JIHAD GOES TO HOLLYWOOD! - SLOGAN, MINACCE AGLI USA, UCCISIONI, ESPLOSIONI: IL CLIPPINO DEL CALIFFO È UN MINI-KOLOSSAL (E COME UN TRAILER SI CHIUDE CON LA SCRITTA “PROSSIMAMENTE”)
Guido Olimpio per “il Corriere della Sera”
Gli insorti iracheni sono stati dei precursori nell’uso dei video. All’inizio dell’invasione Usa, nel 2003, avevano «scoperto» che c’era una grande richiesta e, allora, disponendo di poco materiale infilavano spezzoni tratti da film di guerra in mezzo ai filmati dei loro attentati. Un gap presto colmato dal gran numero di attacchi registrati con i telefonini.
Molto tempo è passato da quei giorni. Tredici anni dopo gli eredi di Al Zarqawi hanno migliorato la produzione. L’ultimo clip, diffuso dallo Al Hayat Media Center, braccio propagandistico dell’Isis, è la sintesi perfetta. Un clip di 52 secondi, montato con scene di agguati, uccisioni, esplosioni. Le sole parole sono quelle del presidente Obama, tratte da un recente discorso: «Le truppe combattenti americane non torneranno in Iraq».
Il filmato, intitolato Fiamme di guerra , è come un trailer hollywoodiano che si chiude con la scritta «prossimamente», la stessa che appare negli spot per i film in uscita. Un annuncio che vuole essere una minaccia rivolta agli Usa. Il video è in linea con quelli fin qui realizzati dai seguaci del Califfo, Abu Bakr Al Baghdadi. Alcuni brevi, come le esecuzioni degli ostaggi.
Altri molto più lunghi e articolati. L’intelligence Usa sospetta che il dipartimento propaganda dell’Isis sia guidato da un americano d’origine siriana, Ahmad Abousamra, che ha partecipato prima alla rivolta in Iraq e poi è passato con i militanti estremisti. I video sono comunque usati da tutte le formazioni. Quelle siriane ne hanno solo esteso la diffusione per raccogliere fondi e reclutare.
Il gruppo Al Nusra (qaedista) ha di recente postato un filmato che ha illustrato, passo per passo, l’attacco a una base del regime. Per sfondare le linee i ribelli impiegano 4 veicoli bomba, due dei quali affidati a kamikaze. Su due mezzi, radiocomandati, hanno anche piazzato delle videocamere che ne hanno registrato l’avanzata spedendo le immagini in tempo reale al computer degli insorti.
Altre telecamere hanno seguito da varie angolazioni l’assalto e poi le esplosioni. Un clip destinato all’interno del movimento ma anche con una proiezione esterna. Per quei sostenitori che vivono in Medio Oriente o in Occidente, magari individui che non hanno legami strutturali con le fazioni, anche se ne vorrebbero far parte. Alcuni possono trasformarsi in «lupi solitari», terroristi che si auto-indottrinano, cercano di realizzare ordigni con elementi reperibili sul mercato civile e passano alla fase operativa. Quello che è avvenuto con le bombe alla maratona di Boston.
Proprio questo tipo di ordigni, realizzati con polvere nera e pentole a pressione nella cucina di casa, sono consigliati dall’Isis ai propri simpatizzanti in Occidente. Il capo della polizia di New York, Bill Bratton, ha affermato che il movimento, attraverso i forum su Internet, ha invitato i seguaci a colpire luoghi turistici. Tra questi Times Square, uno dei luoghi simbolo della città. È evidente che la minaccia è seria, ma al tempo stesso la copertura dedicata a quello che «potrebbero» fare i terroristi rischia di favorire il piano del Califfo.