A CHE SERVE IL QUIRINALE? LA PREMIATA FALEGNAMERIA GIFUNI

Da "La Stampa.it"

Ha utilizzato la manodopera della tenuta presidenziale di Castelporziano per costruire alcuni mobili di legno destinati alla sua abitazione privata. Per questo l'ex segretario generale della presidenza della Repubblica Gaetano Gifuni è stato condannato dal Tribunale di Roma ad un anno e 5 mesi di reclusione.

Una vicenda giudiziaria avviata intorno a presunte irregolarità nella gestione della tenuta presidenziale sul litorale romano. Nei confronti dell'ex alto funzionario la pena è stata sospesa. Il tribunale capitolino gli contesta i reati di abuso d'ufficio e peculato. La VIII sezione penale ha, inoltre, condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione il nipote di Gifuni, Luigi Tripodi, che era al vertice dell'ufficio tenuto e giardini della tenuta. Quest'ultimo è stato, invece, assolto dall'accusa di essersi appropriato di oltre 4 milioni di euro tra il 2002 e il 2008.

I giudici di piazzale Clodio hanno assolto dalle accuse l'ex direttore della tenuta di Castelporziano Alessandro De Michelis, Giorgio Calzolari, un funzionario del servizio tenute e giardini del Quirinale, e Paolo Di Pietro, contabile della tenuta presidenziale.

Secondo l'accusa l'ex segretario generale del Quirinale nell'estate del 2006 «avrebbe utilizzato materiale acquistato dalla tenuta, per la falegnameria interna, per la realizzazione e posa in opera di un armadio bianco, di un secondo armadio con ante scorrevoli, di un tavolino e di una tettoia parasole» per il suo appartamento romano di via Valadier.

Nel corso del processo la difesa di Gifuni aveva puntualizzato che i reati contestati riguardano la fruizione di manodopera del valore di poco più di due mila e 500 euro e per alcuni materiali di legno, del valore complessivo di poco più di due mila euro.

Commentando la decisione del tribunale, Gifuni ha ribadito di «nutrire rispetto per la sentenza pronunziata dal tribunale di Roma ma certamente non posso condividerla». «Non nascondo - conclude Gifuni - la profonda amarezza e il senso di sconcerto che provo in questo momento, dopo oltre 53 anni spesi, con dedizione e lealtà, al servizio delle istituzioni. Amarezza e sconcerto che sono soltanto in parte attenuati dalla fiducia di veder riconosciuta la mia innocenza dai giudici di appello, ai quali, ovviamente, farò ricorso».

 

Gaetano Gifuni LE CHAT DI GAETANO GIFUNIPalazzo delle scuderie del quirinale

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