mattia palazzi

IL SEXTING TI ACCORCIA LA VITA (POLITICA) - IL SINDACO DI MANTOVA, UN ANNO DI MESSAGGI HOT SU WHATSAPP, C’È PURE UNA FOTO DI LUI NUDO: ‘TI METTEREI A…SEI UNA BIRICHINA’ - LA DESTINATARIA FA GLI SCREENSHOT, LI MANDA IN GIRO, E QUALCUNO DECIDE DI FARE UN ESPOSTO. LEI LO DIFENDE, LUI GIURA: ‘NIENTE SESSO’. ALTRO CHE FRATTOCCHIE: OGGI LE SCUOLE DI POLITICA DEVONO INSEGNARE UNA SOLA COSA: NON FOTOGRAFATEVI L’UCCELLO

 

Andrea Pasqualetto per il ‘Corriere della Sera

 

mattia palazzi matteo renzi

Nella città dei Gonzaga e dell' amore, proprio nella giornata dedicata alla lotta alla violenza di genere, esplode un sexy scandalo che di questi temi sembra essere parente stretto. C' è il giovane sindaco renziano Mattia Palazzi, che viene accusato di aver chiesto favori sessuali in cambio di fondi pubblici a un' associazione culturale; e c' è una donna, vicepresidente di quell' associazione, destinataria delle attenzioni del primo cittadino.

 

In mezzo, un anno di messaggi WhatsApp e sms fra i due, alcuni decisamente spinti, e una foto in cui lui si mostra nudo. «Staresti bene messa a , sei una birichina». «Ricordati che le cose non vanno avanti senza il benestare del sindaco, attieniti alle regole». «Vieni qui che ti». Lei inizialmente la prende sul ridere. Cerca uno smarcamento tipo «sei inopportuno e maleducato».

 

mattia palazzi matteo renzi

Fino a che confida tutto alla sua capa, facendole vedere i messaggi più sorprendenti. E l' altra che fa? «All' inizio sorridevo e dicevo "ma guarda tu cosa scrive il sindaco" - racconta ora la presidente dell' associazione, che peraltro si occupa di bambini e di donne -. Perché io penso che ci stia anche un' avance fra un uomo e una donna, ma non ci sta quando l' uomo usa il suo potere e ci sta ancora meno quando di mezzo c' è un' associazione che vive di ideali. E quindi ho iniziato a farle pressioni perché lo denunciasse.

 

Ma lei non voleva, non l' ha mai voluto. A un certo punto mi sono confrontata con chi ne sapeva più di me che mi ha fatto capire la gravità della cosa poi, non so come, è scattata la querela. Ma mi sono pentita di non averla fatta io».

 

MATTIA PALAZZI

Il risultato è che mercoledì scorso i carabinieri hanno bussato alle porte di tutti e tre, cioè del sindaco, della vittima, vedova con una figlia, e della testimone, presidente dell' associazione no profit. Il primo in qualità di indagato, le altre due come parti offese e persone informati sui fatti. In mano avevano un decreto di perquisizione per scovare le prove degli approcci proibiti. Hanno portato via computer, telefonini, tablet, documenti riguardanti i rapporti economici fra Comune e associazione. «A questo sindaco ho anche mandato una mail per dirgli che non volevo un euro e ho rifiutato il patrocinio del Comune, proprio a causa della situazione che si era venuta a creare».

 

mattia palazzi sindaco di mantova

Così, la testimone. Per gli inquirenti di Mantova si tratta di tentata concussione continuata. «Abbiamo fissato l' interrogatorio con l' indagato per martedì prossimo - fa sapere il procuratore Manuela Fasolato -. In quell' occasione mostreremo quel che abbiamo e lui sarà invitato a difendersi. Le ipotesi di reato riguardano un periodo che va dal novembre 2016 al novembre 2017».

 

Ma cosa dice questo sindaco del Pd di 39 anni che governa la città dal 2015 dopo aver lavorato molto «per il sociale» come diceva lui stesso in campagna elettorale? «Nessun rapporto sessuale, nessuna richiesta in tal senso, nessuno scambio di favori e nessun abuso del mio ruolo di sindaco. Né con questa donna né mai», ha alzato gli scudi Palazzi. Sostiene di essere sconvolto dalla vicenda e di poter chiarire tutto. Per lui sarebbe tutto un grande equivoco, una strumentalizzazione politica, un' interpretazione sbagliata delle conversazioni e questo emergerebbe anche dalle chat lette nella loro interezza che farà vedere al pm.

 

sexting

«Sono giorni duri», scrive sui social. Fra i tanti paradossi di questa storia, nella quale qualcuno pensa che dietro l' indagine «sessuale» ci sia dell' altro, anche la reazione della vittima che, assistita dall' avvocato Davide Pini, è scesa in campo a proteggere il suo «concussore»: «La mandante non sono io. Sono stata usata da chi vuole distruggere Mattia». E parla di avversari politici: «Ma se diranno falsità, io lo difenderò».

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