franco coppi

SILENZIO, PARLA COPPI (QUELLO VERO) - ''NEI TRIBUNALI C’È UN TALE DEGRADO CHE MI È PASSATA LA VOGLIA DI ANDARCI''. IL MITICO AVVOCATO PARLA DI TUTTO, DALLA RIFORMA BONAFEDE A SABRINA MISSERI. ''È L'ANGOSCIA DELLA MIA VITA. LA NOTTE MI CAPITA ANCORA DI PENSARE A QUESTA SCIAGURATA E A SUA MADRE'' - RIMPIANGE IL CODICE ROCCO E IL VECCHIO PROCESSO: ''PENSARE CHE UN GIUDICE NON POSSA FARSI UN'IDEA DEI FATTI PRIMA DELL'UDIENZA È IRREALE. SEPARAZIONE DELLE CARRIERE? RESPONSABILITÀ DEI PM?''

Estratto dell'articolo di Annalisa Chirico per ''Il Foglio'' (ARTICOLO INTEGRALE QUI)

 

 

 

 

FRANCO COPPI

“Nei tribunali c’è un tale degrado che mi è passata la voglia di andarci”, il professor Franco Coppi appare tormentato, e non lo nasconde. La chiacchierata su vita e morte del diritto attraversa il principio e la fine di un'esistenza, la sua. “Volevo fare il pittore ma non avevo dentro il sacro fuoco del pittore. Neppure quello dell'avvocato, a dire il vero. Dicono che non si dovrebbe vivere di rimpianti, che al termine di un ciclo sei quello che dovevi essere. Una qualche provvidenzialità immanente nelle cose deve pur esserci. Poi però io mi fermo a pensare, e il pensiero è tormento. Penso a ciò che non sono riuscito a fare, che mi sarebbe piaciuto fare, ai posti che non ho visto, agli incarichi che non ho accettato. Sebbene oggi non abbia più alcun senso, continuo a ripensare me stesso. Ci si prepara anche così a morire”.

 

bonafede

(...)

alfonso bonafede

 

“E’ accaduto che, poco prima di un'udienza, un magistrato mi abbia confidato candidamente di essersi già formato un'opinione sul caso guardando gli spettacoli televisivi. Me l’ha detto senza avvertire la gravità di un'affermazione che per me è valsa come una pugnalata nel fegato”. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha presentato un ddl che fissa in sei mesi il termine perentorio per la conclusione delle indagini preliminari.

 

 

 

giulia bongiorno alfonso bonafede

(...)

 

Se fosse vero che il giudice, una volta a conoscenza degli atti, si preforma un giudizio immutabile, con il vecchio Codice Rocco avremmo dovuto avere soltanto condanne. All'epoca invece le sentenze di assoluzione fioccavano. Oggi si pretende che chi ha redatto un verbale si rechi in aula, a distanza di tre anni, per riferire se il capo della vittima fosse reclinato sul volante o riverso sul sedile, elementi e fatti già pacificamente acquisiti agli atti. E’ un meccanismo caotico, fonte di perdite di tempo inenarrabili”.

FRANCO COPPI

La riforma Vassalli del 1989 è uno spartiacque: lei vorrebbe tornare indietro? “Continuo a ritenere che il codice Rocco desse maggiori garanzie dell’attuale. Il giudice istruttore, al momento del rinvio a giudizio, consegnava al giudice del tribunale un'ipotesi di lavoro. Va da sé che parliamo di magistrati perbene, avvocati preparati e pm dotati: in presenza di un giudice pazzo o di un difensore corrotto, non c'è codice che tenga. Con il vecchio rito i processi si risolvevano in un paio di udienze perché il giudice era nelle condizioni di poter acquisire, mediante la lettura degli atti, una conoscenza approfondita del caso.

 

Franco Coppi

 

Franco Coppi e Pellegrino Capaldo

 

(...)

Franco Coppi e moglie

 

Il guardasigilli sogna un Csm eletto con un mix di votazione e sorteggio, un meccanismo arzigogolato foriero di un paradosso: i candidati meno votati potrebbero essere quelli eletti. “Io resto contrario al sorteggio: se è indiscriminato rischia di far eleggere un magistrato fresco di concorso; se invece s’introducono criteri e paletti, legati per esempio all'anzianità di servizio, diventa un sorteggio pilotato e discriminatorio”.

 

Il correntismo però non fa bene alla giustizia. “La formazione delle correnti è inevitabile. Il tema non mi ha mai appassionato, a me piace mettere la toga sulle spalle”. Lei coltiva buone relazioni con tutti. “Non ho amici magistrati, non li frequento ma uso cordialità, certo. Quando sono in aula ho davanti a me il pm, un avversario, e non mi domando a quale corrente appartenga”.

 

Lo scandalo Csm, squadernato sui giornali, ha svelato il segreto di Pulcinella: toghe e politici negoziano le nomine. “La vicenda non mi ha stupito, mi sembra piuttosto emblematica del momento buio che sta attraversando la giustizia in Italia. Io però una soluzione l'avrei”. Quale? “Se al Csm venisse lasciata la sola funzione disciplinare e il conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi fosse affidato a un organo diverso, non ci sarebbe più la corsa a farsi eleggere. Il compito di nominare procuratori capi, aggiunti e presidenti di sezione potrebbe essere assegnato a un collegio di giudici costituzionali, integrati con il primo presidente della Cassazione e con il procuratore generale, insomma con figure avanti nella carriera e perciò meno sensibili a pressioni esterne”.

Franco Coppi

 

Silvio Berlusconi e Matteo Renzi avrebbero sostenuto la sua candidatura a Palazzo de' marescialli. Lei ha sempre rifiutato. “Io mi limito alle cose che so fare”. Le fu proposto anche il ruolo di giudice costituzionale. “Il compianto Loris d'Ambrosio, all'epoca consigliere giuridico del presidente Giorgio Napolitano, mi raggiunse in ufficio per illustrarmi questa possibilità. Mi presi la pausa estiva per pensarci, alla fine declinai”. C'è un ministro della Giustizia che rimpiange? “Il democristiano Guido Gonella fu un buon ministro”.

 

FRANCO COPPI E NICCOLO GHEDINI

 

FRANCO COPPI IN CASSAZIONE FOTO LAPRESS

FRANCO COPPI E COSSIGA

(...)

 

(...)

 

franca leosini storie maledetti sabrina misseri

 

Lei, professor Coppi, è il più grande avvocato d'Italia: c'è il suo nome nel caso Andreotti, nello scandalo Lockheed, nel golpe Borghese, nelle difese di grandi gruppi industriali e in quelle di Niccolò Pollari, Antonio Fazio, Gianni De Gennaro, Franzo Grande Stevens...La gente fa a gara per farsi difendere da lei. “Da qualcuno deve farsi difendere”. Non faccia il modesto. “Forse il mestiere dell'avvocato è talmente banale da riuscire anche a una persona che non lo ama particolarmente. Lanciare un razzo nello spazio è più complicato”.

 

SABRINA MISSERI

(...)

 

“Non vedo perché il cane, la mia passione di questi anni, non debba avere un nome. E' un omaggio a Ghedini, non certo una presa in giro”. Nel cielo stellato della sua brillante carriera compare un buco nero, privo di avi illustri. “Sabrina Misseri è l'angoscia della mia vita. La notte mi capita ancora di pensare a questa sciagurata e a sua madre”. Entrambe scontano una condanna all'ergastolo per l'omicidio di Sarah Scazzi.

 

“Ho la certezza assoluta della loro innocenza, sarei pronto a giocarmi qualunque cosa. Non essere riuscito a dimostrarlo ha rovinato la mia vita di avvocato. Noi difensori non possiamo pretendere di vincere tutti i processi, non deteniamo il monopolio della verità e certe vicende si prestano a molteplici letture, d'accordo, ma nel caso di Sabrina Misseri no. Le prove della sua innocenza e della colpevolezza del padre reo confesso erano talmente schiaccianti che non riesco a capacitarmi di questo fallimento, il ricorso per Cassazione mi ha procurato una delusione insanabile. Questa ragazza sta in carcere da dieci anni: per me è un tormento”.

 

(...)

giulia bongiorno foto di bacco

.

giulia bongiorno foto di bacco (1)

 

 

concorso magistratura 

magistrato 1

 

 

 

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - A 53 GIORNI DAL RINNOVO DELLA GOVERNANCE DI GENERALI, A CHE PUNTO È IL RISIKO BANCARIO? NEL SUO SOGNO DI CONQUISTARE IL LEONE DI TRIESTE, EVITANDO PERO' IL LANCIO DI UNA COSTOSISSIMA OPA, PARE CHE NELLA TESTA DI CALTA FRULLI UN PIANO IN DUE TEMPI: INTANTO CONQUISTARE LA MAGGIORANZA NEL CDA DELLA COMPAGNIA, DOPODICHÉ PAPPARSI MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI (SEMPRE CHE NON ARRIVI A PIAZZETTA CUCCIA UN CAVALIERE BIANCO) – ALL’OFFENSIVA DI CALTA, L’ASSO NELLA MANICA DI DONNET SI CHIAMA UNICREDIT. ORCEL AVREBBE PERSO L’ENTUSIASMO PER BPM E SAREBBE BEN FELICE DI PORTARSI A CASA BANCA GENERALI - TANTO PER SURRISCALDARE IL CLIMA GIÀ TOSSICO È ARRIVATA IERI “LA STAMPA” CHE LANCIAVA ‘’L’IPOTESI DEL CONCERTO CALTAGIRONE-MILLERI” (SMENTITA)…

luca richeldi papa francesco bergoglio sergio alfieri

DAGOREPORT - I MEDICI DEL GEMELLI CHE CURANO IL PAPA (SERGIO ALFIERI E LUCA RICHELDI) SONO STATI CHIARI CON FRANCESCO: SE E QUANDO VERRÀ DIMESSO, BERGOGLIO DOVRÀ DIMENTICARE LA VITA MOVIMENTATA CHE HA CONDOTTO FINORA, E DARSI UNA REGOLATA. IL FISICO DEL PONTEFICE 88ENNE È MOLTO PROVATO E NON POTRÀ REGGERE AD ALTRI VIAGGI, OMELIE AL GELO E MARATONE DI INCONTRI CON I FEDELI – IL FUMANTINO CAPO DELLA CHIESA CATTOLICA ACCETTERÀ LA “CAMICIA DI FORZA” DI UNA CONVALESCENZA "PROTETTA" A SANTA MARTA?

angela merkel friedrich merz

DAGOREPORT – IL MURO DI BERLINO NON E' MAI CADUTO: MERZ E MERKEL SONO LE DUE FACCE DI UN PAESE CHE NON HA SANATO LE STORICHE DISEGUAGLIANZA TRA IL RICCO OVEST E IL POVERO EST – FIGLIOCCIO DI SCHAUBLE LUI, COCCA DI KOHL LEI, MERZ E MERKEL SI SFIDARONO NEL 2000 PER LA LEADERSHIP DELLA CDU. MA LA DEFLAGRAZIONE DEI LORO RAPPORTI SI È AVUTA CON LA POLITICA MIGRATORIA DI ANGELONA, FALLIMENTARE AGLI OCCHI DI MERZ (CHE RITENEVA NECESSARIO INTEGRARE I TEDESCHI DELL’EST, PRIMA DI ACCOGLIERE SIRIANI E TURCHI) - SE LA MERKEL L’AVESSE ASCOLTATO, OGGI L’AFD NON SAREBBE AL 20%...

beppe sala elly schlein

DAGOREPORT - TE LO DO IO IL CENTROTAVOLA! - L'IDEONA DI ELLY SCHLEIN PER NEUTRALIZZARE CHI SOGNA LA NASCITA DI UN PARTITO CENTRISTA ALLEATO DEL PD: CREARE LISTE CIVICHE PER LE REGIONALI E, SE FUNZIONANO, RIPROPORLE IN CHIAVE NAZIONALE ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 COL NOME DI "ALLEANZA PER L'ITALIA" - LEADER DEL PROGETTO DOVREBBE ESSERE BEPPE SALA, CHE PERÒ HA PERSO SMALTO (LE INCHIESTE SULL’URBANISTICA MILANESE) - L'ISOLAMENTO DI SCHLEIN NEL PD SUL PIANO DI RIARMO DI URSULA E LA SUA MANCANZA SI CARISMA: I SUOI GIORNI AL NAZARENO SONO CONTATI...

elon musk trump zelensky jd vance

DAGOREPORT – LE SPARATE DI ELON MUSK SONO SOLO UN MODO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE E RISPONDERE AL PRESENZIALISMO DI JD VANCE, CHE MR. TESLA CONSIDERA UN “BURINO” – IL MILIARDARIO KETAMINICO HA PRESO MALISSIMO LA VISIBILITÀ OTTENUTA DAL VICEPRESIDENTE USA GRAZIE ALL’IMBOSCATA TESA A ZELENSKY. TRUMP CONOSCE BENE L’EGO-MANIA DEL SUO “DOGE”: PER QUESTO HA CHIESTO AL CONGRESSO UNA STANDING OVATION PUBBLICA PER MUSK (E QUELLO, TUTTO TRONFIO, SI È ALZATO COMPIACIUTO MOSTRANDO IL POLLICE)…

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER