IN TRIBUNALE VA IN ONDA LA SOAP DELLE BUNGA-GIRLS - CHIARA DANESE: “NON SAPEVO CHE BERLUSCONI FOSSE PROPRIETARIO DI MEDIASET” - SERRA: “ESISTEVA IN ITALIA, IN PIENO BERLUSCONISMO, UNA CREATURA CHE NON SAPEVA BENE CHI FOSSE BERLUSCONI!” - “RUBY INTERROGATA IN SEGRETO PRIMA CHE SCOPPIASSE LO SCANDALO” - I GIUDICI IMPEDISCONO LE DOMANDE SULLE TELEFONATE TRA IL BANANA, MICHELLE CONCEICAO E LA MINETTI (CHE NON VA IN TRIBUNALE PER LEGITTIMO IMPEDIMENTO)...

1 - RUBY: MINETTI IN CONSIGLIO REGIONALE NON PARTECIPA A UDIENZA
(ANSA) - Il consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti, come aveva annunciato, stamani si è presentata in Consiglio regionale, evitando di comparire a Palazzo di giustizia a Milano per l'udienza del processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi, nella quale era stata citata dall'accusa come teste. Nicole Minetti, che nei giorni scorsi aveva presentato istanza di legittimo impedimento motivandola con la presenza in Consiglio regionale per la seduta sull'approvazione del bilancio, ha preferito non rilasciare dichiarazioni sul processo, ma si è fermata a scherzare con i giornalisti, ai quali ha offerto un caffé.

2 - RUBY: PM RINUNCIA A SENTIRE LEI E LELE MORA
(ANSA) - La procura di Milano rinuncia alla testimonianza di Ruby, la giovane marocchina parte offesa al processo in corso a Milano a carico di Silvio Berlusconi. Lo ha comunicato in aula il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, prima della pausa pranzo, aggiungendo che la procura rinuncia anche all'esame di Lele Mora, il quale, con una lettera aveva reso noto di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Inoltre il procuratore Boccassini ha comunicato che Nicole Minetti, imputata di reato connesso nell'ambito del procedimento gemello, è stata convocata per venerdì prossimo 13 luglio per l'interrogatorio. La consigliera regionale, che doveva essere sentita oggi, nei giorni scorsi ha presentato istanza di legittimo impedimento in quanto nella giornata odierna è impegnata in consiglio regionale nella votazione della legge di bilancio.

3 - RUBY: GIUDICI A PM, NO DOMANDE SU TELEFONATE EX PREMIER
(ANSA) - I giudici del tribunale di Milano, davanti ai quali si sta celebrando il processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi, accogliendo la richiesta della difesa, non hanno ammesso le domande da parte dei Pm sui contatti dell'ex premier in qualità di parlamentare imputato che emergono dai tabulati di Nicole Minetti e Michelle de Conceicao che hanno 'fotografato' quel che è accaduto la ormai nota notte in questura. La decisione dei giudici è stata presa dopo che i legali di Berlusconi hanno sollevato l'eccezione in seguito a una serie di domande precise poste dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini a Diego Latella, ispettore dello Sco.

Per il collegio si possono utilizzare nel dibattimento le testimonianze verbali di persone, che sono già state sentite e che hanno raccontato quanto è accaduto tra il 27 e il 28 maggio di due anni fa, quando Ruby venne portata in questura per via di un furto e poi 'rilasciata' dopo la chiamata dell'allora capo del governo, ma non sono ammesse invece domande sui tabulati telefonici di Berlusconi in quanto sono inammissibili al processo, in mancanza dell' autorizzazione della Camera di appartenenza. L'udienza sta proseguendo sempre con la testimonianza dell'ispettore dello Sco, Latella.

La sera tra il 27 e 28 maggio di due anni fa, quando Ruby venne portata in questura, dai tabulati risultano contatti tra l'allora premier, Nicole Minetti e Michelle De Conceicao, per esempio quest'ultima cerca di chiamare Berlusconi alle 21.23 di quella sera e mentre la consigliera regionale chiama il numero di Arcore per ben due volte alle 22.27.

Telefonate che durano pochissimi secondi e quindi non si sa nemmeno se abbia parlato o meno con qualcuno nella residenza dell'ex presidente del Consiglio che come risulta da altri tabulati delle due donne si trovava a Parigi. Il procuratore Ilda Boccassini, ha inoltre fatto domande sui contatti telefonici tra i dirigenti e i funzionari della questura e ora sta chiedendo all'ispettore dello Sco gli 'agganci' del cellulare di Ruby con la cella di Arcore.

4 - LA SUPERTESTE SFIDA IL RIDICOLO «MEDIASET DEL CAV? NON SAPEVO»...
Valeria Braghieri per "il Giornale"

In mezzo scorre il fiume. Di acqua minerale. La bottiglietta negata alla provocatoria Marysthelle Polanco nel processo «Ruby 1», quella concessa alla smemorata Serena Facchineri nell'aula dell'udienza per il processo «Ruby bis». Bere lenisce la gola, rianima la lingua, sgombra i ricordi. E lasciar bere, evidentemente, paga. Un po' d'acqua fresca per sentirsi al caldo. La presidente della Corte le concede una pausa, ne approfitta per prendersi un caffè, le sorride, la tratta con gentilezza e così la fa parlare.

Ciò che la Facchineri non aveva detto nella prima testimonianza (quella del procedimento a carico di Silvio Berlusconi), è sgorgato fluido nella seconda (quella del procedimento a carico di Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora): «Sì, è vero Luca (Risso, il suo ex fidanzato, attuale compagno della marocchina, ndr), mi ha raccontato "dell'interrogatorio" di Ruby alla presenza di Mora, Luca Giuliante e di un emissario di "Lui".

Mi ha detto che Ruby ha parlato di cene ad Arcore con ragazze che ballavano, si truccavano, si toccavano. Eh sì, quell'interrogatorio serviva a proteggere "Lui"». E «Lui», secondo la Facchineri, è Silvio Berlusconi. Due processi paralleli, due verità diverse. Il pm che continua a chiamarla «dottoressa» perché le riconosce il rispetto della sua laurea in Biologia ma poi chiede alla Corte di richiamarla per le sue memorie a intermittenza, lei che scoppia in lacrime, l'aula che viene fatta sgombrare per una manciata di minuti. Erano più simili un tempo lei e il suo amato Luca Risso (che ieri in aula ha fatto di nuovo scena muta e verrà ascoltato il 28 settembre).

Il locale di lui da gestire, «L'albicocca», quella fastidiosa, seducente marocchina che continuava a ronzare attorno al suo uomo ma dalla quale, forse, a essere razionali, si poteva anche cavare qualcosa. Oggi sgrana gli occhi, Serena. Si vede che maledice di essersi infilata in questa storia ed è confusa. Ha l'aria di una gallina che cova uova di struzzo.

Ieri più che mai, in aula, è andata in scena una fenomenologia di femmina trasversale. È tornata Chiara Danese. L'altra volta aveva l'aspetto di una fuggita dall'oratorio, stavolta sembrava Lolita: truccata, con un taglio di capelli nuovo e molto più piglio a sostegno dei suoi errori. Con lei c'era ancora la sorella ma si era aggiunta anche la mamma. Una signora robusta e color flanella, con lo smalto rosa sulle unghie un po' smangiucchiato dal fare.

A fine udienza ha offerto il caffè agli avvocati della figlia. È andata alla cassa ed è tornata brandendo lo scontrino, orgogliosa che su quel foglietto ci fossero le consumazioni di tutti offerte solo da lei. L'altra mano era aggrappata all'imitazione di un portafogli di marca: lo stringeva con un misto di vezzo e di apprensione, come tutti quelli che devono far fatica per riempirlo.

In aula, quella sua figlia venuta su bionda e magra come ogni tanto succede quando il Dna va a giocare con il sangue degli avi, aveva appena detto che da quell'unica cena ad Arcore non si aspettava nulla perché non immaginava che un politico potesse garantirle un posto in tv. «Nemmeno Silvio Berlusconi, proprietario di Mediaset?»... «Ma io non sapevo che Berlusconi fosse il proprietario di Mediaset. Io volevo finire le selezioni di Miss Italia, la mia famiglia ci teneva tanto, aveva fatto tanti sacrifici per mandarmi...».

Ed entra la terza donna, diversa ancora. Diana Maria Osorio Iriarte, colombiana, commessa con borsa di marca (stavolta vera) e braccialetto di brillanti (veri). Le sbattono in faccia intercettazioni inequivocabili «Signora lei si prostituisce? Si è mai prostituita insieme a Ruby?». «Mai».

Ha paura per l'affidamento del figlio, che al momento si trova in una comunità protetta,e per l'eventuale espulsione dall'Italia. E nega. Tenta di rimandare l'inevitabile.«E questa telefonata di Ruby, signora? Quella in cui le parla dei 4mila euro che avrebbe potuto guadagnare da cinque clienti?». «Per le cene. Non mi sono mai prostituita, l'altra volta l'ho detto perché ho subito pressioni dal tribunale». Finisce la deposizione e lei finisce indagata per falsa testimonianza e per calunnia.


5 - "RUBY FU INTERROGATA IN SEGRETO C'ERA UN EMISSARIO DI BERLUSCONI"...

L'udienza di ieri al processo Ruby-Fede è stata segnata da due donne. Una è Serena Facchineri, ex fidanzata di Luca Risso. L'altra è un'amica di Ruby, la colombiana Diana Maria Osorio Iriarte. Quest'ultima si ritrova accusata come teste che mente: gli atti giudiziari passeranno dal tribunale alla Procura, perché Iriarte ha detto che il suo primo interrogatorio conteneva frasi «estorte» dai magistrati. L'accusa per lei è di calunnia. È la prima delle ragazze entrate nell'inchiesta come testimone a finire incriminata. Sarà l'ultima?

Da notare che anche la resistenza alle domande da parte di Facchineri, dopo un paio di ammonimenti, si è allentata. Le sono state contestate alcune telefonate con Risso e lei ha spiegato che quando Risso parlava al telefono di scene hard, «si riferiva a Silvio Berlusconi con Ruby... era quello che stava sentendo in quel momento ». Ed è in questo contesto che Ruby, allora minorenne, accompagnata da Risso, partecipò a un «interrogatorio» a Milano. Si svolse tra il 6 e il 7 ottobre 2010, quando lo scandalo era ancora ignoto, e venne fatto «nell'interesse di Berlusconi», alla presenza di un emissario «di lui».

6 - COSE MAI VISTE
Michele Serra per "la Repubblica" - "Non sapevo che Berlusconi fosse proprietario di Mediaset, non pensavo che un politico potesse avere a che fare con il mondo dello spettacolo". La sublime dichiarazione è di Chiara Danese, una delle tante miss convogliate ad Arcore. È stata rilasciata in sede processuale e dunque dobbiamo crederla autentica. Anzi: vogliamo crederla autentica.

Perché se da un lato documenta - come dire - qualche lacuna cognitiva, dall'altro apre il cuore alla speranza: esisteva in Italia, in pieno berlusconismo, una creatura che non sapeva bene chi fosse Berlusconi, nonostante la sua presenza energumena, ossessionante, pervasiva. E questa creatura, per giunta, era in grado di meravigliarsi che "un politico potesse avere a che fare con il mondo dello spettacolo".

Ignoranza e candore, si sa, sono campi non sempre facilmente separabili. Ma questo è un caso in cui il candore attira in modo così irresistibile da costringerci a chiudere un occhio sull'ignoranza. Effettivamente, un politico non dovrebbe avere a che fare con il mondo dello spettacolo, e viceversa. Così come l'elettricista non è un falegname, e viceversa. Se l'opinione molto basica ma molto giusta della signorina Chiara fosse stata l'opinione di tutta l'Italia, non avremmo vissuto gli orribili e ridicoli anni che siamo stati costretti a vivere.

 

 

CHIARA DANESE E AMBRA BATTILANA PARTI CIVILI PER CHIEDERE DANNI AI TRE IMPUTATIChiara Danese parte civile al processo Ruby battilana michelle conceicao ruby RUBY MICHELLE CONCEICAO mora berlusconi berlusconi mora fede pp NICOLE MINETTI minetti nicole BOCCASSINI

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