matteo salvini papeete

RIFONDAZIONE LEGHISTA – LA STRATEGIA DI SALVINI IN CASO DI CONFERMA DEL BLOCCO TOTALE DEI CONTI CORRENTI DEL PARTITO. NUOVO SIMBOLO GIÀ DEPOSITATO, MA FORSE SI ELIMINERÀ ANCHE LA PAROLA “LEGA” – IL PROBLEMA È CHE TUTTO DOVREBBE PARTIRE DA CAPO, CI VORREBBE UN NUOVO CONGRESSO E GLI ONERI SPETTEREBBERO AI PARLAMENTARI – LA CONSEGUENZA IMMEDIATA (COME HA DETTO GIORGETTI) SAREBBE LA SCOMPARSA DEL PARTITO

1 – SALVINI STUDIA LA RIFONDAZIONE LA STESSA PAROLA «LEGA» POTREBBE FINIRE FUORI GIOCO

Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

bossi salvini maroni

La parola chiave, quella da cui molto (o forse tutto) dipende, è «continuità». Continuità tra la vecchia Lega, quella che ha percepito il finanziamento ai partiti tra gli anni 2008 e 2010, e la Lega salviniana di oggi.

 

Mercoledì 5 settembre, infatti, il Tribunale del riesame di Genova fornirà il responso sul blocco totale dei conti correnti leghisti fino ad arrivare alla bella cifra di 49 milioni (ad oggi siamo suppergiù a due milioni), così come chiesto dalla procura dopo la condanna di Umberto Bossi e Francesco Belsito per truffa ai danni dello Stato.

salvini al congresso della lega

 

Per questo quella sentenza sarà letta con la massima attenzione: per i leghisti occorrerà capire fino a quale punto va intesa la «continuità» tra le due leghe. Se fosse intesa in maniera estensiva, il risultato sarebbe quello pronosticato ieri da Giancarlo Giorgetti: «Il 6 settembre la Lega chiude».

 

È vero, lo scorso 14 dicembre la Gazzetta ufficiale ha registrato lo statuto depositato da Roberto Calderoli di una forza politica che si chiama «Lega per Salvini premier», simbolo assai simile a quello stampato sulle schede elettorali delle ultime politiche (assente Alberto da Giussano). E da parecchi mesi si parlava di un congresso per completare la transizione della Lega da nordista a nazionale.

salvini cornuto da isoardi il commento di bossi

 

Ma nel partito non sono affatto certi del fatto che la stessa parola Lega non rischi di finire fuori gioco: «Siamo sicuri che per lorsignori sarà abbastanza discontinuo un partito con Lega nel nome e lo stesso segretario che ha percepito l' ultima rata dei finanziamenti contestati?» si chiede un deputato.

 

UMBERTO BOSSI E BELSITO

Insomma, il nuovo partito dovrebbe nascere da zero: «Tutto dovrebbe partire da capo. Tessere, militanza, congressi. Ci vorrebbe un congresso costituente di autoconvocati, chi lo sa È una cosa senza precedenti». Una brutta notizia per i 183 parlamentari: l' onere dell' avvio della Lega reloaded graverebbe quasi esclusivamente sulle loro spalle.

 

«Quello che fa uscire matti - sbuffa un esponente del governo - è che le cifre contestate sono alcune centinaia di migliaia di euro. Mentre la procura chiede di bloccare tutto il finanziamento percepito in quegli anni. È come se per una multa da cento euro, ti sequestrassero la casa».

lega ladrona bossi belsito foto e baraldi

 

Non solo: «A Salvini è toccato l' ingratissimo compito di licenziare tutti i dipendenti del partito, di chiudere la Padania E adesso rischiamo di sentirci dire che anche il solo nome Lega è da mettere al bando?». Anche se l' esponente leghista riflette sul fatto che oggi sia «più importante il nome Salvini che il nome Lega». In ogni caso, nel partito si inveisce contro il «fumus persecutionis» e si ragiona di ricorsi presso la Corte di giustizia europea.

 

Ma in Lega si parla anche di «sequestro di democrazia».

 

Nell' incontro dello scorso luglio tra il capo dello Stato Sergio Mattarella (presidente anche del Consiglio superiore della magistratura) e Matteo Salvini, ufficialmente non si è affrontata la questione.

 

Eppure, i leghisti si dicono convinti che «il presidente è sensibile a un tema come questo. Qui si rischia l' inagibilità politica per via giudiziaria di uno dei partiti più importanti del paese». Detto tutto ciò, Salvini dovrà decidere che taglio dare a quel nuovo partito che quasi tutti danno ormai «per scontato».

 

LA CANOTTIERA DI BOSSI E I BOXER DI SALVINI

Un nuovo tesseramento, nuovi organi dirigenti, regole diverse da quelle rigide del passato in teoria potrebbero sbloccare l' accesso al partito ai molti che da tempo attendono di cambiare casacca. Il che non è affatto ciò che al leader leghista interessa. Da sempre allergico alle questioni riguardanti il ceto politico, non si stanca di ripetere che «contano gli elettori, non gli eletti».

 

2 –  IL RISCHIO DI PERDERE 49 MILIONI PER UNA SENTENZA NON DEFINITIVA

Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

La conseguenza immediata dell’autorizzazione al sequestro di tutti i beni della Lega potrebbe essere la scomparsa del partito. Con l’apertura di uno scenario, disegnato da retroscena

e spifferi di palazzo, che vedrebbe Matteo Salvini leader di una formazione unica

di centrodestra senza più legami con il Carroccio.

 

salvini giorgetti

Ieri, alla Festa del Fatto Quotidiano a Marina di Pietrasanta, Giancarlo Giorgetti, «eminenza grigia» dei leghisti, intervistato da Peter Gomez, ha dato corpo all’ipotesi. Giorgetti ha risposto così a una domanda sull’eventuale decisione del Tribunale del Riesame, prevista per il 5 settembre: «Se tutti i futuri proventi che arrivano alla Lega vengono sequestrati, è evidente a quel punto che il partito non può più esistere, perché non ha più soldi». Il braccio destro di Salvini è stato lapidario, e ha spiegato: «Noi non contestiamo la decisione del Tribunale in quanto tale, ma perché frutto di una decisione su una sentenza non definitiva.

 

matteo salvini con mojito

Se fosse dopo la Cassazione non avrei nulla da dire». Politicamente, dunque, si tratterebbe di un acceleratore del processo di trasformazione della Lega. L’ultima puntata della vicenda giudiziaria risale invece al 3 luglio scorso.

 

Quando la Corte di Cassazione ha accolto un ricorso della Procura di Genova, che aveva chiesto di poter sequestrare, di volta in volta, tutti i soldi che sarebbero arrivati sul conto della Lega. Fino a una somma di 49milioni di euro. Che sarebbe la cifra finita indebitamente nelle casse del partito nel periodo tra il 2008 e il 2010.

L’ordine di prosciugare le riserve economiche del Carroccio è partito dopo la sentenza di condanna in primo grado nei confronti dell’ex segretario e fondatore Umberto Bossi e dell’ex tesoriere Francesco Belsito per il reato di «truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche».

 

calderoli - giancarlo giorgetti

Da qui nasce l’ultima accusa di Giorgetti che ha parlato di «decisione su una sentenza non definitiva». Senza però, cautamente, citare la gestione del Senatùr. Tasto su cui batte Salvini e gran parte del suo entourage: «Mi tirano in ballo suu na vicenda di 10 anni fa e su soldi che io non ho mai visto».

 

Questa la teoria sostenuta dall’attuale gruppo dirigente della Lega salviniana. Con ilministro dell’Interno che nei giorni della sentenza aveva parlato anche di «attacco alla democrazia», «processo politico» e di «giudici che per la prima volta chiudono un partito». Diversa la tesi delle toghe del capoluogo ligure. I magistrati sostengono che la Lega abbia beneficiato dei profitti derivanti dai presunti reati di Bossi e Belsito.

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...