SGARBI “MANOLESTA”: AL MINISTERO PRENDEVA SENZA CHIEDERE – PANICO AL DICASTERO DELLA CULTURA: PRIMA CHE IL SOTTOSEGRETARIO SE NE VADA, È NECESSARIO L’INVENTARIO DELLE OPERE D’ARTE E DEGLI ARREDI CHE S’È PORTATO NELL’UFFICIO! DOPO ESSERSI PRESO A FORZA LA STANZA AL TERZO PIANO, SOPRA QUELLA DI SANGIULIANO, IL CRITICO D’URTO ANDÒ IN GIRO PER IL PALAZZO PER SCEGLIERSI QUADRI, LAMPADE E SCULTURE, SENZA ALCUNA RICHIESTA UFFICIALE – UN FUNZIONARIO: “DI NOTTE, COME IN PREDA A UN RAPTUS, ANDAVA IN CERCA DI COSE PER ARREDARE IL SUO UFFICIO...”
Estratto dell’articolo di Thomas Mackinson per “il Fatto quotidiano”
“Di notte se ne andava in giro per tutto il ministero, come in preda a un raptus, in cerca di cose per arredare il suo ufficio. Il giorno dopo la gente veniva qui a reclamarli: quello era nel mio!”. Che fosse la scala a chiocciola intarsiata per la biblioteca, il mappamondo della Sala della Meteorologia, dipinti o lampade che calano lungo il corridoio.
Vittorio Sgarbi non si è ancora dimesso, ma al ministero c’è già un certo trambusto. Fonti qualificate riferiscono al Fatto che, in previsione del suo trasloco alcuni funzionari e perfino i carabinieri sono stati allertati di verificare preventivamente che tutti i beni che trovò quando prese possesso dell’ufficio ci siano ancora quando lo lascerà, distinguendo quelli che ci portò lui stesso e quelli che si andò a prendere, fisicamente, nel palazzo perché a lui più graditi di quelli in dotazione all’ufficio.
vittorio sgarbi con le rose per chiara boni foto di bacco
“Li voleva a tutti i costi nel suo ufficio perché fosse più ‘adeguato’, e li andava a prendere e li spostava di persona, senza registrare alcuna richiesta ufficiale e facendo così infuriare i funzionari che tenevano il registro e la mappa dell’ubicazione dei beni”.
Un ufficio, racconta chi c’era, che Sgarbi occupò di corsa e a forza al terzo piano, cioè sopra quello del ministro e degli altri sottosegretari: una collocazione già di per sé indicativa dell’atteggiamento e dello spirito con cui il sottosegretario – che il ministro voleva fare – si presentò in via del Collegio Romano. […]
È l’epilogo grottesco delle vicende rivelate dal Fatto Quotidiano insieme a Report, quelle sul famoso “Manetti” identico a quello rubato a Buriasco nel 2013 ed esposto nel 2021 come proprietà di Sgarbi, ora sequestrato su ordine della Procura di Macerata in attesa di perizie, che ha portato a un’indagine per riciclaggio di beni culturali.
GENNARO SANGUILIANO VITTORIO SGARBI - MEME BY GIAN BOY
Quella sul presunto Valentine de Boulogne sequestrato a Montecarlo per il quale, dopo le rivelazioni del restauratore Mingardi e del proprietario che lo vendette all’autista di Sgarbi per 10 mila euro, la Procura di Imperia si accinge a formulare la richiesta di rinvio a giudizio.
Il tema non è che possa essersi portato via qualcosa di “importante”, perché dalla guardiania hanno escluso siano passati “oggetti voluminosi”, quanto la necessità di ristabilire “ordine” dopo il suo vulcanico passaggio. Le testimonianze in questo senso convergono.
I sindacati interni hanno più volte reclamato “rispetto” per il personale costretto a stare fino alle tre del mattino a disposizione del sottosegretario, che l’indomani magari arrivava a mezzogiorno o non arrivava affatto. Gli autisti venivano convocati di notte per trasferimenti comunicati all’ultimo, senza preavviso.
vittorio sgarbi gennaro sangiuliano
Le proteste non hanno sortito grandi effetti, mentre quelle dei responsabili degli uffici dove le opere venivano prese d’imperio e il giorno dopo non si trovavano più, sarebbero culminate con una raccomandazione a rimetterle a posto e presentare regolare richiesta agli uffici competenti.
Raccontano al ministero che quando arrivò, Sgarbi pretese di impreziosire il suo ufficio portando alcune opere di sua proprietà e togliendone altre che non gli erano gradite, anche se stavano lì da 40 anni in quella stanza e nel corridoio a mosaico.
Man mano venivano sostituite da Sgarbi che andava fisicamente a prelevarle lungo i sei piani del palazzo. Si tratta però di beni solitamente messi a disposizione del ministero da musei come “prestito” per essere esposti nei palazzi delle istituzioni, censiti con tanto di mappa e inventario, da un apposito servizio interno (“ufficio del consegnatario”) che si è presto trovato a rincorrere Sgarbi e i suoi spostamenti non autorizzati. […]
vittorio sgarbi gennaro sangiuliano LE CAPRE E LE DIMISSIONI DI VITTORIO SGARBI - VIGNETTA BY VUKICvittorio sgarbi foto di bacco