SOCHI IN AFFARI – SARANNO LE OLIMPIADI INVERNALI PIÙ COSTOSE DI SEMPRE – CORRUZIONE, TANGENTI, MILIARDI PER GLI AMICI E LA STRADA CHE COLLEGA IL VILLAGGIO ALLE MONTAGNE COSTA COME TUTTI I GIOCHI DI VANCOUVER!

Paola Peduzzi per "Il Foglio"

Nel 2010, quando erano in corso le Olimpiadi invernali a Vancouver, a Sochi, che le Olimpiadi le ospita tra due settimane, c'erano 14 gradi centigradi. E nessuno si stupiva, nessuno parlava del cambiamento climatico, dei ghiacci sciolti, degli orsi polari orfani e dell'assenza delle mezze stagioni, perché questa località a trentasette ore di treno da Mosca, verso sud, è quanto di più lontano ci sia dalle steppe fredde e nevose alle quali spesso associamo la Russia - e che di certo associamo ai Giochi olimpici invernali. Ci sono le palme, a Sochi, le spiagge di sassolini che danno sul mar Nero, le acque calde sulfuree, è una meravigliosa località di villeggiatura per il jet set sovietico, dai cosmonauti ai leader politici, un "tropical beach resort", come rispondono ridacchiando gli inglesi quando gli chiedi qualcosa riguardo a Sochi.

Poi però c'è Vladimir Putin. Il quale sette anni fa, quando propose Sochi come sede dei Giochi invernali e come massima espressione della sua potenza, fece una promessa solenne al comitato olimpico: a febbraio del 2014, a Sochi ci sarà la neve. Poiché lui è lo zar della Russia moderna, non uno che è capitato al Cremlino per caso, la neve è arrivata. Sulle montagne si intende, al Roza Khutor Resort di Krasnaya Polyana, sui monti del Caucaso, a qualche decina di chilometri da Sochi, dove sono organizzate le gare olimpiche alpine, quelle che senza neve non si disputano (e infatti sono stati acquistati 500 cannoni per sparare la neve dall'azienda finlandese Snow Secure, che ha anche predisposto una riserva di 710 mila metri cubi di neve recuperata dalla scorsa stagione sciistica sui monti caucasici). A Sochi c'è l'indoor, il pattinaggio e il curling, fuori resteranno i circa 10 gradi che ci sono in questi giorni, pure se l'umidità è alta e forse piove.

Per collegare il villaggio olimpico di Sochi con le montagne è stata costruita una delle più complesse e articolate strutture di strade e treni mai viste, a cominciare dalla stazione tutta in vetro di Adler, il terzo network più grande del mondo, scrive Bloomberg Businessweek, ricordando le imprese "uomo-contro-la-natura" dell'Unione sovietica, come la Baikal-Aimur costruita nella taiga tra gli anni 70 e 80. Putin è deliziato da questa infrastruttura che trasuda potenza da tutte le parti, ha detto Vladimir Yakunin, il capo dell'agenzia di stato che si è occupato del progetto, e che è anche un grande amico di Putin.

Come molti altri degli oligarchi coinvolti per far sì che queste siano le Olimpiadi invernali più belle di sempre. Per ora, pare che siano le più costose: 51 miliardi di dollari spesi dalla Russia, quando a Vancouver, quattro anni fa, ne bastarono circa nove, che sono quelli che sono stati spesi soltanto per la famosa connessione tra Sochi e le montagne (per i Giochi del 2008, Pechino spese 40 miliardi di dollari, ma nei giochi estivi ci sono molti più atleti, molti più eventi, molte più infrastrutture da costruire).

L'opposizione a Putin ha fatto subito dell'ironia, con tutti questi soldi mandavamo le sonde su Marte o piastrellavamo di caviale beluga la famosa strada che va da Sochi alle montagne. Alexei Navalny, che di quell'opposizione è il volto più conosciuto e più temuto (il Wall Street Journal lo descrisse come "l'uomo di cui Putin ha paura") e infatti ha una condanna di cinque anni da scontare per frode, ha pubblicato lunedì un lungo resoconto con mappa interattiva sulle opere dei Giochi, sugli amici del Cremlino che le hanno costruite e su come i costi sono diventati così alti (per la precisione: cinque volte quanto previsto durante la candidatura al comitato olimpico).

Su http://sochi.fbk.info/en è possible circolare virtualmente per Sochi, vedere lo stadio che è costato tra i 500 e i 665 milioni di dollari (quattordici volte quanto era stato pianificato) e cliccare sul report di Human Rights Watch che racconta degli operai morti durante la costruzione e di quelli che ancora non sono stati pagati.

La sintesi della denuncia di Navalny - frutto del lavoro di due mesi da parte d'una ventina di persone - è che corruzione e tangenti hanno fatto lievitare i costi, che la promessa di far lavorare aziende private non è stata mantenuta, e che i progetti sono stati tutti appaltati agli amici del Cremlino e del premier, Dmitri Medvedev, che ha fatto carte false per trovare un posto al suo maestro di sci (ma ha dovuto discutere, ché la precedenza ce l'aveva l'amico con cui Putin fa judo).

Pare che all'inizio non ci fossero nemmeno molte strategie: i funzionari arrivavano da Mosca e dicevano "siamo pieni di soldi, costruiremo qualcosa da qualche parte", così sotto l'etichetta "progetto olimpico" è stata fatta qualsiasi cosa. Anche i cessi, diceva ridendo un costruttore al giornalista di Bloomberg Businessweek, ma non era una battuta: i bagni sono la meraviglia di Sochi. 45 milioni di dollari spesi (secondo Navalny) in una serie di tazze una via l'altra, come degli orinatori ma sono water, a volte ci sono anche stanzine più intime, sempre però con due water almeno ("Non sei mai solo qui", dice il corrispondente della Bbc), e se sei fortunato c'è il poster di Putin e Medvedev che ti guardano seri.

Nell'euforia dell'hubris e della potenza, è stato anche costruito il "Sochi Park", una specie di Disneyland il cui tema però non è Topolino, ma "l'orgoglio nazionale russo". Il proprietario non si sa chi sia, fa capo a una compagnia con sede a St. Kitts e Nevis, ma il capo del progetto è il genero del governatore della regione di Sochi, un ragazzo di 28 anni che ha già cambiato 65 lavori sempre nel settore pubblico e che ogni volta riesce a portarsi dietro la sua efficientissima segretaria, che siede addirittura nel board dello "Snow Park" (ovviamente il parco divertimenti non sarà pronto in tempo, la data di fine cantiere è il 2020, ma Putin ha ricevuto il primo biglietto onorario già nel 2010 e ora, in occasione dei Giochi, ti regalano i biglietti, se un giorno vuoi tornare a Sochi per girare in un castello che sembra quello della Bella addormentata nel Bosco, ma ha un'aria medievale russa).

La stravaganza si sa è un po' di casa presso gli zar, Putin dice che non c'è da stupirsi dei 50 miliardi di dollari, "è così che si fa business in Russia", cosa avete sempre da ficcare il naso, a Sochi le paure sono altre. E' la sicurezza prima di tutto, qui siamo nel mezzo del Caucaso, è un via vai di terroristi, di vedove nere, di avvertimenti, di lettere minatorie: tutto si può permettere Putin, miliardi buttati per aiutare gli amici, bagni in cui non riesci a stare in pace, ma un attentato no.

Ecco che tutto è stato messo sotto controllo, grazie anche alla tecnologia americana (Washington però non si fida, ha mandato due sue navi nel mar Nero, che sembravano d'appoggio ai russi nel caso di crisi e invece pare che siano lì per badare che vada tutto bene) e ogni comunicazione, ogni email, ogni sms sarà monitorato.

Tanto che c'è già panico all'Nbc, la rete americana che sta mettendo su una specie di reality show per Sochi, sono previste 1.540 ore di copertura, praticamente sapremo tutto anche dell'unico atleta che viene dalle isola Tonga (s'è cambiato il nome per darsene uno che è un marchio tedesco di mutande che dalle sue parti va moltissimo, e gareggia con lo slittino).

Ma il panico all'Nbc è dato dal controllo: una delle star della rete (non si sa il nome, ovviamente) ha una relazione, pare anche piuttosto tormentata ("on-off"), da anni con un collega, sono entrambi a Sochi, ma temono che le spie russe rivelino i loro segreti, anzi il loro "naughty behavior", come scrive il Daily News annunciando che i due avrebbero addirittura deciso di non frequentarsi più dal 7 al 23 febbraio, nonostante la ghiotta occasione lontani da casa.

La paura dei russi è pur sempre tanta, si sa che su certe cose fanno sul serio. Per esempio, non sono certi di aver intercettato tutte le vedove nere della zona, ma i gay sì: dalle nostre parti non ci sono omosessuali, ha detto il sindaco di Sochi, Anatoly Pakhomov. Sicuro?, gli ha chiesto un giornalista della Bbc. "No, non sono sicuro", ha risposto infastidito, "mica li conosco".

 

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