SICURI CHE ALEDANNO ABBIA ABBANDONATO L'IDEA DI MINACCIARE LE DIMISSIONI? - DOPO IL NO DEI PROFESSORI A ROMA 2020, IL SINDACO ASPETTA UNA NUOVA MAZZATA DEL TAR, CHE POTREBBE CANCELLARE LA GIUNTA PER IL MANCATO RISPETTO DELLE QUOTE ROSA. ROSELLA SENSI HA PERSO LE COMPETENZE SULLE OLIMPIADI E IL SUO POSTO È DI FATTO INUTILE - MINACCIANDO DI ANDARSENE, IL SINDACO OBBLIGHEREBBE IL PDL A RICONFERMARGLI LA FIDUCIA, DANDOGLI UN PO’ DI RESPIRO…

Tommaso Labate per "il Riformista"

Quando si presenta davanti a Mario Monti per ascoltare il «no» del Professore alle Olimpiadi di Roma 2020, Gianni Alemanno è di fatto un sindaco dimissionario. Per sua stessa ammissione. Perché lo ripete per tutta la mattinata, Alemanno, ai suoi. «Se Monti nega la garanzia alle Olimpiadi mi dimetto per protesta».

E visto che l'orientamento dei Professori all'ora di pranzo è già definito, ecco che il sindaco convoca una conferenza stampa ad hoc per il grande annuncio. L'appuntamento è alle 17.30, in Campidoglio. Poi, però, nella war room alemanniana prende corpo l'idea della frenata. Infatti il sindaco, quando abbandona Palazzo Chigi dopo il faccia a faccia col presidente del Consiglio, mette a verbale che no, niente dimissioni. «Assolutamente no». E, come a voler rimarcare il concetto, aggiunge: «Mi spiace deludere i miei oppositori».

Sembra il viatico verso un esito scontato. Roma perde le Olimpiadi ma Alemanno rimane al suo posto. Eppure alle 8 di sera, nel momento in cui il Riformista va in stampa, il tormentone è tutt'altro che archiviato. E infatti quella parola, «dimissioni», continua incessantemente a comparire su ogni singolo messaggio che viaggia dalla stanza del sindaco al Campidoglio alla Camera dei deputati. Non a caso Pier Ferdinando Casini, che evidentemente è a conoscenza dei tormenti di «Gianni», dice ai cronisti che «non chiederemo le sue dimissioni». E non è tutto. C'è anche la conferenza stampa delle 17.30, che si era trasformata un giallo degno della miglior Agatha Christie.

Prima viene confermata, poi rinviata di mezz'ora e infine misteriosamente annullata. Per lasciar spazio a una nota in cui Alemanno si limita al compitino. Prendere atto «della decisione del governo», ringraziare «la città e il Coni» e, soprattutto, spiegare che «rispetto le queste considerazioni (dell'esecutivo, ndr) ma non le condivido». Dopo il tramonto, però, succede qualcos altro. Silvio Berlusconi fa sapere che, se fosse stato premier, avrebbe dato il via libera all'operazione a cinque cerchi. E il Pdl, seguendo un canovaccio concertato con il sindaco di Roma, inizia ad attaccare Monti con toni a dir poco sorprendenti. Fabrizio Cicchitto chiede al premier di riferire in Aula alla Camera «le ragioni di questa scelta, in modo che possiamo aprire un dibattito in merito».

E pure Angelino Alfano protesta: «Il no alle Olimpiadi è un'occasione sprecata. Perché non può passare l'idea che l'Italia sia un paese senza fiducia e senza speranza nel futuro». È un fuoco di fila con un unico obiettivo: il governo dei professori. «La decisione del governo Monti di rinunciare a sostenere la città di Roma per Olimpiadi del 2020 ha il gusto amaro tipico delle grandi occasioni perdute», dice Beatrice Lorenzin. «La scelta del presidente Monti è estremamente amara non solo per i giovani atleti del nostro Paese, ma soprattutto per tutti i giovani italiani che, nonostante il periodo di crisi, tentano in tutti i modi di declinare la vita in positivo», aggiunge la leader dei giovani pidiellini Annagrazia Calabria. Il tutto mentre Alemanno si presenta di fronte ai microfoni del Tg5 per rettificare parzialmente il comunicato di metà pomeriggio. E tornare all'attacco: «In questo modo non si scommette sul futuro non solo di Roma ma di tutta l'Italia».

E ancora: «Ci domandiamo adesso quale sia il progetto di sviluppo di questo governo». Ricapitolando, il Pdl prende di mira Monti, che paradossalmente viene difeso dai leghisti («In questo momento di crisi la candidatura di Roma alle Olimpiadi sarebbe stata come l'overdose per un tossicodipendente»). E Alemanno non abbandona l'idea del «colpo a effetto». Quale? Annunciare presto (o solo minacciare) le dimissioni da sindaco, scaricando sul governo il tramonto di un sogno olimpico che comunque si sarebbe infranto nel settembre del 2013.

E puntare a guadagnare tempo. Perché, come il sindaco sa benissimo, tra pochi giorni il Tar potrebbe nuovamente cancellare con un tratto di penna la sua giunta, di nuovo per il mancato rispetto delle quote rosa. Tra l'altro una delle due donne della sua squadra, Rosella Sensi, ha di fatto perso il suo dossier di competenza (le Olimpiadi, appunto). Con il passo indietro, insomma, «Gianni» bloccherebbe sul nascere l'ennesima sconfessione (come farebbe il Tar ad annullare la giunta di un sindaco dimissionario?), uscirebbe dall'angolo in cui è confinato da sondaggi choc (tutte le rilevazioni lo danno sicuro perdente alla prossime comunali) e prenderebbe fiato. Magari facendosele politicamente respingere dal Pdl, le dimissioni.

 

Il sindaco AlemannoPETRUCCI-PESCANTE-ALEMANNO-MONDELLOALEMANNO OLIMPIADI ROMABEATRICE LORENZIN COPERTINA DI TIME CON MARIO MONTI

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME