IERI PIDDINI, OGGI GRILLINI - IL PD CORTEGGIA TUTTI, DA CASINI A VENDOLA, SENZA PENSARE CHE I SUOI VOTI MIGRANO VERSO BEPPE GRILLO - UN SONDAGGO Dà IL ‘MOVIMENTO 5 STELLE’ AL 5,5% (OGGI ENTREREBBE ALLA CAMERA) - I GRILLINI PESCANO SOPRATTUTTO AL NORD, NEL BACINO CARO ALLA SINISTRA: PRECARI, AUTONOMI, STUDENTI E OPERAI - MA ANCHE ‘INDIGNADOS’ E GENTE COMUNE DISGUSTATA DA CASTE E PRIVILEGI - BERSANI E DI PIETRO, DOPO LE SCOPPOLE IN PIEMONTE E MOLISE, TREMANO (E FANNO BENE)…

Alessandro Gilioli per "l'Espresso"

Antonio Federico, ingegnere di Campobasso, ex operatore socioassistenziale in una casa famiglia, chitarrista in una blues band, è iscritto ai Meet Up di Beppe Grillo dal 26 aprile 2008. A questo sconosciuto trentenne, la settimana scorsa, è riuscito un miracolo: mettere d'accordo per un giorno Massimo D'Alema e Dario Franceschini, uniti nell'attribuirgli la responsabilità di aver "fatto vincere la destra" alle regionali del Molise.

Federico ha infatti preso 10.560 voti, pari al 5,6 per cento. Il centrosinistra nel Molise è stato sconfitto per meno di un punto percentuale. Di qui il sillogismo di D'Alema e Franceschini, anche se il Pd in regione è rimasto inchiodato al 9,8 per cento: meno della metà rispetto alla somma di Ds e Margherita, cinque anni fa.

Il problema è che D'Alema e Franceschini rischiano di doversi arrabbiare ancora parecchio, in futuro. Perché una ricerca Swg realizzata per "l'Espresso" rivela che il dato nazionale del Movimento 5 Stelle (M5S) oggi è valutabile attorno al 5,5 per cento, più o meno il risultato ottenuto dal candidato grillino in Molise. Quasi il doppio rispetto al 2,9 che, sempre per Swg, valeva nell'aprile 2009. Secondo i ricercatori dell'istituto triestino, inoltre,"il potenziale politico attuale è destinato sicuramente a consolidarsi".

Lo studio Swg approfondisce anche la composizione di questo elettorato: più forte al Nord e nei comuni medio-grandi; proveniente perlopiù dalle aree del lavoro autonomo e del precariato, degli operai e degli studenti; che si autocolloca in maggioranza "a sinistra e centrosinistra", ma con "tendenze precedenti al non voto". Le aree di debolezza del M5S sono invece, sempre secondo Swg, il Sud e le isole, i comuni piccoli e l'elettorato cattolico.

L'istituto di ricerca ha poi intervistato un campione di questi elettori rilevando i tre motivi-base per cui votano Grillo: "Rifiuto della tradizionalità dell'offerta politica attuale", insomma i vecchi partiti; "rifiuto della logica di gestione delle altre forze politiche", vale a dire la poltronite e i privilegi; attrazione per "una modalità di lavoro snella, con sempre nuovi obiettivi e con rinvii tra Web e territorio", cioè un approccio pragmatico ai problemi che coniuga realtà digitale e realtà fisica.

Come si vede, nessuna di queste motivazioni rimanda direttamente a Beppe Grillo. Che però non solo ha fondato il movimento, ma ne possiede privatamente anche il marchio e ne controlla di fatto le decisioni grazie al cosiddetto "non statuto", un regolamento leggerissimo che non prevede alcuna forma di democrazia interna e che stabilisce come "sede del movimento" proprio il sito Beppegrillo.it.

Il quale sito, appunto, detta la linea politica. Ad esempio, nel marzo scorso ha stabilito la rottura con Sonia Alfano e Luigi de Magistris, i due esponenti dell'Idv che in un primo tempo il comico genovese aveva appoggiato. Poi, il 30 settembre, ha sancito con un post (intitolato "Soli") la propria lontananza anche da altri movimenti d'area come il Popolo Viola e dal quotidiano "Il Fatto". È seguito perfino il divorzio (morbido) da Marco Travaglio, i cui video intitolati "Passaparola" venivano pubblicati sul sito del comico genovese e ora sono scomparsi.

Insomma, un isolamento orgogliosamente rivendicato, che impedisce qualsivoglia prospettiva di dialogo con l'esterno ma che non sembra incidere negativamente sui consensi elettorali del M5S.

I cui eletti nelle istituzioni locali (specie in Emilia e in Piemonte) non smettono mai di ricordare che "il movimento non è Grillo, giudicateci per quello che proponiamo". Cioè, fondamentalmente: riduzione a due mandati per qualunque carica pubblica, eliminazione di ogni privilegio per i politici, referendum anche propositivi e tutti senza quorum, ambientalismo ed energie rinnovabili, libero sviluppo del Web, class action, lotta al precariato, via gli inquisiti dal Parlamento, trasparenza della finanza, insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall'asilo.

Tutto molto semplice, in un programma di 13 paginette pubblicato on line (www.beppegrillo.it/movimento/, cliccare "programma"). E tutti o quasi temi culturalmente "di sinistra", che però faticano a trovare spazio nel Pd. Dove tra le pochissime voci di interesse per i temi del M5S ci sono quelle di Debora Serracchiani ("dovremmo farci carico di alcune delle loro istanze") e di Pippo Civati ("hanno le nostre aspirazioni di cambiamento e come noi vogliono uscire dall'incubo degli ultimi anni della politica italiana"). Per il resto, solo diffidenza e silenzio.

E se fino a poco tempo almeno l'Italia dei Valori occhieggiava al Movimento 5 Stelle, adesso anche da quelle parti a qualcuno girano le scatole: "Si scrive Grillo si legge Berlusconi", si è sfogato per esempio nel suo blog Massimo Donadi, capogruppo alla Camera, riferendosi anche lui al caso Molise. Più prudente (o abile) Antonio Di Pietro: "Non condivido chi getta su Grillo e i grillini la responsabilità delle sconfitte del centrosinistra. I partiti tradizionali, piuttosto, farebbero meglio a capire come convincere i propri elettori delusi".

E qui appunto vengono le ragioni della crescita del M5S, così come sono analizzate dalla ricerca Swg. Il raggruppamento fondato da Grillo, spesso liquidato come "antipolitica", sembra attrarre al contrario chi nonostante tutto crede che la politica, con le sue decisioni, possa ancora avere un impatto positivo e concreto sulle persone. Insomma, che la politica non si riduca ad addizione algebrica di partiti e di parlamentari chiusi nel Palazzo, le cui alleanze si limitano alla gestione del potere e del presente, senza incidere nella vita dei cittadini.

Così il M5S riesce a incanalare una parte di quell'opposizione radicale e sociale che altrove finisce per suicidarsi nel nichilismo distruttivo e privo di speranze di black bloc e simili. È l'opzione "que se vayan todos", se ne vadano tutti, figlia di quel "crescente mix di indignazione e sfiducia" emerso anche dall'ultima ricerca di Ilvo Diamanti per "la Repubblica".

Ecco perché il Movimento 5 Stelle continua a crescere. Ed ecco perché può permettersi tranquillamente di ignorare le contraddizioni e i passi falsi del suo fondatore: "La cura Di Bella? Sconfiggerà i tumori. L'Aids? Ci sono forti dubbi che sia tutta una bufala. La Levi Montalcini? Una vecchia puttana. Roberto Saviano? Fa godere Berlusconi. Vendola? Un busone, un buco senza ciambella". E così via, sfanculando chiunque non sia lui.

Così come gli elettori che guardano con simpatia il M5S non si interessano più di tanto del discusso intreccio fra il movimento e un'azienda privata, la Casaleggio, che gestisce il sito di Grillo e interviene tanto nelle strategie quanto nelle scelte dei candidati, provocando spesso dissidi ("Temo che ormai Beppe prenda ordini da loro", dice ad esempio l'ex candidata sindaco grillina a Roma, Serenetta Monti, oggi vicina all'Idv).

Ed è passata senza danni anche l'ultima brutta figura del fondatore, il cui staff ha fatto censurare (con un reclamo formale a YouTube) una videosatira su Grillo realizzata da un comico già simpatizzante del movimento, Tony Troja: non proprio il massimo per uno che a parole si batte per la libertà del Web. Ma, appunto, il M5S decolla lo stesso, sottraendo facilmente consensi al Pd. Che un giorno corteggia Casini, il giorno dopo Scajola e il terzo giorno Della Valle: salvo poi scoprire con stupore che i voti d'opposizione sono andati da un'altra parte.

 

beppe grillo INDIGNADOS A ROMAPIERLUIGI BERSANI MARCO TRAVAGLIO de magistris con la bandanagianroberto casaleggio

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!