ursula von der leyen donald trump

IL SOLITO COMPROMESSO-PAPOCCHIO DELL’UNIONE EUROPEA: INVECE CHE RISPONDERE COLPO SU COLPO AI DAZI DI TRUMP, COME CINA E CANADA, I PAESI UE DANNO IL VIA LIBERA A UNA “LISTA” DI CONTRODAZI. UNA PRIMA TRANCHE ENTRERÀ IN VIGORE IL 15 APRILE. LA SECONDA, PIÙ CORPOSA, IL 15 MAGGIO CON TARIFFE CHE POTRANNO ARRIVARE AL 25%. NEL FRATTEMPO, URSULA VON DER LEYEN PROVA A CONVINCERE TRUMP CON UN’OFFERTA DI ZERO DAZI SUI BENI INDUSTRIALI (GIÀ RIFIUTATA DAGLI USA). MA LA VERA ARMA “NUCLEARE” È LO STRUMENTO ANTI-COERCIZIONE, CHE PERMETTE DI IMPORRE RESTRIZIONI ALL’IMPORTAZIONE DI BENI E SERVIZI…

L'UE TRATTA, MA IL 15 APRILE SCATTANO CONTRODAZI AL 25%

Estratto dell’articolo di Michele Esposito per l’ANSA

 

DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN

Trattare con la 'pistola sul tavolo', con le porte apertissime al dialogo, ma ad una condizione: l'Europa non attenderà all'infinito. La prima riunione dei ministri dei 27 sui dazi imposti da Donald Trump rilancia una "inaspettata" unità dei Paesi membri dell'Ue.

 

La linea preferenziale resta quella del negoziato. Anzi, un'offerta è già sul tavolo della Casa Bianca: applicare, reciprocamente, zero tariffe sui beni industriali. E' un'offerta avanzata ben prima del 2 aprile, finora invano. Ed è qui che subentra l'altra faccia della strategia Ue: il via libera ai primi controdazi, che scatteranno il 15 aprile.

 

MAROS SEFCOVIC

[…] Un primo risultato concreto è stato raggiunto: il via libera politico alla lista dei controdazi decisa dalla Commissione il 12 marzo, come risposta alle tariffe americane su acciaio e alluminio. La lista viene spaccata in due tranche: una prima, minoritaria entrerà in vigore il 15 aprile. Una seconda, più corposa, sarà operativa il 15 maggio.

 

[…] I dazi, a quanto prevede il documento della Commissione visionato dall'ANSA, arriveranno fino al 25%, con alcune categorie di prodotti colpite solo al 10%. Salvo, come richiesto da Roma, il bourbon americano. Da qui al 15 maggio, tuttavia, c'è un'eternità. Ed è in questo lasso di tempo che Bruxelles cercherà una soluzione negoziale.

 

"Abbiamo offerto tariffe zero per zero per i beni industriali, come abbiamo fatto con successo con molti altri partner commerciali, perché l'Europa è sempre pronta per un buon affare", ha annunciato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

 

DONALD TRUMP VS URSULA VON DER LEYEN - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK

La mossa di Bruxelles concerne innanzitutto sei settori: auto, farmaceutica, chimica, plastica, gomma, macchinari. Ed è una mano che resta tesa, sebbene finora Washington non l'abbia voluta stringere. L'offerta, rivoluzionerebbe il mercato Ue-Usa andando a resuscitare il Ttip (Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti) finito nel cassetto nel 2016 dopo lunghe polemiche.  […]

 

VIA ALLA LISTA DI «CONTROMISURE» LA MOSSA UE, ANCHE PER NEGOZIARE

Estratto dell’articolo di Fr. Bas. per il "Corriere della Sera"

 

[…] Ieri per la prima volta è emersa l’offerta rivolta dall’Ue agli Usa. Ad anticiparla è stata a Bruxelles la presidente della Commissione von der Leyen, che ha spiegato di avere «offerto agli Usa dazi zero per zero per i beni industriali». Proposta che l’Unione «tiene sul tavolo» rimanendo «pronta a rispondere attraverso contromisure e difendere i nostri interessi».

 

importazioni ed esportazioni tra ue e usa

[…] L’Ue prosegue quindi nella strategia del doppio binario: la Commissione continua il negoziato con gli Stati Uniti e nello stesso tempo imporrà contromisure in risposta ai dazi Usa su acciaio, alluminio e derivati Made in Europe.

 

Ieri sera Bruxelles ha inviato agli Stati membri le due liste con i prodotti Usa che saranno oggetto della reazione europea. Šefcovic ha precisato che «il voto sarà mercoledì, la riscossione dei dazi inizia il 15 aprile per la prima parte e, nel pieno rispetto della metodologia del Wto, la seconda parte entrerà in vigore 30 giorni dopo. Quindi il 15 maggio».

 

GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN

È probabile che l’Ue elimini il bourbon dalla lista dopo le forti pressioni di Francia, Italia (Tajani si è detto «fiducioso» del risultato) e Irlanda. Mentre la richiesta italiana di congelare per due settimane l’entrata in vigore delle contromisure non è stata accolta. Il commissario ha spiegato che non è possibile «per ragioni legali». È invece ancora allo studio la reazione alle cosiddette «tariffe reciproche» e ai dazi sulle auto prodotte nell’Ue, che potrebbe arrivare a fine mese.

 

I ministri del Commercio hanno anche affrontato gli effetti collaterali dei dazi e il problema della sovracapacità cinese che si riverserà sul mercato Ue. Per proteggere il mercato unico verrà migliorato il sistema di sorveglianza delle importazioni e sarà istituita una task force specifica.

GIORGIA MELONI TRA DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA DI GIANNELLI

 

L'UE HA MOLTE DOMANDE MA NESSUNA RISPOSTA AI DAZI DI TRUMP

Estratto da “Il mattinale europeo”, la newsletter di David Carretta e Christian Spillmann

 

“Siamo pronti”. “Siamo preparati”. “Tutte le opzioni sono sul tavolo”. “Risponderemo in modo fermo e proporzionato”. Le rassicurazioni di Ursula von der Leyen e di altri leader delle istituzioni comunitarie sulla capacità e la volontà dell'Unione europea di rispondere all'aggressione commerciale di Donald Trump si sono rivelate vuote promesse al momento della verità.

 

I ministri del Commercio dell'Ue si sono ritrovati ieri a Lussemburgo per inviare un messaggio di unità. Ma ciò che hanno potuto ascoltare i giornalisti sono divisioni sulla risposta da adottare nei confronti degli Stati Uniti, in particolare sulla possibilità di ricorrere allo strumento anti coercizione - “l'opzione nucleare”, come l'ha definita il ministro irlandese Simon Harris - per colpire il settore dei servizi.

 

ursula von der leyen e donald trump a davos nel 2020

[…] La reazione dell'Ue ai dazi di Trump contrasta con quella di Canada e Cina, due delle principali vittime della guerra commerciale del presidente americano. Il premier canadese, Mark Carney, ha riconosciuto che la vecchia relazione con gli Stati Uniti “è finita” e ha imposto dure misure di ritorsione.

 

La Cina ha reagito venerdì con dazi di rappresaglia pari a quelli americani (34 per cento), restrizioni alle esportazioni di terre rare e l'inclusione di alcune società americane nelle liste nere. La determinazione di Pechino ha accentuato la caduta delle borse venerdì. […]

 

maros sefcovic

Lo strumento anti coercizione è l'arma più forte che l'Ue ha a disposizione. Permette di andare oltre la ritorsione commerciale tradizionale delle contromisure sui beni importati dagli Stati Uniti.

 

L'Ue potrebbe imporre restrizioni all'esportazione e all'importazione di beni e servizi, alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale, agli investimenti diretti esteri, alla partecipazione agli appalti pubblici.

 

Due settori dei servizi sono particolarmente sensibili per gli Stati Uniti, quello finanziario e quello tecnologico. Ma l'Ue non è pronta. “Il Piano A è il dialogo e i negoziati”, ha detto ieri Michal Baranowski, il ministro polacco che ha presieduto la riunione del Consiglio Commercio. “Il nostro obiettivo è sicuramente di non lanciarci in un'escalation, ma di negoziare”. L'Ue terrà “il piano B, una risposta potenzialmente ferma, in tasca”, ha spiegato Baranowski.

 

URSULA VON DER LEYEN DONALD TRUMP

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri ha annunciato di aver proposto all'amministrazione Trump un “deal”. “Abbiamo offerto dazi zero-contro-zero per i beni industriali”, ha detto von der Leyen: “L'Europa è sempre pronta per un buon affare. Quindi teniamo (l'offerta) sul tavolo”.

 

Il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, ha spiegato di avere proposto un accordo su “dazi zero” al segretario al Commercio di Trump, Howard Lutnick, nel loro primo incontro il 19 febbraio. Nell'ultimo mese e mezzo l'offerta è stata sempre rifiutata. Gli americani insistono con richieste inaccettabili: cancellare l'Iva, rivedere la regolamentazione ambientale, allentare le norme sanitarie.

guerra commerciale tra usa e ue

Sefcovic ieri non si è mostrato ottimista. “Spero che in futuro potremo tornare in questa discussione. Non ora, ma in futuro”. Secondo Sefcovic, “dialogare con gli Stati Uniti richiederà sia tempo sia sforzi. In questo momento siamo nelle prime fasi della discussione perché gli Stati Uniti non vedono i dazi come un passo tattico, ma come una misura correttiva”.

 

La frase di Sefcovic rivela un cambio di paradigma nelle relazioni dell'Ue con l'Amministrazione Trump. Il presidente americano non sta usando i dazi come strumento per negoziare un “deal” vantaggioso per gli Stati Uniti, ma come un mezzo per ridurre il deficit commerciale e aumentare le entrate del bilancio federale per ridurre le tasse.

 

I soli dazi contro l'Ue valgono 80 miliardi di euro l'anno rispetto ai 7 miliardi che erano raccolti prima del “Liberation day” del 2 aprile. Il dubbio che Trump non voglia arrivare a nessun accordo si sta diffondendo. […]

 

I DAZI DI DONALD TRUMP - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

L'Ue è confrontata ad altri problemi. Un gruppo di paesi – con Italia e Irlanda in testa – rifiuta una ritorsione commerciale simmetrica, dazio contro dazio e dollaro contro dollaro, per il timore che possa aggravare le conseguenze negative per le loro economie e aumentare l'inflazione.

 

L'ammontare dei beni europei presi di mira dai dazi di Trump – 370 miliardi di euro – supera il valore delle importazioni dagli Stati Uniti e imporrebbe di usare lo strumento anti coercizione. Ma per l'Irlanda è “l'opzione nucleare”, ha detto il suo ministro degli Esteri, Simon Harris, facendo eco alla prudenza di altri Stati membri. Nonostante gli sforzi di Sefcovic, Ursula von der Leyen appare spaventata da un rapporto di forza con l'Amministrazione americana. Trump rifiuta di parlare con lei e con gli altri responsabili dell'Ue, preferendo le relazioni bilaterali con i singoli leader nazionali.

 

usa vs ue

La speranza di molti governi europei è che siano i mercati a convincere Trump a ritirare i suoi dazi. Alcuni ministri lo hanno confessato pubblicamente. Il “Liberation Day” è già costato “più di 5 trilioni di dollari quando si guarda alla borsa americana”, ha ricordato Baranowski. “I mercati possono far cambiare idea a Trump?”.

 

Secondo il ministro spagnolo Carlos Cuerpo, “il messaggio che inviano i mercati globali è che questa è una politica economica dannosa e dannosa per tutti (...). Le borse stanno inviano un messaggio molto chiaro, che deve essere ascoltato”. […]

 

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...