GIORGETTI FA LA CONVERGENZA A SALVINI PER EVITARGLI L'IRRILEVANZA: "LA LEGA DEVE CAMBIARE. QUESTA E' LA POLITICA" - L'IDEA E' AVVICINARE MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE PER FAR NASCERE UN GOVERNO DI UNITA' NAZIONALE CHE TIRI FUORI L'ITALIA DALL'EMERGENZA - IL SOGNO DI GIORGETTI E' AVERE A PALAZZO CHIGI IL SUO AMICO MARIO DRAGHI PER GESTIRE I 200 MILIARDI DI RECOVERY FUND...
MARCO ANTONELLIS per Italia Oggi
«Se c'è un atteggiamento diverso dei leader internazionali» rispetto al Conte I e al Conte II? «Si ho visto questo atteggiamento diverso. Nella mia precedente esperienza di governo, c'erano dichiarazioni di esponenti della Lega eccentriche che davano il senso di un filone antieuropeista che non ci faceva bene». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a Raiuno. Sicuri però che l'atteggiamento della Lega non stia cambiando?
Uno di fonte all'altro: Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. Per ragionare dell'Italia e della Lega. «Una Lega nuova», torna a chiedere l'ex sottosegretario alla Presidenza. Il Comandante (rassicurato dal fatto che nessuno a via Bellerio pensa seriamente di metterne in discussione la leadership) ascolta. Giorgetti lo incalza: «Non basta solo ascoltare, bisogna ripensarci perché io e te abbiamo lo stesso obiettivo: tornare al governo. La Lega è una forza di governo. Sul simbolo c'è scritto Salvini premier». I ballottaggi e la vittoria della coalizione Pd-M5S hanno impresso un'accelerazione nel piano dell'ex sottosegretario.
Un piano chiaro fatto di passaggi chiari. Il primo Giorgetti l'ha spiegato a Salvini con parole semplici, dirette: bisogna ricalibrare i messaggi tenendo conto che nella stagione del Covid il Paese ha paura e ha bisogno di essere rassicurato, quasi preso per mano. E dunque basta scontri, bisogna ricucire. Salvini ha ripetuto una parola: coerenza, Giorgetti ha capito e ha replicato: «Non è il mondo che gira attorno alla Lega, è la Lega che deve cambiare quando il mondo cambia».
Un messaggio netto arricchito da un ricordo che unisce. «Bossi nella Lega della origini era durissimo con Berlusconi, ma poi con il Cavaliere ha fatto nascere un governo». Una pausa leggera. «Questa è politica». Non c'è scontro tra i due. C'è anzi la comune volontà di correggere gli errori. Perché - ragiona Giorgetti - c'è una massa di gente che non vota più. E tornerebbe a farlo se ci dimostrassimo capaci di costruire. Di cambiare l'Europa. Di riformare la giustizia. Di migliorare la vita della gente.
Giorgetti parla, spiega qual è l'obiettivo più a portata di mano. Avvicinare maggioranza e opposizione e far nascere un governo di unità nazionale che tiri fuori l'Italia dalle sabbie mobili. Giorgetti da tempo lavora dietro le quinte e da tempo pensa a una sola figura capace di mettere tutti d'accordo: Mario Draghi. Il governo come la nazionale. I migliori per far fronte all'emergenza. E per gestire i 200 miliardi del Recovery Fund.
matteo salvini giancarlo giorgetti
E, parallelamente, costruire la nuova Lega. Per parlare al mondo moderato. Per ragionare con i cattolici che hanno smesso di votare (le parole del Cardinale Ruini non sono passate inosservate). E per provare a unire il centrodestra e vincere la sfida con Pd-M5s.
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