LA PRIMA BUSTA PAGA NON SI SCORDA MAI, SOPRATTUTTO SE È QUELLA DI UN PARLAMENTARE – CATELLO VITIELLO, IL GRILLINO EPURATO PERCHE’ MASSONE, CONFESSA: 13 MILA EURO DI STIPENDIO: 5MILA NETTI, POI INDENNITA' VARIE... NON E' MALE – E DICE: “LE INDENNITA’ NON VANNO RIDOTTE. IL CITTADINO DEVE MANTENERE IL DEPUTATO”
Monica Guerzoni per il Corriere della Sera
La prima busta paga non si scorda mai, soprattutto se è quella di un parlamentare. Catello Vitiello è l’avvocato penalista diventato famoso per aver disobbedito a Luigi di Maio, che non lo voleva alla Camera perché massone.
Come si sta nel gruppo Misto?
«L’esordio è andato bene. Trovarsi dalla parte del legislatore dopo anni di codicilli e leggi è un’emozione incredibile».
Anche il primo stipendio da onorevole dev’essere stata una bella emozione.
«Non particolare, in realtà. Fortunatamente non sono un politico di professione, faccio il pendolare di lusso tra Roma e Napoli dove ho il mio studio e quella è la poltrona a cui tengo di più».
Guadagna più come avvocato o come deputato?
«Diciamo che il mio lavoro mi gratifica, ma anche quello da parlamentare è un signor stipendio e chi dice il contrario è in malafede».
Facciamo due conti?
«Cinquemila euro di stipendio, poi indennità varie... In tutto fanno 13 mila euro al mese».
Moltissimi italiani non li vedono in un anno, 13 mila euro.
«Non è male infatti. Ma io le confesso che per me quel che va ridotto sono altri numeri della politica».
Non le indennità dei parlamentari?
«No, il numero di deputati e senatori. È veramente eccessivo per un Paese come l’Italia».
Davvero non pensa che gli italiani spendano troppo per mantenere i parlamentari?
«Il cittadino deve mantenere il parlamentare per il lavoro che fa nel suo mandato. Il problema è quando si esagera. Il teatro, il cinema e lo stadio adesso ce li dobbiamo pagare».
Le dispiace?
«Ma no, è giusto così. Sono privilegi che non avevano senso».
La sua mission?
«Snellire la burocrazia. Come deputato voglio lasciare un segno».