FORZA AMERICA! - IL SEGRETARIO AL TESORO JACK LEW INIZIA UN TOUR EUROPEO CHIEDENDO ALLA GERMANIA DI FINIRLA CON L'AUSTERITY CHE SOFFOCA LA CRESCITA
Paolo Mastrolilli per "La Stampa"
Gli Stati Uniti tornano a premere sulla Germania, affiché aiuti la ripresa in Europa stimolando la sua domanda interna. Lo faranno attraverso il segretario al Tesoro Jack Lew, che oggi sarà a Parigi per incontrare il presidente francese Francois Hollande e il ministro delle Finanze Pierre Moscovici, domani andrà a Berlino per vedere il collega tedesco Wolfgang Schaeuble, e quindi concluderà il viaggio europeo con una sosta a Lisbona.
Una fonte del dipartimento al Tesoro, spiegando ai giornalisti gli obiettivi della missione, è stata molto diretta: «Noi pensiamo che il debole incremento della domanda interna in Germania abbia impedito un aggiustamento più forte e bilanciato nell'area dell'euro, e frenato in generale la crescita globale».
Il funzionario ha proseguito così: «Sembra che la lunga recessione nella regione stia arrivando alla fine, e i membri dell'eurozona stanno riacquistando la stabilità finanziaria. Ma nonostante i progressi che abbiamo visto fare ai leader europei, la domanda interna resta sotto i livelli del 2009 in termini reali. L'area dell'euro soffre la disoccupazione più alta degli ultimi venti anni, e la disinflazione resta una preoccupazione acuta».
Quindi Lew chiederà alla Germania di stimolare la domanda, in modo da ridurre il suo surplus nella bilancia commerciale e favorire le importazioni dagli altri paesi europei, che hanno bisogno di vendere i loro prodotti per rilanciare le economie stagnanti e completare il consolidamento dei propri bilanci. Alla Francia domanderà di sostenere la crescita, mentre elogerà il Portogallo per come sta rientrando dalla crisi.
Nello stesso tempo il segretario cercherà di rilanciare il negoziato in corso per il nuovo accordo sugli scambi commerciali tra Usa ed Unione Europea, e spingerà per l'accelerazione dell'unione bancaria. Il problema è capire se la conversazione con Berlino tornerà ad essere «un dialogo tra sordi», come temono alcuni analisti.
Già a fine ottobre il Tesoro americano aveva pubblicato un rapporto semiannuale con cui aveva criticato i tedeschi: «Il ritmo anemico della crescita della domanda interna in Germania, e la dipendenza dalle esportazioni, hanno danneggiato il ribilancimento, in un periodo in cui molti altri paesi europei sono sotto pressione per ridurre la domanda e comprimere le importazioni per promuovere l'aggiustamento. Il risultato netto è stato un bias deflazionistico per l'eurozona, e per l'intera economia mondiale».
Il ragionamento di Washington era che Berlino metteva a rischio il suo stesso futuro economico, togliendo l'aria agli altri paesi europei dove poi voleva esportare i propri beni. Naturalmente la critica americana nasceva anche dai suoi interessi interni, perché un'Europa stagnante o in crisi frenava anche la ripresa negli Usa.
Berlino si era risentita, rispondendo che la sua strategia di austerità stava funzionando bene: pochi debiti, crescita superiore al resto del continente, bassa disoccupazione. Erano gli altri che dovevano imitare la sua virtù, prima di chiedere a lei di spendere di più.
A fine dicembre avevamo incontrato al Council on Foreign Relations Jason Furman, presidente del Council of Economic Advisers della Casa Bianca, che facendo un bilancio del 2013 aveva notato i progressi fatti dall'Europa.
Quando però gli avevamo chiesto se era contento della politica tedesca sulla domanda, aveva risposto così: «Ne riparleremo più avanti, perché il governo di coalizione sta definendo i suoi programmi». Ora la situazione in Germania è più chiara, Washington è ancora insoddisfatta, e quindi Lew cercherà di fare pressioni direttamente su Schaeuble, ammesso che abbia leve da usare per convincere Berlino a cambiare corso.
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