LA SFIDA DI PIZZAROTTI: “GRILLO HA FATTO TANTO, MA IL M5S SIAMO NOI” - BEPPEMAO CONTRATTACCA: “SONO PIÙ VIVO CHE MAI” - GIULIA SARTI LO SEPPELLISCE: “TOGLIERE DAL SIMBOLO IL NOME DI GRILLO”

Francesco Alberti per Corriere della Sera

 

grillo e pizzarotti c b d ef bc ad c d grillo e pizzarotti c b d ef bc ad c d

Rosa Louise Parks, donna di colore, diede la prima picconata nel 1955 alla segregazione razziale negli Stati Uniti rifiutandosi di cedere il proprio posto in autobus a un bianco. Federico Pizzarotti, storpiandone un po’ il nome («Park») e scoprendo che in platea pochi tra i grillini sapevano chi fosse, l’ha presa a modello, si spera con le dovute proporzioni: «Ci vuole sempre qualcuno che cominci un discorso nuovo, senza remore…».

 

E lui, primo cittadino di Parma, da tempo in pole position nella lista di coloro in odore di scomunica, da ieri ha deciso che di fronte alle espulsioni a raffica, alla dittatura del blog, ai drammi sugli scontrini e ai post scriptum stile ghigliottina, il «no, non mi alzo» di Rosa Parks, pacato quanto irremovibile, rappresenta l’arma giusta per lanciare la sua sfida al duo Grillo-Casaleggio.

BEPPE GRILLO E PIZZAROTTI BEPPE GRILLO E PIZZAROTTI


Guerra di trincea, quella del sindaco, dall’interno del Movimento: «Io non vado da nessuna parte, io sono del M5S». Perché non sono le scomuniche a spaventarlo («Il mio terrore casomai è perdere i fondi per gli asili…»), ma è la deriva presa dal Movimento: «Dobbiamo riprenderci ciò che abbiamo costruito, tornare alle origini: tenere la parte migliore di noi e cambiare l’altra. Grillo ha fatto tanto, ma il M5S siamo noi». In uno slogan, «meno scontrini, più contenuti».

grillo e pizzarottigrillo e pizzarotti


Prova di forza doveva essere. E tale è stata. Abile nel non cadere nella trappola della rottura («Mi sono sentito al telefono con Di Maio, del quale stimo l’operato»), Pizzarotti ha ieri mandato in scena la prima e per ora unica rappresentazione di opposizione interna nella tormentata storia dei pentastellati, dimostrando di vantare tra gli amministratori locali, ma anche a Roma, solide sponde e imprimendo al dibattito interno un’accelerazione che potrebbe avere esiti imprevedibili.

 

Giulia Sarti Peter Gomez e Marco Travaglio Giulia Sarti Peter Gomez e Marco Travaglio

In un hotel a 4 stelle, alle porte di Parma, il sindaco ha fatto il tutto esaurito tra i 5 stelle della «terra di mezzo», nel senso buono di malpancisti, critici, delusi, dissidenti, comunque in rotta di collisione con il duo Grillo e Casaleggio: circa 400 attivisti, tra cui una quindicina di parlamentari, molti consiglieri comunali, il sindaco di Pomezia, Fabio Fucci, assente invece quello di Livorno, Filippo Nogarin, che ha inviato un messaggio di saluto.


A dispetto del programma ufficiale, che parlava di referendum e statuti comunali, Pizzarotti ha squadernato temi pesanti, non limitandosi a delineare per il Movimento un «nuovo inizio», ma ponendo due questioni potenzialmente esplosive: il ridimensionamento di Grillo (compresa la permanenza del nome nel simbolo) e il riesame delle espulsioni. È successo quando hanno chiesto al sindaco se la nomina del direttorio e il ritorno del comico all’attività artistica vadano letti come un passo indietro.

 

CASALEGGIO CASALEGGIO

«Mi sembra che la direzione sia questa — ha risposto —: Beppe ha sempre detto che prima o poi si farà da parte, deciderà lui o lo discuteremo insieme». E a chi ancora gli rinfaccia di essere una creatura di Grillo, il sindaco ha replicato: «Io in questi anni ci ho messo la faccia». Più in là si è spinta la deputata Giulia Sarti: «In futuro si potrà pensare di togliere dal simbolo il nome di Grillo, anche se è cosa da discutere visto che è di sua proprietà».


Colpi bassi, ai quali il comico genovese ha risposto in tempo reale: «Sono più vivo che mai, nonostante questo tentativo di seppellimento mio, di Casaleggio e del M5S» ha scritto sul blog. Dopo un passaggio contro «Marino e Renzie, che vogliono seppellire i movimenti della società civile», la replica ai dissidenti: «Il nostro Movimento è complicato, non potevo averlo sulle spalle solo io o Casaleggio, stiamo distribuendo competenze e responsabilità: è l’inizio di una nuova fase straordinaria».

giulia sarti giulia sarti


Caldo pure il tema espulsioni. «Vanno ridiscusse in assemblea» è la richiesta di Pizzarotti, secondo il quale «di fronte agli scandali degli altri partiti, è assurdo etichettare le persone per uno scontrino o perché vanno in tv». Anche il dogma dell’infallibilità del web, a partire da alcuni commenti sul blog di Grillo, va smitizzato: «Dei leoni da tastiera possiamo fare a meno, l’online non è l’unica verità». Meglio guardarsi negli occhi «in una grande assemblea» è la proposta del sindaco. Che ha chiuso con una battuta: «Mi sento Obama». Chissà Grillo domani…
 

 

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