1. SALVARNE TANTI PER SALVARNE UNO? SUL SOVRAFFOLLAMENTO CARCERARIO (18MILA SONO DETENUTI “ABUSIVI”), SONO IN GIOCO VALORI PIÙ IMPORTANTI E LA VITA DI MIGLIAIA DI PERSONE, QUINDI CHI SE NE FREGA DEL SINGOLO CITTADINO BERLUSCONI SILVIO 2. ANCHE SE PASSASSE UN NUOVO INDULTO SAREBBE QUASI IMPOSSIBILE APPLICARLO AL BANANA, A MENO DI FARE UNA “LEGGE PORCATA”. IN COMPENSO SI PROVERÀ A INSERIRE NEL PROVVEDIMENTO I CLASSICI REATI DEI COLLETTI BIANCHI (PECULATO, CORRUZIONE, CONCUSSIONE, ABUSO D’UFFICIO), PER I QUALI IN GALERA NON CI STA QUASI NESSUNO 3. E DOVE STANNO I COLLETTI BIANCHI SOTTO INCHIESTA? IN PARLAMENTO (UNA CINQUANTINA), NEI CONSIGLI REGIONALI (CENTINAIA), AI VERTICI DI UN SACCO DI GRANDI AZIENDE E NELL’AZIONARIATO DEI PRINCIPALI GIORNALI. SARÀ BELLO, PER TUTTI QUESTI SIGNORI, PORTARE A CASA IL RISULTATO DELL’IMPUNITÀ CON LA SCUSA DELLE “RAGIONI UMANITARIE” E SCARICANDONE LA MERDA POLITICA SUL SOLITO BERLUSCONI “CHE SI FA FARE LE LEGGI”. LEGGI CHE POI NON GLI FUNZIONANO, VISTO CHE È CONTORNATO DI PARASSITI E INCOMPETENTI
a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)
SALVARNE TANTI PER SALVARNE UNO?
In Italia abbiamo quasi 65mila detenuti, contro i 47.615 previsti dalla legge. Vuol dire che 18mila sono "abusivi" e non è male per un sistema che dovrebbe curare il reinserimento delle persone nel circuito della sedicente legalità .
Il sovraffollamento è problema noto, ma pochi sanno che un terzo dei detenuti è straniero e che i due quinti della popolazione carceraria sono in attesa di giudizio. Questi dati ci dicono due cose incontestabili: che in galera ci vanno i poveracci e che la giustizia non funziona.
Se questo è vero, per abbattere il sovraffollamento delle carceri e le accuse di tortura che ci vengono mosse dalla Corte europea dei diritti dell'Uomo, basterebbe depenalizzare alcuni reati collegati al consumo di droghe (legge Fini-Giovanardi), sveltire i processi alla faccia dei magistrati, ridurre drasticamente i casi di custodia cautelare, smontare il diabolico moltiplicatore di pena sulle recidive (per poveri cristi) introdotto dalla ex Cirielli.
E invece che si fa, per lisciare il pelo ai benpensanti e non affrontare le caste con la toga? Si torna a parlare di amnistia e di indulto, con la benedizione suprema di Re Giorgio. Sapendo perfettamente, come insegna anche l'ultimo indulto del 2006, che se non cambi il codice penale le carceri si svuotano per tre anni e poi si ricomincia come prima.
Intanto, però, ecco che tutto sembra ruotare intorno al dibattito maleodorante sul condannato Berlusconi. Cosa fare per Lui. Cosa fare contro di Lui. Ma sul sovraffollamento carcerario, come s'è visto, sono in gioco valori più importanti e la vita di migliaia di persone, quindi chi se ne frega del singolo cittadino Berlusconi Silvio.
In ogni caso, i curatori di questa modesta rassegna si lanciano in una piccola profezia: anche se passasse un nuovo indulto sarebbe quasi impossibile applicarlo al Banana, a meno di fare una manifesta "legge porcata". In compenso si proverà a inserire nel provvedimento di clemenza i classici reati dei colletti bianchi (peculato, corruzione, concussione, abuso d'ufficio), per i quali in galera però non ci sta quasi nessuno.
E dove stanno i colletti bianchi sotto inchiesta? In Parlamento (una cinquantina), nei consigli regionali (centinaia), ai vertici di un sacco di grandi aziende e nell'azionariato dei principali giornali. Sarà bello, per tutti questi signori, portare a casa il risultato dell'impunità con la scusa delle "ragioni umanitarie" e scaricandone la merda politica sul solito Berlusconi "che si fa fare le leggi". Leggi che poi non gli funzionano, visto che è contornato di parassiti e incompetenti.
2. E SULLA BARBARIE, UN DIBATTITO BARBARO
Sui giornaloni di Lor signori, naturalmente, la principale preoccupazione è la difesa di Re Giorgio da qualsivoglia polemica. Poi, il dibattito sul caso Berlusconi. Per tutti, il corazziere Marzio Breda di stanza al Corriere ("Il doppio di livello di lettura che irrita il presidente", p. 2): "Il doppio e maliziosissimo livello di lettura applicato al suo appello solenne fa quasi uscire dai gangheri il presidente della Repubblica, come dimostra quel âfregarsene' che è lontano anni luce dalla sua sempre sorvegliata cifra espressiva".
Soccorso laico, democratico e antifascista anche sulla Repubblica degli Illuminati: "L'ira del presidente: âIo pro-Berlusconi? Non sanno quali tragedie nelle celle'. L'angoscia e i colloqui con Pannella e il capo del Dap dietro al messaggio. Il clima si è svelenito nel momento in cui Letta ha avuto la fiducia. Bisogna essere ciechi per non capirlo" (p. 3).
In trincea il Cetriolo Quotidiano: "Ecco l'amnistia di Napolitano. Svuota le celle e salva B." (p. 1). In agguato il Giornale di Sallustioni: "La giustizia è un cancro. Adesso è ufficiale. Se n'è accorto anche Napolitano e ora chiede al Parlamento di fare una riforma". "Inutile nascondersi: l'amnistia s'ha da fare" (p. 1). Poi, la vetta sublime: "Il Cav: l'amnistia non mi tocca e pensa solo all'unità del partito" (p. 8). La sanno lunga anche al Messaggero: "Ira di Berlusconi: preso in giro. Alfano lo frena: è un segnale" (p. 5).
Tanto per cambiare, non si sa che pesci prendere in un partito sdraiato sui magistrati come il Piddì: "Il Pd preso in contropiede. Ora teme di pagare la scomoda alleanza con il Pdl. Reazioni fredde all'invito del Quirinale. Orfini mette le mani avanti: âSaranno naturalmente esclusi i reati finanziari". La paura nel centrosinistra è quella di dover subire un bombardamento polemico" (Stampa, p. 3). Complimenti per il coraggio. Anche a mandare avanti Orfini.
Intanto, sul fronte giudiziario, a Bari nuove indagini sui rapporti tra Berlusconi e il duo Lavitola-Tarantini: nel mirino dei pm tre telefonate (Corriere, p. 5).
3. LOMBROSIANI PER SEMPRE
Ritagliare e rimirare la sacra immaginetta pubblicata dal Corriere a pagina 8. Vi si contemplano il nuovo che avanza, impersonato da Renzi Matteo, nell'atto di compiacersi del nuovo che è avanzato, rappresentato da Letta Gianni. Un giorno, se mai il Rottamatore ce la farà , scopriremo una parentela anche tra questi due.
4. COMPAGNI CHE SBANDANO
"Gli oligarchi rossi si giocano in Borsa i soldi della Coop. Manager inamovibili gestiscono miliardi senza alcun controllo. Le nove grandi cooperative del consumo raccolgono 10,4 miliardi di euro attraverso il âprestito soci' con cui si dedicano alla speculazione finanziaria. Un sistema bancario parallelo che ha bruciato milioni su Montepaschi e Unipol". Interessante inchiesta di Giorgio Meletti sul Cetriolo quotidiano (pp. 12-13). Aiuta a capire perché la sedicente sinistra è minoranza nel paese e maggioranza in alcune imprese.
5. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Su Repubblica Federico Fubini scrive con una certa nonchalance che Saccomanno Saccomanni s'è cambiato i criteri di calcolo del debito pubblico, per altro con la copertura di Bruxelles -cosa già mejo scritta da Superbonus per Dagospia. Ciò nonostante: "Strategia anti-debito a rischio. In bilico le stime su tassi e crescita. E le banche compreranno meno Btp. Servono investitori esteri. Oggi avremmo dovuto essere al 121,5% del Pil; invece sfioriamo il 133%" (p. 25).
Intanto, come previsto, marcia indietro del partito di Epifani sulla casa: "Prima rata Imu, il Pd ci ripensa. Via il prelievo oltre i 750 euro" (Corriere, p. 9). Era una cosa troppo di sinistra.
Sulla Stampa, torna il buon umore: "Manovrina da 1,6 miliardi per abbassare il deficit. Il Cdm vara il decreto per cedere 250 immobili. La pressione fiscale vola a 43,8%. Letta a Confindustria: âTaglierò il cuneo'. Squinzi insiste: âServono 10 miliardi" (p. 6).
6. CAPITANI CORAGGIOSI CON L'AIUTINO
Prende forma la porcatella di Stato su Ali-taglia. La spiega Alessandro Barbera sulla Stampa: "Alitalia, il governo prepara il prestito. Allo studio i Letta-Bond sul modello Mps. Domani vertice Enac-azienda, a rischio la licenza di volare. L'intervento da parte dell'esecutivo è condizionato alla fusione con Air France. Resta il nodo del debito della compagnia. Dovranno farsene carico i soci privati" (p. 11).
Su Repubblica, doppio binario: "Alitalia, tornano in pista le Ferrovie. Moretti da Letta. E Fintecna potrebbe essere il nuovo socio finanziario". E poi il pezzo di Ettore Livini: "Una soluzione italiana forte con due partner pubblici per trattare con Air France. Ma ai soci privati viene chiesto di mettere mano al portafoglio" (p. 13).
7. GRANDI MANOVRE A SOLFERINO
Quel bel gagà phonato dello Scarparo a pallini va in tv a Otto e Mezzo e impartisce una lezioncina ad Abramo Bazoli e a Yacht Elkann: "Per la mia quota di Rcs dell'8,9% non c'è alcun accordo perché a casa mia si comanda con la maggioranza. I grandi soci sono tre o quattro: si mettano al tavolo e liberino l'azienda da patti che ormai non hanno più senso".
E poi la sparata eroica: "A luglio ho reinvestito in Rcs per non lasciare libero il campo a chi come Giovanni Bazoli e Fiat voleva mettere le mani sull'azienda" (Repubblica, p. 26).
Libero di occuparsene il Giornale: "Rcs, Jovane tasta il terreno delle nozze Corriere-Stampa. âNo comment' dell'ad su un'aggregazione. Elkann potrebbe conferire il gruppo torinese nel riassetto tra grandi soci. L'opposizione di Della Valle. Colloqui a vari livelli per integrare pubblicità e piattaforme editoriali" (p. 21). Ben mirato "lo spillo" sui primati roboanti vantati ieri da Corriere, Sole e Repubblica: "Tra i quotidiani da primato non perde mai nessuno?" (p. 12). Tutto benissimo, salvo annunciare cure da cavallo e accusare perdite da paura.
8. UN PAESE ALLO SBANDO
"Auto e moto non vendono, addio Motor Show di Bologna. Gli organizzatori annullano l'evento con un messaggio su Facebook accusando il crollo del mercato. Ma è la città a non competere più con Francoforte e Ginevra. Infuriati i visitatori che avevano già acquistato il biglietto. Ora sperano nel rimborso. L'ex patron, Cazzola, punta a un nuovo evento a Milano" (Cetriolo Quotidiano, p. 10). A noi la parola "evento", specie se ripetuta due volte, fa veramente prudere le mani.
9. IN VATICANO MEGLIO CHE AL BAGAGLINO
Ok, all'Apsa e allo Ior succedevano cose gravi. Ma questo "Monsignor 500 euro" aveva doti anche estranee al puro e semplice riciclaggio (tutto da dimostrare). "Gli ho fatto favori che neanche al Papa'. Le vanterie del prelato. I verbali di Scarano arrestato a giugno. I pm: âun meccanismo che può essere monitorato dall'Autorità di vigilanza" (Corriere, p. 21). In una telefonata, a proposito di un cliente "da 5-6 milioni l'anno", Scarano dice: "Gli ho fatto la duplice trasmissione con firma disgiunta della moglie che non ce l'ha neanche il Papa con la cameriera".
10. MADRE TERESA DI CALCUTTA C'E' E LOTTA IN UN CPT
Il Corriere dedica un incredibile santino al direttore del Cie-Cpt di Lampedusa, dipinto come un eroe perché per fare quel bel mestiere ha lasciato nientemeno che uno studio da avvocato. A parte il fatto che era un praticante avvocato nel profondo Sud, quindi sostanzialmente ha preferito uno stipendio pubblico alla disoccupazione quasi certa (più che legittimo, per carità , ma la filantropia è altra cosa), sono davvero commoventi le ultime righe del pezzo:
"Il direttore del lager di Lampedusa si allontana su una Punto scassata. E' un uomo ancora giovane, appena 35 anni. Il momento più bello della sua giornata è quando fa entrare i bambini nel suo ufficio e li vede ballare al ritmo di una qualche canzone pescata da Youtube sul suo computer. Un giorno gli piacerebbe dedicarsi ai disabili psichici. Dice che l'accoglienza e l'integrazione sono concetti che valgono per tutti" (p. 23).
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