maurizio landini by benny

CARO LANDINI, ANCHE L’ORECCHIO VUOLE LA SUA PARTE - SELVAGGIA LUCARELLI: “QUALCUNO GLI SPIEGHI CHE IL SENSO DI “VOCE GROSSA” DOVREBBE ESSERE METAFORICO, NON LETTERALE: A OGNI SUA INVETTIVA CI SONO DECINE DI PERSONE CHE PERDONO IL TIMPANO OLTRE CHE IL LAVORO”

Selvaggia Lucarelli per "Libero Quotidiano"

maurizio landinimaurizio landini

 

Io capisco che i sindacati stiano attraversando un momento difficile, capisco che i cassintegrati Fiat vedono Lapo Elkann sulla carrozzina in carbonio e la macchina con la nuova carrozzeria gessata e stiano un tantino incazzati, capisco che gli esodati e i precari e i disoccupati e le fasce deboli del Paese in questo preciso momento storico debbano fare la voce grossa, ma qualcuno spieghi a Maurizio Landini che il senso di «voce grossa» dovrebbe essere metaforico, non letterale.

 

Non so se lo avete seguito nei vari talk di politica negli ultimi mesi, ma il volume di un qualsiasi intervento del segretario generale della Fiom è passato in poco tempo dall’essere leggermente elevato a toccare i decibel dei caccia militari quando rompono la barriera del suono. Per carità, va bene che Maurizio Landini parli alla pancia della gente, ma dovrebbe ricordarsi che parla pure alle orecchie.

 

selvaggia lucarelli 1selvaggia lucarelli 1

E che a ogni sua invettiva contro i nemici dell’articolo 18, ci sono decine di persone che perdono il timpano, oltre che il lavoro. Intendiamoci. Il Landini mediatico fumantino lo è e lo è sempre stato. Accento emiliano e timbro alla Bruno Pizzul, Landini, in tv, pure se ha di fronte il Dalai Lama che discorre di energie dell’universo, lo guarda come se anziché una guida spirituale avesse davanti a sé i celerini entrati alla Diaz. La rissa televisiva l’ha cercata più o meno con tutti.

 

alan friedman nell'intervista a mario monti 2alan friedman nell'intervista a mario monti 2

Con Zingales, in un epico scontro in cui lui gli urlava «L’hai mai fatto il saldatore tu?» e Zingales che ha l’aria di quello che non ha mai infilato un pedalino in lavatrice, pur di dire qualcosa di vagamente proletario farfugliò: «Ho fatto il meccanico a 14 anni». Come no. E a 7 assemblava iphone nello scantinato di Barbablù. Si scontrò duramente con la Santanchè, la quale lo invitò con il suo proverbiale lirismo a infilarsi quel dito che lui continuava a puntarle contro laddove non splende il sole e neppure la fiamma ossidrica.

 

Ha litigato con un numero imprecisato di imprenditori condendo i suoi coloriti interventi con memorabili «Mi son stufè!» e il suo tormentone «Santo Iddio!». Ha accusato più o meno tutti, da Berlusconi a Brunetta a Milly Carlucci di aver firmato il fiscal compact. Ha incolpato tutti politici degli ultimi 10 anni di essere responsabili di quel precariato diffuso per cui oggi un posto di lavoro dura meno di una piega della Camusso. Ha messo a dura prova la pazienza di Floris, Formigli, Santoro e tutti i conduttori tv, ma fino a un paio di mesi fa era più indisciplinato che urlatore.

BRUNETTA E BERLUSCONI BRUNETTA E BERLUSCONI

 

Ultimamente il suo tono di voce è sempre quello del soldato a cui stanno amputando la gamba col seghetto di Leroy Merlin. Una roba che anche quando ha ragione, vien voglia di strozzarlo con le maniche della felpa Fiom. Esempio lampante il suo contraddittorio con Alan Friedman a DiMartedì due sere fa. Si parlava di cassa integrazione e articolo 18.

 

Dopo cinque minuti di urla in cui il povero Friedman tentava di dire la sua zittito dall’ira funesta del segretario della Fiom e veniva seppellito da repliche moleste, il proletario indifeso pareva Friedman. Non escludo che Renzi dopo aver visto Alan difendere così strenuamente la sua causa, gli abbia girato gli ottanta euro per le gestanti e l’assegno familiare.

 

BRUNO PIZZUL NELLO SPOT FIAT BRUNO PIZZUL NELLO SPOT FIAT

Insomma, capisco il fervore, ma la parabola mediatica di Landini sta prendendo una brutta piega, per cui da spettatrice gli chiedo umilmente di preoccuparsi sì della redistribuzione della ricchezza ma pure di quella di nostri timpani. Ps. Solidarietà al povero Matteo Renzi, che di Landini ne ha una anche in casa (la moglie fa Landini di cognome). Spero per lui che Agnese non urli quanto Maurizio, ma nel caso, sappia che se divorzia gli concediamo la giusta causa. Credo che anche i sindacati non si opporranno.

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...