luigi di maio armando siri

MA SIRI, SI DIMETTE O NO? A PASQUA È SCOPPIATA LA TREGUA ARMATA TRA M5S E LEGA: NEL CARROCCIO NON SI PARLA PIÙ DEL CASO SENZA CONSULTARE SALVINI, E TRA I GRILLINI LA MOSSA DI TONINELLI DI TOGLIERE LE DELEGHE AL SOTTOSEGRETARIO POTREBBE BASTARE PER PLACARE GLI ANIMI. CONTE DOVRÀ DECIDERE DOMANI NEL CONSIGLIO DEI MINISTRI. IN CASO DI DIMISSIONI ''SPINTANEE'', LA LEGA È PRONTA A BLOCCARE IL SALVA-ROMA, E A CASCATA…

1. GOVERNO, TREGUA ARMATA LEGA-M5S. RESTA IL NODO DELLE DIMISSIONI DI SIRI

ARMANDO SIRI

Manuela Perrone per www.ilsole24ore.com

 

Il primo test per la tenuta del Governo sarà martedì, quando approderà in Consiglio dei ministri il decreto crescita per la seconda deliberazione assicurata dal premier Giuseppe Conte al presidente Sergio Mattarella. Nel provvedimento il M5S ha voluto la norma “salva Roma”, che prevede la chiusura della gestione commissariale del maxi debito della Capitale trasferendolo in parte allo Stato. Ma dopo l’esplosione dei casi Siri e Raggi, la Lega ha alzato il muro. Nessuno degli alleati intende arretrare. Fonti qualificate del Movimento sottolineano come la misura sia presente nella bozza pronta per il Cdm. E ricordano di avere la maggioranza in Consiglio dei ministri. Dal Carroccio insistono: i nostri ministri non voteranno una norma che serve a una sola città.

 

giuseppe conte armando siri

Sono giorni di tregua armata, dopo le tensioni di venerdì. Conte dalle pagine del Corriere della Sera ha voluto rassicurare sul fatto che «il Governo vivrà, non sopravviverà». Vedrà nei prossimi giorni il sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione, che presto sarà ascoltato dai Pm di Roma. Ma avvisa Salvini a rinviare le ambizioni da premier. E cita l’«etica pubblica» come valore che «impone di distinguere e di spiegare bene al Paese».

 

L’asse con Luigi Di Maio sulla questione è totale. Il vicepremier M5S sceglieRepubblica per invitare Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti a chiarire sia su Siri sia su Federico Arata (figlio di Paolo, che per gli inquirenti sarebbe legato a doppio filo all’imprenditore mafioso dell’eolico Vito Nicastri), assunto a Palazzo Chigi dal sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio.

 

Sulla vicenda Siri il Pd al Senato, con il plauso del segretario Nicola Zingaretti, ha deciso di presentare una mozione di sfiducia al premier. «Un drammatico errore», commenta Silvio Berlusconi. Mentre la Lega fa quadrato intorno a Siri: di dimissioni al momento non se ne parla. L’ordine di scuderia di Salvini è uno: evitare di rispondere a polemiche e provocazioni.

danilo toninelli armando siri

 

Con i suoi si dice tranquillo. Ricorda le cose da fare e la soddisfazione per quanto già realizzato. Cita le tasse, il lavoro, la sicurezza, le telecamere negli asili. In sintesi: non vuole alimentare le voci di un Governo in crisi. Men che mai seguire il M5S sulle sue proposte. Come quella sul conflitto d’interessi, rilanciata da Di Maio anche per sondare i rapporti tra Lega e Fi. I Cinque Stelle sono pronti a presentare due proposte di legge alla Camera.

 

matteo salvini giuseppe conte a pian de giullari firenze

Salvini lascia correre. Dal Trentino, dove ha trascorso il Sabato santo, pubblica su Facebook il sondaggio Ipsos che vede la Lega volare al 36,9% e accredita M5S e Pd in calo al 22,3% e al 18,7%. Dati che galvanizzano i big del Carroccio, più che tentati dallo staccare la spina. L’intenzione del vicepremier, però, è aspettare le europee. Tenendosi pronto in caso di incidenti che facciano precipitare la situazione. Calendario alla mano, per votare a giugno occorrerebbe sciogliere le Camere entro il 14 maggio.

 

Le successive finestre elettorali per non votare in piena estate si aprirebbero a settembre o a ottobre. Quando però si dovranno mettere in sicurezza i conti con la manovra. Fonti di maggioranza raccontano di contatti e confronto continuo tra il presidente Mattarella e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Alle porte c’è da sciogliere anche il nodo Bankitalia: come anticipato dal Sole 24 Ore del 18 aprile, la soluzione al vaglio di Conte sarebbe quella di procedere, forse già martedì, con il via libera alle sole nomine di Fabio Panetta Dg con Daniele Franco e Luigi Federico Signorini vice. Senza Alessandra Perrazzelli, invisa alla Lega perché ritenuta troppo vicina al Pd.

zingaretti

 

 

 

2. CASO SIRI VERSO LA TREGUA MA I GRILLINI RILANCIANO IL CONFLITTO DI INTERESSI

Mario Ajello per ''Il Messaggero''

 

 

Armando Siri va o resta?

Dimissioni sì o no? Probabilmente, no. La tregua che Di Maio e Salvini stanno cercando di costruire dopo l' escalation del terrore dell' altro giorno, tra inchieste giudiziarie e scontri su tutto, dovrebbe portare alla non espulsione dal governo del sottosegretario leghista. Pareva che i fulmini della cacciata dovessero abbattersi su di lui, e invece ieri M5S ha cominciato ad ammorbidire i toni e a trattare la sua permanenza nell' esecutivo - il Contratto di governo dice che non basta un avviso di grazia per perdere la poltrona - e Salvini è ben disposto a questo negoziato, perché l' uscita di Siri sarebbe oltre uno smacco anche un fattore di destabilizzazione che è meglio evitare alla vigilia del voto per le Europee.

 

Quindi? Siri potrebbe restare in sella, i grillini non affonderanno il colpo più di tanto su di lui e in cambio avranno probabilmente il via libera leghista - martedì si vedrà in che forma ma la voglia d' accordo c' è - al Salva Roma. Che per M5S è fondamentale per rendere, così sperano, la Capitale un problema per loro meno terribile di quanto lo sia adesso.

 

SCARAMUCCE

luigi di maio giuseppe conte e la card per il reddito di cittadinanza

Però Di Maio tiene sulle corde Salvini, con la minaccia sul conflitto d' interessi: «Porteremo la legge in aula». Ossia rispunta il vecchio mantra anti-berlusconiano, ed è una sfida alla Lega: vediamo se siete più fedeli ai vostri alleati di governo attuali, cioè noi, o al vecchio Silvio. Salvini minimizza: «E' solo una provocazione pre-elettorale, non preoccupiamoci troppo».

 

Vuole andare avanti Salvini: «Abbiamo tanti progetti in cantiere». Il suo obiettivo è questo: procedere ancora, e dopo le Europee fare il punto con i 5 stelle.

Così la spiegano alcuni dei suoi più stretti collaboratori di governo: «Dovranno dirci, dopo il 26 maggio, se sono disposti ad assumersi finalmente la responsabilità di fare le cose e di farle per bene. Perché al momento sanno solo dire di no i 5 stelle e si frenano tutta l' attività». «Stanno esageratamente esagerando i grillini», dice qualche leghista.

 

 LA MOSSA DEL CAVALIERE

Nei prossimi giorni Di Maio e i suoi scateneranno l' offensiva sui migranti, dicendo che Salvini non sa fare i rimpatri, ma, appunto, Matteo dice che i grillini vogliono solo provocare perché tra poco si vota e serve alzare il tiro e i toni. Però la base M5S è in subbuglio. In quel che resta dei meet-up e sui social impazza il bombardamento sul quartier generale di Di Maio: «Staccate la spina, basta con il Carroccio!». Questo il mood. E in questo contesto s' inserisce il Pd e tenta la via della sfiducia parlamentare sul caso del sottosegretario leghista privato delle deleghe da Toninelli.

toninelli di maio aereo di stato

 

Ma Berlusconi personalmente stronca l' iniziativa: «Il Pd ha depositato una mozione di sfiducia nei confronti del governo sulla base di un sospetto, prima ancora che cominci un processo? È il solito drammatico errore della sinistra».

 

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…