinistra. Alberto Melloni, ad esempio, è il noto editorialista che paragonò il cardinal Ruini e Matteo Salvini a «Von Papen e Hitler».

 

alberto melloni

Gli altri sono forse meno noti, ma dando un'occhiata ad alcune loro pubblicazioni viene da pensare che non disdegnino le idee cosiddette «democratiche». Ci chiediamo dunque: è normale che siano sempre e solo studiosi di questo tipo a occuparsi di «formazione dei docenti» e a dare un indirizzo ai «metodi di insegnamento»?

 

La domanda si fa ancora più pressante alla luce dal caso Sullam. Il professore, in queste ore, sta incassando il sostegno di prestigiosi colleghi. Tra questi ci sono Benedetta Tobagi, Raffaele Simone e soprattutto c'è Carlo Greppi.

 

carlo greppi

Quest'ultimo scrive: «Vedersi scatenare addosso la macchina del fango non è mai piacevole, ma quando a farlo è un infame - etimologicamente: indegno di fama - è una medaglia al valore».

 

Greppi è noto per aver collaborato con Rai Storia e per occuparsi di una collana di pamphlet «storici» per l'editore Laterza (quello che non vorrebbe ripubblicare i libri di Marco Gervasoni, per intendersi).

 

La stessa collana in cui è stato pubblicato il libro di Eric Gobetti che sminuisce le foibe. Ecco, questo è l'ambiente culturale italiano, quello in cui vengono pescati i componenti (o almeno alcuni di loro) della commissione che deve dare indicazioni sull'insegnamento della Storia nelle scuole. Forse al ministro Bianchi sembra normale. A noi di sicuro no.

Ultimi Dagoreport

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...