SFIDA ALL’OK CORALLO - BOMBASTICA AUTODIFESA DI MILANESE - “POTEVO DECIDERE IO LE NOMINE? CON UN MINISTRO CHE ALL’EPOCA SI AUTODEFINIVA “UNO DEI MINISTRI PIÙ POTENTI DEL MONDO”? CON UN DIRETTORE GENERALE DEL TESORO IL QUALE È DIVENTATO OGGI MINISTRO DELL’ECONOMIA? A ME TOCCAVA SOLO IL COMPITO DI EVITARE FRIZIONI TRA I VERTICI E SEGNALARE NOMINE CHE RISULTAVANO “INOPPORTUNE””….

Relazione Giunta per le Autorizzazioni
7 novembre 2012

 

Grazie, Signor Presidente, per avermi consentito di intervenire ai lavori di questa Giunta.

Anticipo subito, per evitare ogni possibile dubbio, la mia stessa sollecitazione affinchè questa Giunta si esprima favorevolmente sulla richiesta di autorizzazione all'acquisizione di tabulati di comunicazioni telefoniche, pervenuta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano.

Ciò per due buone ragioni: perché non ho nulla da nascondere e confido dunque nel fatto che i tabulati servano ad acclarare celermente la mia totale estraneità ai fatti per i quali la Procura sta indagando e perché ritengo doveroso, da cittadino, non opporsi allo svolgimento di indagini che la stessa ha il dovere di effettuare, nel rispetto che si deve alla magistratura e confidando nel valore che deriva dalla presunzione di non colpevolezza per come dettato dalla nostra Costituzione.

Fatta questa premessa, mi si lasci formulare alcune brevi considerazioni che chiedo, Signor Presidente, di lasciare agli atti.

Lo faccio, ribadisco ancora una volta, non per ostacolare in qualche modo una decisione favorevole alla richiesta, ma perché oltre al rispetto per i magistrati ne devo uno maggiore al Parlamento del Paese, il quale, mai come in questo caso, ha il diritto/dovere di conoscere alcune modalità della vicenda che mi vede coinvolto, particolarmente sgradevoli riguardo alla tutela ed al rispetto della onorabilità di un suo membro.

Intanto ho saputo di essere indagato dalla Procura di Milano solo dai giornali. Mai nessun atto mi è stato notificato e, dunque, questa è la prima volta che posso parlare in una sede istituzionale.

I giornalisti più volte mi hanno interpellato circa questi fatti, ma come sempre non ho voluto parlare proprio per la considerazione ed il rispetto che ho sempre avuto nei confronti delle istituzioni.

Anche questa volta, come già successo in passato, i documenti allegati alla richiesta di autorizzazione sono "magicamente" comparsi nelle redazioni di una trasmissione televisiva e di un quotidiano il giorno 28 ottobre 2012. Ben prima, cioè, che arrivassero nelle mani del Presidente di questa Giunta e a disposizione degli Onorevoli Commissari.
Questo fatto, non mi stancherò mai di stigmatizzarlo, è una grave devianza di condotte doverose che ledono, ben prima di ogni giudizio di merito, ingiustamente e spesso definitivamente la dignità della persona.

I documenti allegati alla richiesta del pubblico ministero sono essenzialmente tre.
La copia dell'ordinanza di misura cautelare personale emessa il 23 maggio 2011, dal giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Milano nei confronti di Ponzellini Massimo, Cannalire Antonio e Corallo Francesco.
La copia della nota della Guardia di Finanza del 19 luglio 2012 come parzialmente prodotta dal pubblico ministero al Tribunale di Milano in sede di riesame dell'ordinanza cautelare e la copia del verbale di dichiarazioni rese da Ferrara Raffaele in data 12 giugno 2012.

Documenti dai quali si evince che il mio coinvolgimento nella vicenda penale si fonda solamente sui "si dice" e sui "si pensa", con delle modalità di propalazione di fatti che non sarebbe stata consentita a nessuno altro soggetto, finanche al più scaltro "collaboratore di giustizia".
Ma di ciò non avrei ragione di lamentarmi se non per il fatto che questo è lo stesso identico e scellerato sistema che accomuna tutti quanti i procedimenti penali che ho in corso!

Eppure sarebbe bastato veramente poco per dimostrare l'infondatezza di quei sospetti: oltre a chiedervi i miei tabulati, il magistrato avrebbe potuto e dovuto acquisire gli atti della Camera dai quali emerge in modo incontrovertibile l'esatto contrario di quanto sostenuto dal Ferrara e sentirsi così in dovere di chiedergli conto delle vere ragioni di quelle falsità.

Ma veniamo al caso di specie. Il magistrato inquirente sospetta un mio interessamento legislativo a favore della concessionaria del signor Francesco Corallo.

A prescindere da altre considerazioni in punto di fatto e di diritto, io non ho mai presentato un emendamento, una proposta di legge o un ordine del giorno in materia di gioco legale. Ciò risulta dagli atti parlamentari.

Questa circostanza è incompatibile con il fatto, sostenuto dal Ferrara e ripreso acriticamente, che dietro il settore del gioco legale ci sarei io.
"Si dice", ovviamente.

A dirlo è quel Ferrara, fino a pochi mesi fa Direttore Generale dei Monopoli. Costui quando si e' visto costretto a fare dichiarazioni per scagionarsi dal ben più grave sospetto che evidentemente lo assaliva, affermava che sarei stato io a predisporre il testo legislativo per reperire i fondi per l'Abruzzo, mentre lui sarebbe stato l'ispiratore e il sostenitore di una una norma stringente sui concessionari che avevano sede in Paradisi Fiscali.

Si e' dimenticato però il signor Ferrara che invece sono stato proprio io il relatore alla Camera del disegno di legge di stabilità per il 2011 che conteneva quella norma restrittiva. Così come si dimentica del fatto che fino all'ottobre 2011, data di inizio delle indagini della magistratura, lo stesso Ferrara era il Presidente dell'Organismo di Vigilanza della Banca Popolare di Milano. Quella coinvolta nel finanziamento ritenuto illecito.

Io dunque farei parte di un'organizzazione criminale finalizzata a presentare alla banca potenziali clienti, mentre il Ferrara, ormai il maggiore accusatore, ne restava fantasticamente fuori, all'oscuro di tutto, pur essendo costui il Direttore dei Monopoli in carica, nonche' il consulente, "pagato" dalla stessa Banca.

Ma che bisogno c'era della mia presenza e della mia stessa presunta influenza?

Tutto ciò è molto strano, così come lo è la congettura secondo la quale io avrei dato i miei documenti al Signor Corallo per farmi fare una prenotazione a Montecarlo.
Ma c'è qualcuno, oltre il pubblico ministero naturalmente, che crede veramente che se quello od altro fosse stato il prezzo della mia corruzione non mi avrebbero trovato un posto in albergo?

Se ero veramente influente e la mia presenza fosse stata così importante, com'è possibile che non si sia fatto da parte chiunque altro degli ospiti o lo stesso Corallo e mi si garantisse quel posto che era frutto di un mercanteggiamento?

Perché vedete, gli altri ci sono andati tutti a Montecarlo. Protagonisti e comprimari, cosi' come risulta dalle evidenze processuali e dagli articoli di stampa apparsi in questi giorni!

La realtà è un'altra, l'unica aderente alla logica della ragione: avevo dato i miei documenti ad un collega parlamentare perché volevamo andare a vedere il GP di formula 1 con le famiglie e lui era sicuro di trovare posto in albergo.
Successivamente mi ha spiegato le modalità del viaggio per come era stato organizzato e dopo averlo saputo, e per motivi personali, non ci sono più andato.

Nulla di misterioso o di illecito o, finanche di eticamente scorretto!

La verità è che il signor Corallo, così come altri concessionari, mi chiamavano molto spesso per segnalare le presunte scorrettezze che i Monopoli ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze perpetravano nei loro confronti a tutto vantaggio, a loro dire, di un'unica concessionaria: "Lottomatica".

Costoro sostenevano con determinazione il fatto che quella concessionaria avesse un rapporto molto "privilegiato" con l'amministrazione.

Il signor Corallo, in particolare, mi chiamava per denunciare questo fatto, ma senza indicare elementi fattuali che giustificassero un intervento, ed io rispondevo, quando potevo, a queste telefonate di protesta.

E' stato un continuo lamentarsi, fino al punto che Corallo mi ha ritenuto il responsabile di una norma che lui considerava molto dannosa e creata "ad personam", promulgata cioe' solo "contro" la sua azienda. Norma, ribadisco, che è stata da me formulata in quanto relatore del disegno di legge che la conteneva e con la quale Corallo doveva portare la sede della sua società da un Paese così detto "paradiso fiscale" ad un Paese dell'Unione, oltre ad essere costretto a far emergere la effettiva compagine societaria della concessionaria e della sua controllante.

I fatti sono di così palmare e documentata evidenza che viene naturale chiedersi del perché tutto ciò avviene.

Sarà forse un caso che anche nel procedimento penale milanese incontriamo alcuni dei protagonisti di quello pendente a Napoli?

Forse qualcuno non sa, ed è bene che si informi, che mi sono opposto in tutte le sedi al condono che si voleva proporre della multa di oltre 90 miliardi di Euro comminata dalla Corte dei Conti ai concessionari dei giochi, tra i quali con la posizione debitoria piu' gravata vi era proprio l'azienda del Corallo.

Ciò, nonostante che la Commissione, nominata ed insediata ai Monopoli di Stato, non certo da me, avesse concluso che a sanare la situazione sarebbero bastati solo 300 milioni di Euro!!!

Di questa mia ferma opposizione sono testimoni, tra gli altri colleghi, Tremonti, allora Ministro dell'Economia e delle Finanze, ma soprattutto ne è informato l'On. Alberto Giorgetti, anch'egli contrario a quella soluzione, il quale all'epoca era sottosegretario delegato al Ministero dell'Economia.

L'On. Giorgetti, in particolare, in più di una occasione mi diede atto di questa mia pervicace opposizione.

Spero che la Procura di Milano voglia tenere conto di questa circostanza, così come gli altri magistrati che indagano sulla mia vita, confortati dalle notizie che chissà come vengono veicolate sui media con una scadenza che ha dell'incredibile, verifichino chi al Ministero dell'Economia decideva e decide tutte le nomine.

Potevo forse farlo io? Con un ministro che all'epoca, voi sapete bene, si autodefiniva "uno dei ministri più potenti del mondo"?
Con un Direttore Generale del Tesoro il quale è diventato oggi Ministro dell'Economia?
Con un Capo di Gabinetto che i media e gli stessi colleghi definiscono tuttora il "più potente dei Grand Commis di Stato"?

E questi con un tale ruolo conservatore e di resistenza rispetto alle stesse posizioni della politica di cui oggi sembrano accorgersi anche alcuni media!

La verità, ben nota a tutti, tranne ovviamente a chi la dovrebbe ricercare, è che le nomine le decidevano altri con il Ministro che a sua volta le confermava. A me toccava solo il compito di evitare frizioni tra i vertici e segnalare nomine che risultavano "inopportune".

Allo stesso modo avveniva per le norme contenute nei decreti!
E' fatto notorio che il Ministro dell'Economia pro-tempore, controllava uno per uno gli articoli, stralciando quelli che riteneva non opportuni.

Concludendo, nonostante le tante ragioni di resistenza dettate da una evidente persecuzione nei confronti della mia persona e del mio stesso essere parlamentare, chiedo a questa autorevole Giunta di autorizzare immediatamente quanto richiesto dall'Autorità Giudiziaria di Milano, confidando che questa utilizzi ogni strumento investigativo per accertare la verità, consentendomi di recuperare quella dignità che ancora oggi e' così ingiustamente calpestata, anche per colpa di funzionari e uomini, loro si, corruttibili e corrotti.

 

 

TREMONTI E MILANESE GIULIO TREMONTI E MARCO MILANESETREMONTI E MILANESEMILANESE E TREMONTIVITTORIO GRILLI jpeglisa e vittorio grilli GetContent asp jpegFRANCESCO CORALLO E CANNALIRE a VINCENZO FORTUNATOVINCENZO FORTUNATO

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