IL SENATO SBANCATO DALLA LIQUIDAZIONE DI ANDREOTTI: 65 ANNI DI PARLAMENTO VALGONO 1 MILIONE DI EURO

Gerardo Ausiello per "Il Messaggero"

A Palazzo Madama si parla ancora di Giulio Andreotti. Nei prossimi giorni gli eredi del senatore a vita, scomparso il 6 maggio scorso, dovranno incassare l'assegno di fine mandato, una sorta di trattamento di fine rapporto del parlamentare.

L'ufficio competenze del Senato è al lavoro perché la questione appare ardua ed è necessario del tempo anche per «racimolare» la somma. Nessuno, infatti, conosce ancora con precisione la cifra che verrà materialmente erogata. Ma il ragionamento che si fa nelle stanze di Palazzo Madama è chiaro: Andreotti è stato prima deputato e poi senatore ininterrottamente per 65 anni, dopo essere stato presente nella Consulta nazionale e nell'Assemblea costituente.

È stato uno dei padri costituenti, ha ricoperto importanti e prestigiosi incarichi di governo, prima come sottosegretario, quindi come ministro e sette volte come presidente del Consiglio. Finché nel 1991 non fu nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Francesco Cossiga proprio mentre accarezzava l'idea di salire al Quirinale.

IL CONTEGGIO
Da allora è rimasto a Palazzo Madama, dove si è recato praticamente ogni giorno fino alla sua morte. Per l'assegno di fine mandato, dall'indennità che gli spettava, ogni anno è stata accantonata una somma che si aggirava sui 10mila euro ai valori attuali. Se - come dicono gli uffici - Andreotti non ha mai chiesto anticipazioni pur avendone facoltà, si arriva a circa 650mila euro.

Bisogna poi tener conto della rivalutazione che è stata significativa. Infine c'è da considerare l'assicurazione sulla vita, che spetta di diritto ad ogni parlamentare.

A conti fatti il trattamento di fine rapporto di Andreotti sfiorerebbe il milione di euro. Un po' come accade ai manager che vanno a riposo dopo aver ricoperto incarichi di grande responsabilità. Tutto regolare, dal momento che il tesoretto appartiene legittimamente all'ex senatore (e di conseguenza ai suoi eredi) perché è stato accantonato anno per anno dalla sua indennità e su cui peraltro Andreotti, come ogni parlamentare, ha pagato le tasse.

RECORD ASSOLUTO
Si tratta, tuttavia, di una somma molto alta, di cui il Senato non dispone materialmente ma che naturalmente verrà erogata, come prevede la legge, nelle prossime ore.

La notizia ha suscitato la curiosità di molti senatori, che parlano di record assoluto. «Andreotti - osserva un politico di lungo corso - ha battuto tutti anche in questo». Potrebbe contendergli il primato solo un altro senatore a vita, Emilio Colombo, che oggi ha 93 anni e che fu eletto per la prima volta deputato all'Assemblea costituente, alla fine della seconda guerra mondiale. Esponente di spicco della Democrazia Cristiana come il «divo» Giulio, è stato il quindicesimo presidente del Consiglio, è senatore a vita dal 2003 nonché ultimo padre costituente.

Va sottolineato infine che l'assegno di fine mandato non è da mettere in relazione alle regole per la pensione che per i parlamentari sono diventate uguali a quelle di tutti gli altri italiani (metodo contributivo) dal primo gennaio 2012. La somma accantonata da Andreotti - così come per ogni altro parlamentare - è una quota dello «stipendio» che viene accantonata obbligatoriamente ogni mese e che viene restituita quando il deputato o il senatore diventa un «ex» e lascia il Parlamento.

 

 

giulio andreotti da giovane Feretro di Giulio Andreotti esa40 giulio andreottiang11 giulio andreottiSEGGIO DA SENATORE A VITA DI ANDREOTTI LIMPRONTA LASCIATA DALLA GOBBA PALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICA

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