salvini giorgetti

SI SALVINI CHI PUO’ – LEGA IN SUBBUGLIO: RISCHIA DI RITORNARE ALLE AMMINISTRATIVE SOTTO IL 20 PER CENTO. “IN QUEL CASO PER MATTEO SARANNO GUAI”. SI RIACCENDE LA FRONDA CHE GUARDA A GIORGETTI, L’ANIMA GOVERNISTA DELLA LEGA - DIVERSI PARLAMENTARI ATTACCANO: “NON ABBIAMO UNA LINEA CHIARA” – LE AMBIGUITA’ SUI VACCINI E GREEN PASS NON PIACCIONO ALLA BASE A FAVORE DELL’OBBLIGATORIETA’. CRESCE IL MALCONTENTO VERSO BORGHI: “E’ UN KAMIKAZE” – LE FOTO DEI COMIZI DI SALVINI IN CALABRIA

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/come-draghi-ha-salvato-faccia-bipolare-salvini-39-282170.htm

 

Estratto dell’articolo di SIMONE CANETTIERI  per ilfoglio.it

    

 

giancarlo giorgetti matteo salvini a cernobbio

Cortile di Montecitorio,  c’è un gruppetto di leghisti che pascola. Si vede: hanno  bisogno di una camomilla. Devono calmarsi, ma la buvette è ancora chiusa. Vanno compresi. In Aula, da due giorni,  c’è il Claudio Borghi show.  L’alchimista che spiegava come uscire dall’euro la notte di Capodanno adesso  sta dettando la linea del Carroccio sul green pass e sui vaccini.

 

Sui banchi del governo: Giancarlo Giorgetti. Serafico. Il ministro è scortato a distanza dalla sua comunicazione. Guai mezza parola.  Rieccolo, il partito  di  lotta e di governo. Una mezza dose che  non funziona e che fa precipitare Matteo Salvini nell’incubo “quota 20”. Voci dal gruppetto: “Se alle amministrative la Lega scenderà sotto il 20 per cento per il Matteo saranno guai”. 

 

SALVINI SPIAZZA I SUOI ELETTORI IL 70% È PER IMPORRE LE INIEZIONI

MARIO AJELLO per il Messaggero

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini

Ci sono due Leghe sui vaccini e sul Green pass. E Salvini, che anche ieri ha fatto votare i suoi in Parlamento al fianco dell'opposizione, sembra rappresentare la Lega minoritaria. Quella che, nell'ambiguità della linea sulla lotta anti Covid, si discosta platealmente dal pragmatismo del mondo produttivo in cui la Lega è nata e cresciuta. Rispetto alla classica cultura del Carroccio, tuttora maggioritaria, Salvini pare prediligere in questo tornante i giochi tattici.

 

Accarezzando le posizioni No Vax in nome della presunta raccolta di voti tra quelli che invocano a vanvera la libertà contro una inesistente dittatura sanitaria e che oltre tutto sono un popolo, o un popolino, elettoralmente assai ristretto e ultra marginale. Ecco, rischia di disorientare l'universo di riferimento del suo partito - fatto per buona parte di imprenditori, di gente solida, di ceti a cui preme l'uscita dall'emergenza sanitaria senza vuoti slogan anti-scientifici e penalizzanti per le sorti della ripresa nazionale - la strada imboccata da Salvini.

SALVINI E GIORGETTI

 

Tanto è vero che, come dice il nuovo sondaggio Swg, il 70% degli elettori del Carroccio è favorevole all'obbligatorietà del vaccino anti-Covid. E la percentuale sale al 73%, se si parla dell'obbligatorietà del Green pass. Sono i territori a più alta densità leghista che, tra il premier e Borghi (già l'accostamento potrebbe risultare ingeneroso per l'ex banchiere centrale europeo), non hanno dubbi sulla preferenza assoluta per il primo.

 

I VENETI C'è la Liga veneta, da Zaia in giù, che è senza alcun tentennamento Sì vax e Sì Green pass e tutti i principali esponenti locali di quel partito e il loro elettorato (in zone dove il Covid ha colpito pesantemente sia in termini di vittime che di perdite economiche, -9 per cento di Pil regionale nel 2020) sono promotori e fautori della vaccinazione e dell'uso del certificato sanitario.

 

MATTEO SALVINI E GIANCARLO GIORGETTI ALL HOTEL MIAMI DI MILANO MARITTIMA

E dunque i dati Swg insieme agli umori che provengono dal profondo Nord, e che si registrano anche nel resto del Paese voglioso di riprendere a marciare, dicono che il capo leghista sta correndo un pericolo. Inseguire qualche residuale consenso No vax in vista delle amministrative (a proposito: ma le elezioni non si vincono schierando candidati credibili e non inseguendo piccole folle lunari?) e insistere nella strategia del cosiddetto doppiopedismo (un piede nella maggioranza e un piede nell'opposizione) sembra una strategia penalizzante da tutti i punti di vista. Sia da quello degli equilibri di partito (i presidenti regionali da Zaia a Fedriga, per non dire l'ala giorgettiana, sono su una linea opposta) sia da quello che riguarda l'orientamento della base leghista che chiede responsabilità.

 

GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI

Per esempio l'ultimatum degli industriali di Vicenza, con Laura Della Vecchia, numero uno di Confindustria in quel distretto, 1600 imprese, è molto chiaro: «Salvini scelga se stare dalla parte di Draghi, che sta rappresentando bene il mondo delle imprese, o se invece preferisce continuare ad avere quell'atteggiamento ipocrita su vaccini e Green pass».

 

Che i governatori del lombardo-veneto definiscono «un mezzo per ottenere la libertà» e non uno strumento per negarla. E ancora. Guardando le vicende politico-parlamentari di questi giorni, è molto diretto il giudizio di uno degli esponenti più vicini a Zaia, Fulvio Pettenà, ex presidente della Provincia di Treviso: «Inaccettabile, roba da non credere. Ma questi eletti a Roma fanno qualche telefonata ai loro territori, o si sono isolati nella dolce vita romana? Sanno che cosa stanno facendo qui Zaia e la sua giunta, i sindaci, per far vaccinare la gente e per far girare nuovamente l'economia?».

salvini calabria

 

E il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Roberto Boschetto: «Va evitata in tutti i modi la quarta ondata della pandemia, che bloccherebbe di nuovo la produzione. Il nostro obiettivo deve essere: zero ricoverati e 100 per cento di vaccinati». Ma intanto c'è la Lega minoritaria che insegue il favore di qualche scalmanato, sottovalutando un possibile effetto rigetto proprio dentro le mura di casa. 

GIANCARLO GIORGETTI E MATTEO SALVINI Giorgetti Salvinisalvini giorgettiGIANCARLO GIORGETTI MATTEO SALVINI 1GIANCARLO GIORGETTI MATTEO SALVINI

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...