1. MASTELLA: QUANDO COME MINISTRO VOLAI AL GP DI MONZA CON MIO FIGLIO FUI FUCILATO 2. FELTRI: “VORREMMO SOLO SAPERE PERCHÉ I GIORNALI PROGRESSISTI, GLI STESSI CHE MASSACRARONO MASTELLA, NEL CASO ANALO¬GO ALLA BOLDRINI NON ABBIANO SPRECATO UNA GOCCIA DI INCHIOSTRO. PERCHÉ LEI È UNA DONNA E PUÒ FARE CIÒ CHE VUOLE? SESSISMO AL CONTRARIO! LO STRAPOTERE FEM¬MINILE STA DIVENTANDO INTOLLERABILE. O È SOLO UNA QUESTIONE DI DOPPIOPESISMO PARACOMUNISTA O PARACULO?” 3. MASTELLA CHIUDE LA LETTERA AL ‘’CORRIERE’’ CON UN P.S. VELENOSO: “C’ERA DAVVERO BISOGNO CHE LA PRESIDENTE DELLA CAMERA E I SUOI CARI ANDASSERO IN SUDAFRICA? NON BASTAVA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO LETTA A RAPPRESENTARE L’ITALIA?” 4. IL VERO PROBLEMA CHE ERANO STATI INVITATI AL FUNERALE SOLO CAPI DI STATO E DI GOVERNO, NON ALTRI. IL PRESIDENTE DELLA CAMERA BOLDRINI CHI L’HA INVITATA? IMBUCATA!

1. VOLI DI STATO, CAMPAGNE D'ODIO E MORALISMO TROPPO FACILE
Lettera di Clemente Mastella al "Corriere della Sera'

Gentile direttore,
accendere una polemica o, peggio, elevare l'episodio della «gita» in Sudafrica della presidente della Camera Boldrini a questione ideologico-sessuale, mi pare un'idea goffa che stride con la realtà. Capitò anche a me, da ministro della Giustizia, di essere sottoposto ad una campagna di aggressione mediatico-moralistica per essermi fatto accompagnare da mio figlio - solo da lui e, peraltro, regolarmente autorizzato - in un volo per Milano e poi Monza.

Le denunce non furono solo giornalistiche. Ce ne fu una reale da parte di un'associazione di consumatori. Finii davanti al Tribunale del ministri e alla Corte dei Conti con l'accusa di utilizzo indebito di un volo di Stato. In entrambi i casi sono stato prosciolto. La realtà, quella vera, è semplice: invece di utilizzare il volo di Stato per andare a Brescia il lunedì (cosa che mi sarebbe toccata in ragione del mio stato e per motivi di sicurezza) anticipai il volo alla domenica, usufruendo del passaggio da Napoli per Milano dell'allora ministro Francesco Rutelli (che si recava a Monza per premiare il terzetto dei primi arrivati al Gran Premio automobilistico).

A Brescia sono andato il giorno dopo, da Milano, per dirimere una vertenza che vedeva bloccata l'attività giudiziaria del Tribunale a seguito di contrasti sindacali. Quindi non solo non ci fu alcun aggravio per lo Stato ma, invece, ci fu un risparmio, visto che dei due voli previsti ce ne fu uno solo. Tornando alla presenza del compagno della presidente Boldrini e dei suoi collaboratori alle esequie di Mandela, è stato chiarito che non c'è stato alcun costo aggiuntivo.

Esattamente come era stato assicurato per mio figlio. Allora, però, zelanti catoniani giornalisti non ne tennero assolutamente conto. Se questa, oggi, è una scusante, avrebbe dovuto esserla anche per me. Ci fu persino chi chiese le mie dimissioni da ministro... «Non solum, sed etiam»! Leggo che chi allora mi attaccò oggi si profonde in perdoni ideologici per la presidente della Camera. Un atteggiamento da doppiopesismo eticamente ripugnante. Ritengo che Laura Boldrini faccia bene a difendere il suo compagno.

Così io, a distanza di tempo, so di essere nel giusto nel ribadire la difesa della mia dignità. E, nel contempo, non posso non essere ancora più arrabbiato per il modo con cui io, e soprattutto mio figlio, fummo trattati. In tutta onestà, mi sento di dire che il viaggio in Sudafrica è stato molto diverso dal mio viaggio a Milano-Monza.
Clemente Mastella

Ps. C'era davvero bisogno che la presidente della Camera e i suoi cari andassero in Sudafrica? Non bastava il presidente del Consiglio Enrico Letta a rappresentare l'Italia ed a rendere omaggio alla figura di un eroe della storia mondiale?


2. PARENTI IN VOLO? ALLA BOLDRINI È PERMESSO A MASTELLA NO
Vittorio Feltri per ‘Il Giornale'

Chi ha una discreta memo¬ria ricorderà lo scandalo che suscitò alcuni anni or¬sono, ai tempi del secondo gover¬no Romano Prodi (2006-2008), il viaggio di Clemente Mastella, allo¬ra ministro della Giustizia, da Ro¬ma a Milano.

L'uomo di governo, leader dell'Udeur, considerato in¬dispensabile per tenere in piedi la maggioranza di centrosinistra, aveva diritto ad usufruire dell'ae¬reo di Stato per le sue trasferte isti¬tuzionali. Poiché egli aveva un impegno di la¬voro nel capoluogo lombardo, ap¬profittò della circostanza per se¬guire con il figlio il Gran premio au¬tomobilistico (Formula 1) a Mon¬za.

E portò con sé sul jet il familiare senza oneri aggiuntivi a carico del¬le casse pubbliche. Ovvio, il velivo¬lo, che avesse o no a bordo l'erede del ministro, sarebbe comunque decollato da Roma e atterrato a Linate. Per cui Mastella non ebbe alcuna remora a farsi accompagnare dal figlio nella consapevolezza che ciò non avrebbe implicato una spesa extra¬budget. Una scelta, la sua, pienamente legittima.

Nonostante ciò,come si venne a sape¬re che l'ex democristiano aveva ospitato sull'aereo una persona a lui cara,non fa¬cente parte del proprio staff, scoppiò una polemica di fuoco, che divampò per giorni e giorni, finché la grana non fu ar¬chiviata perché il fatto non fu giudicato scorretto. Dopodiché non se ne parlò più.

Ma ancora adesso Mastella è guar¬dato storto per quella vicenda, benché ri¬velatasi assolutamente regolare. In Ita¬lia per rovinarsi la reputazione non è ne¬cessario commettere un peccato; basta che i giornali ti accusino di averlo com¬messo. Una eventuale assoluzione con «formula piena» non è sufficiente a can¬cellare la macchia nera.

Cosicché sor Clemente, innocente o no, non importa, presenta una reputa¬zione non del tutto pulita. È assurdo, lo so, ma non c'è nulla da fare. Sarà che lui è un vecchio democristiano, sarà che è stato addirittura il braccio destro di Ci¬riaco De Mita, sarà che non si è mai netta¬mente schierato a sinistra, gli avversari non gli perdonano nemmeno gli sgarri che non possono essergli attribuiti per manifesta infondatezza delle accuse.
Ben altro trattamento è stato riservato dai media alla presidente della Camera Laura Boldrini.

La quale recentemente si è recata in Sud Africa, allo scopo di par¬tecipare alle esequie di Nelson Mande¬la, insieme con il fidanzato o compagno o come lo volete chiamare. Va da sé che nessuno ha avuto niente da ridire sul fat¬to che il giovin signore fosse ospite sul-l'aereo di Stato diretto laggiù, in fondo al Continente nero. Egli non ha pagato un centesimo per volare? Il problema non è stato nemmeno posto, se non da qual¬che fogliaccio di destra definito «mac¬china del fango».

La signora Boldrini non è manco stata sfiorata dal sospetto di aver agevolato il moroso, magari pagandogli anche vit¬to, alloggio e generi di conforto con i sol¬di degli italiani. Figuriamoci. Può addi¬rittura darsi che sia stato lui a saldare ogni conto della missione. Non è questo il punto.

Vorremmo solo sapere perché i giornali progressisti, gli stessi che massacrarono Mastella per la capatina a Mi¬lano col suo «bambino», nel caso analo¬go alla Boldrini non abbiano sprecato una goccia di inchiostro. Perché lei è una donna e può fare ciò che vuole? Fos-se così si tratterebbe di sessismo al con¬trario. Fossimo in Mastella invocherem¬mo le quote azzurre. Lo strapotere fem¬minile sta diventando intollerabile. O è solo una questione di doppiopesismo paracomunista o paraculo?

 

Clemente Mastella Clemente Mastella LAURA BOLDRINI E AUNG SAN SUU KYILAURA BOLDRINI CON IL FRATELLO UGOLETTA enricol letta Vittorio Feltri Matteo Renzi e Ciriaco De MitaLE CAMICIE DI NELSON MANDELA

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