E’ BASTATO CHE IL SINDACO DI LAMPEDUSA, TOTO' MARTELLO, CHIEDESSE LA CHIUSURA DEL CENTRO D’ACCOGLIENZA PER SCATENARE SU DI LUI LA SOLITA TEMPESTA DI ACCUSE DI RAZZISMO: “CHIEDO SOLO IL RISPETTO DELLE REGOLE. CHI VUOLE SPECULI PURE MA CHI PARLA COSÌ VIVE IN UN MONDO CAPOVOLTO...”
Da www.ansa.it
“Chiudere il centro di accoglienza di Lampedusa: sapevo che pronunciando queste parole avrei creato un 'caso', che mi sarei attirato critiche e apprezzamenti, sguardi di indignazione e messaggi di incoraggiamento. Ma era l'unico modo per accendere i riflettori su quello che da alcune settimane sta avvenendo nella nostra isola". E' quanto scrive il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, in una lettera aperta replicando alle polemiche scatenate dopo la sua richiesta di chiusura dell'hotspot.
"Purtroppo devo constatare che chiedere che anche i migranti rispettino le stesse regole che valgono per i lampedusani e per gli altri cittadini italiani, secondo qualcuno significa essere 'razzista' se non addirittura 'terrorista'. Chi parla così vive in un mondo capovolto: un terrorista è colui il quale sovverte l'ordine pubblico, non chi chiede che venga rispettato", scrive il sindaco di Lampedusa.
"In troppe occasioni i migranti sbarcano, vengono soccorsi ed accolti, e subito dopo vengono lasciati liberi di muoversi come vogliono senza che nessuno intervenga per verificare se soggiornano o meno all'interno del centro - dice Martello - Se qualcuno vuole speculare sulle mie parole è libero di farlo, ma qui il tema non è né il razzismo né l'intolleranza: il punto è il rispetto dell'ordine pubblico e delle regole. Un rispetto che non può valere solo per i lampedusani, mentre chiunque altro viene lasciato libero di agire come vuole".
L'appello lanciato ieri dal sindaco - "Minacce, molestie, furti. Lampedusa è al collasso, le forze dell'ordine sono impotenti, nel centro ci sono 180 tunisini molti dei quali riescono tranquillamente ad aggirare i controlli: bivaccano e vivono per strada. Chiedo che venga chiuso l'hot spot, una struttura inutile che non serve a niente". Così all'ANSA il sindaco di Lampedusa, Totò Martello. Che accusa: "Siamo abbandonati". Il sindaco Martello denuncia: "I bar sono pieni di tunisini che si ubriacano e molestano le donne. Ricevo decine di messaggi di turisti impauriti, gli albergatori, i commercianti e i ristoratori subiscono quotidianamente, non ce la fanno più". "Nonostante il centro sia presidiato da polizia, carabinieri e guardia di finanza, i tunisini entrano ed escono come e quando vogliono. Non c'è collaborazione fa parte delle istituzioni - accusa Martello - Siamo soli. C'è un grave problema di ordine pubblico, chiedo l'intervento diretto del ministro degli Interni". Il sindaco segnala diversi episodi: "Per due volte un fruttivendolo che si trova davanti alla stazione dei carabinieri ha subito il furto di fiaschi di vino. Ci sono furti continui nelle botteghe di abbigliamento e di alimentari, molestie nei confronti dei turisti. Se non si è grado di gestire questua situazione, poiché molti di questi sono delinquenti, che vengano messi in carcere".
Giusi Nicolini, sindaco Lampedusa fa terrorismo - "Ho l'impressione che il sindaco di Lampedusa voglia fare del terrorismo. Basterebbe controllare il numero delle denunce presentate ai carabinieri: a me risulta solo un furto da un negozio di frutta e verdura, inoltre l'isola è piena di turisti e non mi pare che ci siano state molestie da parte di tunisini". Così l'ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini commenta le dichiarazioni del suo successore, Totò Martello, secondo il quale l'isola è al collasso a causa di "minacce, molestie e furti" e sollecita la chiusura dell'Hot spot che attualmente ospita 180 tunisini.
"Si sta cercando di ricreare quel clima di paura - aggiunge Nicolini - che c'era a Lampedusa prima della mia elezione, quando si amministrava l'isola con la logica emergenziale". L'ex sindaco, che oggi fa parte della segreteria nazionale del Pd, ammette tuttavia che dopo la chiusura della rotta libica si sta riaprendo un flusso di migranti provenienti dalla Tunisia. "Sono piccoli gruppi che arrivano con piccole barche, alcune delle quali riescono a raggiungere anche il litorale agrigentino per sfuggire ai controlli. Quelli che si trovano nell'Hot spot di Lampedusa sanno di dover essere rimpatriati, il vero problema è quello di evitare di trattenerli a lungo nell'isola".