edoardo baraldi - renzi e napolitano soldati

SONDAGGIO O SON DESTO - PITTIBIMBO IN CALO: PERDE 15 PUNTI IN 3 MESI - IL PREMIER APPARE MENO TRASVERSALE E NON PIACE PIÙ COME PRIMA AGLI ELETTORI DI DESTRA (AI SINISTRATI DURI E PURI E AI GRILLINI NON È MAI PIACIUTO) - BENE FORZA ITALIA CHE RISALE SOPRA IL 18 PER CENTO

Ilvo Diamanti per “la Repubblica

 

renzi porta a portarenzi porta a porta

Alla fine di un’estate attiva e combattiva, Matteo Renzi e il suo governo dispongono di un consenso ancora ampio e maggioritario. Il Pd resta il primo partito, con oltre il 41% dei voti. Conferma, quindi, il significativo risultato ottenuto alle elezioni europee. Tuttavia, il clima d’opinione a favore di Renzi e il suo governo risulta molto ridimensionato rispetto a giugno.

 

Perché sembra indebolita quella trasversalità emersa, in particolare, nel voto europeo. Si tratta delle prime indicazioni del sondaggio di Demos per l’Atlante Politico, presentato oggi su Repubblica. Il PD di Renzi, il PdR, cioè, oggi appare, in parte, “normalizzato”. Non è più in grado di attingere consensi da tutti i principali settori dello spazio elettorale, ma è divenuto un soggetto politico di centrosinistra, più di centro che di sinistra. Come il suo leader. Come il premier. Che, per questo, non piace più, come prima, a centrodestra, ma neppure agli elettori maggiormente spostati a sinistra. Né, a maggior ragione, agli elettori del M5s.

 

silvio berlusconi silvio berlusconi

Chiariamo: la posizione del premier e del governo appare ancora solida. Il consenso per il governo, infatti, tocca il 54%. Mentre la fiducia nei confronti di Renzi è intorno al 60%. Tantissimo, non c’è dubbio. Soprattutto in confronto agli altri leader, molto lontani, per grado di confidenza. E quasi tutti in declino. Segno di una certa stanchezza politica che pervade la società.

 

La differenza, rispetto agli ultimi sei mesi, è che neppure Renzi e il suo governo “personale” riescono a sottrarsi a questa tendenza. Anzi. La fiducia nei loro confronti, infatti, subisce un calo di circa 15 punti rispetto a giugno. Le ragioni di questo sensibile calo sono diverse e prevedibili. Anzitutto, la crisi, che non riduce la pressione sul reddito personale e familiare. Poi, la delusione.

 

D’altra parte, c’è un’evidente distanza fra le attese dei cittadini e le priorità del governo. Che, fin qui, ha privilegiato le riforme istituzionali. La fine del bicameralismo perfetto (e del Senato), la legge elettorale. Ora: la giustizia. Che, tuttavia, come emerge dal sondaggio dell’Atlante Politico, non suscitano grande passione, fra gli elettori. Molto più interessati, invece, alle riforme che riguardano il mercato del lavoro, il rilancio dell’occupazione, l’adeguamento delle pensioni più basse, il sistema scolastico, il fisco.

angelino alfanoangelino alfano

 

Naturalmente, Renzi ha scelto la via delle riforme istituzionali e del sistema elettorale per poter, comunque, rivendicare dei risultati, dopo pochi mesi di governo. Ma anche per creare le condizioni favorevoli per “governare”, in futuro. E per andare a elezioni, in tempi non troppo lontani, con regole che permettano la formazione, in Parlamento, di maggioranze stabili.

 

Il calo della popolarità del premier e del governo, però, sottolinea come l’apertura di credito degli elettori non sia infinita. Quindici punti di fiducia in meno, in tre mesi, non sono pochi. Anche se è cresciuta la quota di elettori che pensa che Renzi governerà fino in fondo. Il 43% degli intervistati, infatti, ritiene che arriverà a fine legislatura. Si tratta di 11 punti in più, rispetto allo scorso giugno.

 

Mentre, al contrario, si è ridotta a poco più del 20% la componente degli scettici, i quali credono che resisterà meno di un anno. Parallelamente, resta maggioritaria - anche se in calo - la componente di chi ritiene che Renzi ci porterà fuori dalla crisi. Gli orientamenti di voto, peraltro, riflettono quelli emersi alle elezioni europee.

pierferdinando casinipierferdinando casini

 

Con alcune limitate – e significative - differenze. In particolare, la ripresa di FI, che risale oltre il 18%. E il parallelo ridimensionamento di NCD e Udc. Come della popolarità di Alfano e Casini.

 

Risucchiati nella spirale del PdR. Si allarga, invece, il peso della sinistra (SEL), in parte, probabilmente, per il sostegno delle componenti critiche del PD. Dunque, la maggioranza degli italiani pensa che Renzi e il governo arriveranno in fondo alla legislatura. Il partito di Renzi, inoltre, mantiene una larga maggioranza. Perché non sembra avere alternative, né un’opposizione effettiva. Anche il M5s non riesce ad andare oltre il 20%.

 

Eppure, come si è detto, la fiducia personale nel premier e nel governo ha subito una brusca discesa. La spiegazione “politica” di questo ridimensionamento è comprensibile osservando le tendenze del consenso nei diversi elettorati di partito.

 

Lo scorso giugno, dopo le elezioni europee, il gradimento per Renzi e il governo risultava, infatti, trasversale. Solo fra gli elettori del M5s, infatti, era molto sotto alla maggioranza. Ora, invece, resta larghissimo nella base del PD – prossimo al 90% - e fra gli elettori centristi e del NCD. Ma crolla in tutti gli altri settori. Soprattutto a destra: nella base di FI e degli altri partiti di centrodestra. Oltre che del M5s (dal 36% a 20%).

BEPPE GRILLO BEPPE GRILLO

 

Oggi, dunque, Renzi appare ed è un leader di centrosinistra, alla guida di un governo di centro-sinistra. E ciò significa che il PDR non può più prescindere dal PD. Il leader ha bisogno del partito, per governare e per imporsi, in caso di elezioni. Anche se il partito – il PD – ha bisogno di Renzi per affermarsi. Per non scivolare di nuovo al 25%.

 

Per questo i prossimi mesi appaiono importanti e critici. Per il governo e il suo premier. Per il Pd e per il suo leader. E, dopo sei mesi di corsa, Renzi deve fare più attenzione. Al partito, agli elettori, alle parole, ai risultati. Senza riassumere e sovrapporre governo e comunicazione.

 

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…