paolo gentiloni

SEGNATEVI LE PAROLE DI PAOLO GENTILONI: "L'ITALIA AVRÀ UNA CRESCITA DA BOOM ECONOMICO. NON POSSIAMO ACCONTENTARCI DI TORNARE AI LIVELLI STRIMINZITI PRE-CRISI" - PER BRUXELLES SARANNO DECISIVE LE RIFORME CHE L'ITALIA SI È IMPEGNATA AD ATTUARE NEL QUADRO DEL RECOVERY (DI CUI E' GARANTE DRAGHI), AL MOMENTO NON CONTEGGIATE NELLE TABELLE PREPARATE DAI TECNICI UE - IL +5% PREVISTO DALLA COMMISSIONE FA REGISTRARE UN DATO MIGLIORE DI QUELLO DELLA MEDIA UE E DELL' EUROZONA (4,8%)

Marco Bresolin per "la Stampa"

 

PAOLO GENTILONI

Secondo il commissario Paolo Gentiloni, le nuove stime economiche diffuse ieri dall' Ue fotografano addirittura «una crescita da boom economico» per l' Italia. Ma la vera sfida sarà mantenere un percorso di crescita costante e duraturo perché «non possiamo accontentarci di tornare ai livelli striminziti pre-crisi», quando il nostro Paese si distingueva puntualmente per essere il fanalino di coda nella classifica europea del Pil. Per Bruxelles saranno decisive le riforme che Roma si è impegnata ad attuare nel quadro del Recovery, al momento non conteggiate nelle tabelle preparate dai tecnici Ue.

 

mario draghi ursula von der leyen a cinecitta

Il +5% previsto dalla Commissione fa registrare un dato addirittura migliore di quello della media Ue e dell' Eurozona (4,8%), anche se ovviamente va considerato l' effetto-rimbalzo (nel 2020 il Pil è italiano è crollato dell' 8,9%, mentre quello dell' intera Ue soltanto del 6%).

 

Però è un dato di fatto che, rispetto alle previsioni di maggio, l'accelerata italiana sia più forte rispetto alla media dei Ventisette (dall' ultima rilevazione l' Italia guadagna otto decimali di Pil). Questo perché all' inizio dell' anno le attività economiche hanno ripreso a correre più del previsto e l' andamento della situazione sanitaria, grazie anche alla vaccinazione, ha permesso di far ripartire i consumi e ravvivato il settore dei servizi.

PAOLO GENTILONI E MARIO DRAGHI

 

L' inflazione (1,4%) è invece nettamente inferiore a quella della media Ue (2,2%) e anche a quella dell' Eurozona (1,9%), mentre il prossimo anno calerà leggermente (1,2%).

In questo quadro, le previsioni della Commissione dicono che l' Italia tornerà ai livelli pre-crisi attorno al terzo trimestre del 2022. Un po' prima del previsto, ma non troppo, visto che alcuni Paesi recupereranno il terreno perso già entro la fine di quest' anno. Le previsioni per il 2022 si fermano infatti al 4,2% per l' Italia, due decimali in meno rispetto alle ultime stime.

 

paolo gentiloni valdis dombrovskis

Gentiloni ha però sottolineato che «il Recovery Fund ha un ruolo importante» e potrebbe dare un' ulteriore spinta: la Commissione, nel fare le sue previsioni, ha tenuto conto degli investimenti previsti dal maxi-piano di aiuti finanziato con i fondi Ue, ma non delle riforme.

Se tutto dovesse andare per il verso giusto, quindi, l' effetto sul Pil potrebbe essere più sostanzioso.

 

«L' obiettivo - ha aggiunto Gentiloni - non è tornare alla situazione di fine 2019, ma alle proiezioni di crescita che avevamo all' epoca». Secondo il commissario la rimodulazione del blocco dei licenziamenti va nella direzione indicata dall' Ue, che prevede un ritiro «selettivo e graduale» delle misure di sostegno.

 

PAOLO GENTILONI

Certo sul cammino di crescita, anche su quello del 2021, ci sono rischi. Tra questi una possibile quarta ondata legata alla variante Delta, ma il commissario si dice ottimista: «Non vedo nuove restrizioni all' orizzonte». L'Ue si aspetta «una stagione turistica forte», anche se «in modo differenziato», visto che il turismo internazionale fatica a ripartire per via delle limitazioni ai viaggi.

 

Il 2020 è stato senza ombra di dubbio un anno nero, con soltanto il 50% di notti prenotate rispetto al 2019 (nel caso italiano il 47%) e circa due terzi dei turisti provenienti dallo stesso Paese. I primi mesi del 2021 non hanno fatto segnare alcun progresso, ma l' Ue spera in una maggiore spinta nella seconda parte dell' anno, anche se per superare i livelli del 2020 servirà «un forte rimbalzo». Le vacanze al mare e in campagna per certi versi reggono, ma a pesare è la fuga dalle città. Segue lo stesso trend il settore aereo, che nei primi mesi dell' anno ha registrato soltanto il 40% di voli rispetto allo stesso periodo del 2019 e una minore occupazione dei sedili (non oltre il 60%).

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