IL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE APPARECCHIA LA SOLITA GARA ESTIVA PER UN CONTRATTO DA MEZZO MILIARDO DI EURO CHE PUO' VINCERE SOLO POSTE ITALIANE

Francesco De Dominicis per "Libero"

In ballo c'è una cifra di tutto rispetto, che sfiora il mezzo miliardo. Soldi pubblici: per l'esattezza si tratta di 490 milioni di euro. Stiamo parlando di un appalto di sette anni per la gestione dei pagamenti relativi alle patenti di guida (rilasci e rinnovi) e di una serie di servizi legati alle autovetture (immatricolazioni, revisioni, collaudi, omologazioni).

Un servizio assai articolato che il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha deciso di affidare con una gara pubblica. Il pacchetto prevede anche la gestione e la fornitura di infrastrutture tecnologiche, la formazione del personale e la riscossione dei pagamenti. Il business sembra far gola a parecchi player del mondo bancario.

La stima è di circa 40 milioni di operazioni l'anno che dovrebbero essere remunerate con una commissione attorno a 1,75 euro ciascuna. Secondo gli addetti ai lavori, però, il risultato della competizione è scontato: ad aggiudicarsi quel boccone da mezzo miliardo di euro sarà Poste Italiane (che, tra altro, già oggi gestisce il servizio).

I bookmaker inglesi, qualora fossero interessati ad accettare scommesse per questa «sfida», pagherebbero cifre particolarmente basse. Le classiche quote stracciate. Ecco perché fra gli scommettitori, in pochi punterebbero un solo centesimo di euro, tanto per fare un esempio, su grandi banche come IntesaSanpaolo o Unicredit, a questo punto ridotte alla stregua di due concorrenti «virtuali».

La previsione sulla vincita di Poste, decisamente facile, trae fondamento dalla modalità con cui è stata «indetta» la gara e dalle stesse regole (tecnicamente, i «requisiti») messe nero su bianco dai tecnici del dicastero guidato da Maurizio Lupi. I tempi, anzitutto.

La pubblicazione del bando sulla Gazzetta ufficiale risale ai primi giorni di agosto e il termine per iscriversi al match è il 6 settembre prossimo. Tutto nel rigoroso rispetto della legge, per carità. Fatto sta che per gli eventuali concorrenti del colosso postale, visto il periodo, mettere insieme tutta la complessa documentazione e presentare un'offerta competitiva risulta una specie di mission impossible.

C'è da dire che chi mastica di appalti pubblici sa che le gare estive lampo sono «ordinaria amministrazione»: non di rado la pubblicazione in Gazzetta attorno a Ferragosto, come spiega un esperto, viene utilizzato come espediente per ridurre il numero di partecipanti . Il che fa comunque storcere il naso a chi, in questo caso, avrebbe voluto giocarsi la partita ad armi pari.

A favorire Poste ci sarebbe un altro paletto infilato nel «disciplinare di gara» che prevede, tra i requisiti minimi, una territorialità capillare pari a 8mila sportelli che solo la spa guidata da Massimo Sarmi (che ne ha 14mila) può garantire. Condizioni, dunque, che sbarrano la strada ad altri operatori: qualsiasi offerta economica al ribasso, che peraltro avrebbe favorito i conti pubblici, verrebbe scartata. E dire che, proprio per favorire il mercato, a febbraio era stata l'Antitrust, cioè l'Autorità garante della concorrenza, a imporre la gara pubblica al ministero delle Infrastrutture.

 

MAURIZIO LUPI poste italiane sarmi Massimo Sarmi postino MAURIZIO LUPI logo intesa san paoloTORRE UNICREDIT

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