SERVIZI, GIANNI CARAVELLI VERSO LA POLTRONA DI LUCIANO CARTA - SBARAGLIATA LA CONCORRENZA DI MASSAGLI, CONSIGLIERE MILITARE DI CONTE, E DI MASIELLO, EX CONSIGLIERE MILITARE DI RENZI - DOVRÀ AFFRONTARE SFIDE CRUCIALI PER IL PAESE: DALLA QUESTIONE LIBICA AI RAPPORTI CON CINA E USA - LA SUA POSIZIONE DI VICE APRE UN GIOCO DELL’OCA PER MOLTE POLTRONE TRA LE BARBE FINTE
La nomina del direttore dell’Aise, dopo l’uscita di Luciano Carta nominato presidente di Leonardo, sembra ormai indirizzarsi verso l’attuale vicedirettore Gianni Caravelli, che ha sbaragliato la concorrenza di Carlo Massagli, consigliere militare di Giuseppe Conte, e di Carmine Masiello, ex consigliere militare di Matteo Renzi.
Caravelli, appena nominato, si troverà di fronte molte sfide, e di grande complessità: dalla Libia allo spionaggio industriale, passando per la complessa gestione dei rapporti tra Italia, Usa e Cina.
IL CAOS LIBICO E IL POSIZIONAMENTO TRA USA E CINA
Sul primo dossier, la Libia, non giungono notizie rassicuranti, nella tarda serata di ieri un attacco delle forze di Haftar ha colpito l’area intorno alla residenza dell’ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi, causando – secondo i media internazionali – 5 morti e decine di feriti.
Mentre giovedì il sito libico The Libya Observer ha anticipato alcuni passaggi dell’intervista a Repubblica di Ahmed Maitig, membro del consiglio presidenziale. Maitig ha dichiarato: «L’Italia non sa cosa vuole in Libia a causa della mancanza di strategia politica».
Una carenza di visione non riconducibile solo all’ultima fase governativa, ma con radici nei governi Letta e Renzi. Controverse le soluzioni anche sui dossier relativi allo spionaggio industriale e al posizionamento internazionale dell’Italia tra la tradizionale alleanza con gli Usa e la prospettiva, abbozzata ma mai approfondita, dell’alleanza tattica con la Cina della Via della seta.
giuseppe conte gennaro vecchione
Per questi motivi, realmente centrali per il futuro del sistema Paese, la questione delle nomine dentro ai Servizi, con la promozione di Caravelli, che lascia aperta non solo la sua posizione di vice con le deleghe sulla questione libica, apre un gioco dell’oca per molte poltrone tra le barbe finte.
Il tema non è semplicemente una questione di allocazione di vertici sulla base delle indicazioni politiche che provengono da una maggioranza di governo rissosa e incapace di negoziare su questi temi: è un problema di sistema, laddove la nomina del vertice deve essere accompagnata da una ricomposizione dell’organigramma interno in grado di far funzionare con il massimo dell’efficacia i Servizi in una fase molto difficile per il Paese.