matteo salvini

CHI SI SALVERA’ DA SALVINI? - IL ‘TRUCE FA I NOMI DEI GIUDICI PRO-IMMIGRATI CHE BOCCIANO LE SUE ORDINANZE - "SE UN GIUDICE VA A UN DIBATTITO A FAVORE DELL'IMMIGRAZIONE E POI IL GIORNO DOPO EMETTE UNA SENTENZA SU UN IMMIGRATO, ALLORA NON FAI IL GIUDICE E TI CANDIDI ALLE ELEZIONI, VAI IN PARLAMENTO E CAMBI LE LEGGI'' – L’ANM INSORGE: “IL MINISTRO SALVINI GETTA DISCREDITO SULL'INTERA FUNZIONE GIUDIZIARIA” - MA IL MINISTRO BONAFEDE LO DIFENDE: "NON VEDO LISTE DI PROSCRIZIONE"

matteo salvini

Brunella Bolloli per “Libero quotidiano”

 

L'hanno già ribattezzata «la lista di Salvini» e apre un nuovo capitolo nell' infinita saga della lotta tra politica e magistratura. È l' attacco che il titolare del Viminale ha sferrato a certi giudici, non tutti, e che ha scatenato la difesa d' ufficio della categoria, già abbastanza in difficoltà.

 

Non è, infatti, un gran momento per i magistrati italiani, alla prese con i veleni della procura di Roma, con le faide interne al Csm, con le indagini incrociate e le autosospensioni, e il ministro dell' Interno sa come insinuarsi nel dibattito. Infastidito da alcuni verdetti emessi da Firenze, dove il Tar ha accolto il ricorso contro le "zone rosse" istituite dal prefetto, il leader della Lega ieri ha puntato e mirato. Non contro l' intera magistratura, beninteso: a Salvini non vanno giù quei giudici che volutamente ostacolano i suoi provvedimenti in materia di sicurezza, suo pane quotidiano.

salvini

 

«Mi chiedo se certe iniziative pubbliche e alcune evidenti prese di posizione siano compatibili con un' equa amministrazione della giustizia», ha detto dopo aver spiegato che «forse mi arriva un altro processo perché ho bloccato un barcone» e aver fatto annunciare al Viminale che impugnerà sia la sentenza del Tar di Firenze sulle zone rosse sia quelle dei tribunali di Bologna e Firenze a proposito dell' iscrizione anagrafica di alcuni cittadini stranieri.

 

SALVINI MIGRANTI

 

 

 

 

 

 

 

Il Viminale intende rivolgersi anche all' Avvocatura dello Stato per valutare se quei magistrati che hanno emesso le sentenze "scomode" avrebbero dovuto astenersi, lasciando il fascicolo ad altri, per l' assunzione di posizioni in contrasto con le politiche del governo in materia di sicurezza, accoglienza e difesa dei confini. Idee, si legge in una nota del ministero, «espresse pubblicamente o attraverso rapporti di collaborazione o vicinanza con riviste sensibili al tema degli stranieri come "Diritto, immigrazione e cittadinanza" o con avvocati dell' Asgi che hanno difeso gli immigrati contro il Viminale».

matteo salvini con i migranti

 

MATTEO SALVINI COME GARIBALDI

TRE DONNE La lista comprende almeno tre nomi. Si tratta di donne: Rosaria Trizzino, presidente della seconda sezione del Tar della Toscana, Matilde Betti, presidente della prima sezione del tribunale civile di Bologna e Luciana Breggia, magistrato del tribunale di Firenze. A quest' ultima viene contestata anche «la partecipazione alla presentazione di un libro dove era seduta accanto alla portavoce di Mediterranea (nave di una Ong) e al professor Emilio Santoro, che ha bollato l' esecutivo gialloverde come: "il governo della paura"». In sintesi: per Salvini le signore in questione sono di parte, prevenute contro il suo governo, quindi non imparziali come il loro ruolo impone.

 

matteo salvini commenta la vittoria della lega alle europee da via bellerio 1

IRA DELL' ANM Immediata la replica dell' Anm, l' associazione nazionale magistrati: «Il ministro Salvini getta discredito sull' intera funzione giudiziaria». Qualcuno, come l' Arci, grida al «dossieraggio». Altri parlano di «elenco infamante», di controllo, censura. Il vicepremier non arretra ma precisa: «Noi non vogliamo controllare nessuno né creare problemi in un momento così delicato come quello che sta vivendo il Csm», affonda il coltello nella piaga, «ma se un giudice va a un dibattito a favore dell' immigrazione e poi il giorno dopo emette una sentenza su un immigrato, allora non fai il giudice e ti candidi alle elezioni, vai in Parlamento e cambi le leggi».

 

2 - BONAFEDE DIFENDE IL CAPO LEGHISTA: NON VEDO LISTE DI PROSCRIZIONE

Fabrizio Caccia per il “Corriere della sera”

 

Con gran sollievo dalle parti di via Arenula sono state accolte, alla fine di un' altra giornata tesissima tra M5S e Lega, le parole sui giudici del ministro dell' Interno, ospite di Lilli Gruber su La7: «Sarei matto se volessi indagare sulle idee dei magistrati...», ha detto Matteo Salvini a Otto e Mezzo . Una chiosa che ci voleva, per smorzare i toni, dopo che il Viminale in mattinata aveva annunciato il ricorso contro il Tar della Toscana sulle «zone rosse», chiamando poi in causa direttamente con i loro nomi le tre giudici donne (Rosaria Trizzino, Matilde Betti e Luciana Breggia) che hanno dato torto a Salvini su sicurezza e migranti in questi ultimi mesi.

alfonso bonafede

 

E così il ministro M5S della Giustizia, Alfonso Bonafede, può permettersi adesso toni concilianti, nonostante le proteste vibranti dell' Anm contro lo stesso Salvini e le accuse di «dossieraggio» rivolte al vicepremier leghista dall' Arci: «A noi non risulta esserci alcuna lista di proscrizione e del resto nessuno nel governo ha fatto riferimento a ciò...», puntualizza il Guardasigilli.

 

Lungi da lui l' intenzione di minare ulteriormente la strada del governo, già alle prese con diverse questioni. E a Salvini che continua da giorni a martellare pure sulla necessità di riformare la giustizia, Bonafede non dice di no: «Siamo comunque sempre pronti ad ascoltare eventuali proposte». Se c' è qualcosa da normare, fa capire il ministro, si può fare insieme, col contributo di tutti. Un concetto che il Guardasigilli ha ripetuto spesso, in questo primo anno trascorso in via Arenula.

 

Come quando, a giugno scorso, ospite a Roma del convegno del Consiglio superiore della magistratura (Csm) sul codice di organizzazione degli uffici giudiziari, dopo aver annunciato il blocco della riforma sulle intercettazioni del precedente governo, da lui definita «legge bavaglio», disse tra gli applausi dei tanti magistrati presenti: «Il mio impegno prioritario è capire le linee della riscrittura del provvedimento e su questo avvierò un confronto già la prossima settimana con Procure e avvocati». Insomma, la linea che ha sempre preferito è quella del dialogo, mai dello scontro.

matteo salvini e alfonso bonafede foto mezzelani gmt056

 

Però, visto che questi sono i giorni bui del Csm, decimato da dimissioni (Luigi Spina, indagato per violazione di segreto e favoreggiamento di Luca Palamara) e autosospensioni (Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Paolo Criscuoli), dopo l' inchiesta della Procura di Perugia sul cosiddetto «mercato delle toghe», il ministro della Giustizia accantona per un attimo il riserbo abituale e dice finalmente la sua: «Noi siamo comunque per il rispetto della magistratura! E anche per questo motivo, ritengo allucinante quanto sta emergendo nell' inchiesta sull' operato di alcuni consiglieri del Csm».

 

Nei giorni scorsi, dopo l' avvio dell' inchiesta di Perugia, Bonafede aveva subito investito l' ispettorato del ministero del compito di svolgere «accertamenti, valutazioni e proposte». In via Arenula, è chiaro, c' è molta preoccupazione data la delicatezza della vicenda, ma il ministro, nel pieno rispetto dell' autonomia della magistratura, dall' inizio si era imposto il silenzio, proponendosi di assumere un' iniziativa solo quando il quadro fosse più chiaro.

salvini migranti

 

Così, ora Bonafede lo annuncia scandendo bene le parole: «È arrivato il momento di intervenire. Le istituzioni devono intervenire per cambiare sia la composizione, sia il meccanismo di elezione del Csm. Stiamo studiando una riforma adeguata». Già, la riforma del Csm. Ma davanti a chi propone una composizione del Csm per sorteggio, in via Arenula mostrano perplessità «perché potrebbe capitare di far entrare in Consiglio magistrati alle prime armi e dunque ugualmente non in grado di garantire piena indipendenza».

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO