IL SINDACO DEI DUE MONDI - LA PAZZA IDEA DI BLOOMBERG: DOPO NEW YORK, VUOLE FARE IL SINDACO DI LONDRA - SAREBBE IL CANDIDATO DEI CONSERVATORI ALLE ELEZIONI DEL 2016 - L’UNICO PROBLEMA? NON HA LA CITTADINANZA BRITANNICA
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Dopo New York, Londra. Michael Bloomberg starebbe considerando questa nuova avventura politica, candidandosi a sindaco della capitale britannica per i tory nel 2016. L’unico problema è che non ha la cittadinanza, ma ciò non ha impedito al Sunday Times di lanciare la proposta, al New York Post di riprenderla in prima pagina, e all’attuale primo cittadino della città Boris Johnson di sostenerla su Fecebook.
Quando con il direttore Mario Calabresi intervistammo Bloomberg a poco tempo dalla fine del suo mandato, lui disse che non aveva alcuna intenzione di ritirarsi a godere i suoi miliardi: «Andrò in barca per un paio di settimane, magari in Italia, e giocherò un po’ a golf, ma poi mi annoierò e tornerò a lavorare». È stato di parola. Prima l’Onu lo ha nominato ambasciatore per spingere le città a diventare più verdi, un tema su cui si era impegnato molto come sindaco, e poi ha ripreso a gestire la propria azienda.
Sullo sfondo continuavano a girare voci riguardo la possibile candidatura alla Casa Bianca, ma 73 anni erano un po’ troppi per lanciarla e avrebbe dovuto farlo come indipendente, perché il Partito democratico ha in mente altri nomi, e in quello repubblicano difficilmente la base conservatrice consentirebbe di vincere le primarie a un social liberal come lui.
lex sindaco di New York Michael Bloomberg
Bloomberg però aveva sempre sostenuto che nel nuovo mondo globalizzato le grandi città sono l’unico vero punto di partenza per cambiare la società, e così la voce della candidatura a sindaco di Londra ha cominciato a prendere piede, soprattutto dopo che lui ha investito enormemente sulla capitale britannica per costruire la nuova sede della propria azienda, e la Regina lo ha insignito della honorary knighthood.
Il Sunday Times ha scritto che Michael ci sta pensando sul serio, e il Post lo ha seguito, segnalando quanto meno l’appoggio di Rupert Murdoch. Poi Johnson, che nel 2016 non si ricandiderà, ha aggiunto il suo sostegno su Facebook. Un po’ scherzoso, perché ha scritto che «l’unica possibile promozione per uno che è stato sindaco di New York sarebbe guidare Londra, la più grande città del mondo». Ma anche un po’ serio, perché davvero ai tory non dispiacerebbe di lanciarlo.
Il problema è che Bloomberg non ha il passaporto britannico, ma potrebbe chiederlo grazie ai suoi investimenti. E il solo fatto che si discuta di questa provocazione dimostra come il mondo, e la natura delle grandi città multietniche e multiculturali, stiano davvero mutando.
rupert murdoch al party foboris johnsonMICHAEL BLOOMBERG