“DIRE 10 VOLTE ‘RESILIENZA’ È INACCETTABILE. LA FIDUCIA AL GOVERNO NON LA VOTO” – SGARBI SBROCCA CON DRAGHI - "MI SONO CADUTE LE BRACCIA, GIÀ È UNA “BUFFONATA” IL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA MA DIRE DIECI VOLTE "RESILIENZA", CHE VUOL DIRE UN ACCOMODAMENTO ALLE MODE INSOPPORTABILE” – BARTEZZAGHI: "LA RESIDENZA È DI CHI RISIEDE, LA RESISTENZA È DI CHI RESISTE, LA RESILIENZA DI CHI SARÀ? DEI RE IN ESILIO?"
Stefano Bartezzaghi per "la Repubblica"
Va bene mettersi a fare un governo hic et nunc; va bene tramutare i sovranisti in europeisti, i negazionisti in vaccinisti, gli apriscatole in tonno. A Mario Draghi però non si può chiedere proprio tutto, per esempio di condividere le mode lessicali correnti. Così prima di pronunciare la paroletta magica del decennio ha fatto un'aggiunta che nel testo scritto non era: «capacità di - come si dice oggi - resilienza».
All'ultimo momento non l'ha usata ma più propriamente l'ha menzionata, la paroletta; l'ha offerta tenendola con la pinzetta dell'inciso. Si vede che di questa cosiddetta resilienza diffida, come succede con certe parole per esempio con i termini astratti a cui non corrisponde un verbo. Capitava di dirlo qui già nel 2012: la residenza è di chi risiede, la resistenza è di chi resiste, la resilienza di chi sarà? Dei re in esilio?
L'anno dopo si aggiunse che un verbo invero esiste, ma solo in latino: "resilire", con il significato di "saltare all'indietro" e quindi con una notevole vicinanza all'accezione speciale romanesca di "rimbalzare" ("mi rimbalza" = non mi fa nulla). La parola passò così dalla fisica dei metalli alla psicologia, di qui all'economia e infine al chiacchiericcio tanto generico quanto pretenzioso.
Draghi avrà magari una preoccupazione, nel promettere di battere colpi su efficienza e uso oculato delle risorse (e anche non "farisaica" parità di genere): se la resilienza è la capacità di assorbire urti e botte con indifferenza bisogna ammettere che il sistema Italia su certi temi resiliente lo è persino troppo.
2 - «HA DETTO "RESILIENZA": NON LO VOTO» FURIA SGARBI CONTRO LA PAROLA USATA DA DRAGHI
Ciò che non va giù a Vittorio Sgarbi è l' inchino al pensiero dominante.
«Mi sono cadute le braccia», ha detto il critico commentando il discorso di Mario Draghi. «Ha detto cose condivisibili, generiche, soprattutto rispetto a quanto pensavo della sua sofisticata dottrina, ma poi ha detto dieci volte "resilienza", che vuol dire un accomodamento alle mode insopportabile». Sgarbi già considera una «buffonata il ministero della Transizione ecologica», «ma dire 10 volte "resilienza" è inaccettabile. La fiducia non gliela do».