renzi boschi

AL SENATO RENZI BALLA SUL FILO DI 6 VOTI - SARA’ VERDINI A SALVARGLI LE CHIAPPE? - IL PREMIER CAZZONE REPLICA SPREZZANTE AL VAFFA DI DELLA VALLE: “CI SONO ALCUNI STORICI IMPRENDITORI CHE HANNO UN PO’ DI MAL DI PANCIA. TUTTO UTILE, IL LORO MAL DI PANCIA NON MI FA VENIRE IL MAL DI TESTA”

Tommaso Ciriaco per La Repubblica

 

RENZI E BOSCHI RENZI E BOSCHI

I suoi “no” Matteo Renzi li ha già fatti recapitare ai venticinque dissidenti della sinistra dem. Di allargare le competenze del nuovo Senato, ad esempio, non se ne parla. E di rallentare il percorso del ddl Boschi neanche. Sul bicameralismo, sostiene, indietro non si torna. Siccome però la battaglia si annuncia campale, il premier continua a ripetere di essere pronto a discutere. Se alla fine si dovrà andare alla conta, che almeno non sia lui a fornire l’impressione di voler rompere. L’obiettivo, piuttosto, è concedere qualcosa alle “colombe” della sinistra dem. Per spaccare la falange dei venticinque oltranzisti.

 

LA MANO DI RENZI SULLA SCHIENA DI MARIA ELENA BOSCHILA MANO DI RENZI SULLA SCHIENA DI MARIA ELENA BOSCHI

Il nodo, e sarà così per settimane, resta quello del Senato elettivo. Il massimo che Palazzo Chigi può accettare è racchiuso nel pacchetto Boschi-Quagliariello: un listino di senatori scelti tra i candidati per i consigli regionali. Una novità da inserire nelle norme transitorie, da definire poi con legge ordinaria. Sul punto Renzi continua a ripetere di volersi «confrontare senza pregiudizi ». Troppo poco, almeno per una quindicina di irriducibili dem. Un gruppo nel “gruppo dei 25”, con il coltello tra i denti.

renzi e della valle mani in tasca renzi e della valle mani in tasca

 

La partita a scacchi è appena cominciata. E l’opposizione interna è disposta a giocare il tutto per tutto. Ieri, per dire, i firmatari del documento hanno concordato una strategia di marketing politico da mettere in pratica nelle prossime ore. Vogliono diffondere sui social network un “Bignami” delle modifiche al ddl Boschi. Con una premessa che serve a proteggersi dalle accuse del renzismo più ortodosso: «Frenatori? Avanti con le riforme». L’opuscolo raccoglie le istanze della minoranza e rilancia, naturalmente, il Senato eletto dai cittadini. Eletto direttamente, si sgolano. «Senza pasticci».

 

MARINO ORFINIMARINO ORFINI

L’ala più moderata - capitanata da Maurizio Migliavacca - è la meno ostile a un accordo. Il progetto è scambiare il via libera a un’intesa con un patto di legislatura che tenga il Pd al riparo da nuovi strappi. E gli ambasciatori renziani lavorano ai fianchi proprio i più “ragionevoli”. «Piena disponibilità al confronto - ripete il vicesegretario Lorenzo Guerini -. Ma non si riparte da capo». Non basterà all’ala dura. È quella dei quattordici che si autosospesero nel 2014, in occasione della sostituzione in commissione di Chiti e Mineo. Oltre ai due “epurati”, l’elenco comprende Chiti e Corsini, Gatti e Micheloni, Tocci e Casson.

 

ORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATIONORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATION

Anche tra i renziani, a dire il vero, c’è chi spinge verso il muro contro muro. Il ministro delle riforme ha in mano un elenco. Prevede che alla fine il pallottoliere sorriderà a Palazzo Chigi. Con la defezione di una quindicina di senatori, è il calcolo, alla maggioranza basterebbero cinque o sei parlamentari dell’opposizione per ottenere il via libera al provvedimento. E i verdiniani, si sa, già si sbracciano per attirare l’attenzione del premier. Che intanto polemizza pure con Diego Della Valle: «Ci sono alcuni storici imprenditori che hanno un po’ di mal di pancia. Tutto utile, il loro mal di pancia non mi fa venire il mal di testa». A Renzi, in serata, arriva una frecciata da Matteo Orfini sul caso-Roma: «Sbagliò a criticare Marino. Il premier deve aiutare la capitale nel suo sforzo di rilancio».

 

ORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATIONORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATION

C’è un’ultima incognita, capace di cambiare il corso degli eventi: Piero Grasso. È possibile che il presidente del Senato geli le speranze della minoranza, dichiarando blindato l’articolo due del ddl. Quello sull’eleggibilità, per intenderci. Ma la domanda più delicata è un’altra: permetterà al governo di ritoccare l’eleggibilità emendando altri articoli del provvedimento? «Lo spero, ma non è detto. E a quel punto - ammette con un briciolo di preoccupazione Quagliariello - la situazione potrebbe complicarsi...».

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