matteo renzi bonafede

CHE SORPRESA: RENZI NON SEGA IL RAMO SU CUI È SEDUTO - CON LA CONSUETA FACCIA DI BRONZO PARLA DEL SUO DISCORSO SU BONAFEDE COME ''L'INTERVENTO TRA I PIÙ DIFFICILI DELLA MIA VITA''. SUL SERIO? DEVE AVER AVUTO UNA VITA MOLTO SERENA - ''CARO MINISTRO, NOI NON USEREMO IL VOSTRO METODO, NON LA MANDEREMO A CASA''. IL SUO METODO È INCASSARE QUALCHE POLTRONUCCIA IN CAMBIO DEL NO ALLA SFIDUCIA

Riceviamo e pubblichiamo:

 

Caro Dago, Renzi sul 'no' alla sfiducia a Bonafede: "Se noi votassimo oggi secondo il metodo che ella, signor Ministro, ha usato nella sua esperienza parlamentare nei confronti dei membri dei nostri governi passati, dovrebbe andare a casa. Ma noi non siamo come voi". Tante parole per dire che non trovandosi all'opposizione - come i grillini in passato - non se la sente di segare il ramo su cui è seduto?

 

Maxmin

 

 

 

ANSA

 

matteo renzi in senato

Governo alla prova, è in corso nell'Aula del Senato la discussione sulle mozioni di sfiducia presentate nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Emma Bonino di +Europa attacca: 'E' il ministro del sospetto, non giova all'Italia'. E da Twitter Matteo Orfini: 'No alla sfiducia ma la gestione è pessima'. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi sottoliena: 'E' l'intervento tra i più difficili della mia vita'. Il segretario della lega Matteo Salvini: 'Voteremo anche la mozione Bonino'. Bonafede nel suo intervento: 'Sulla vicenda Di Matteo sgomberati gli pseudo dubbi'. Matteo Renzi: 'Votiamo no, rifiutare cultura del sospetto'.

 

Nutrita la presenza del governo nell'Aula del Senato. Accanto al Guardasigilli ai banchi del governo ci sono Roberto Speranza, Luigi Di Maio, Dario Franceschini, Federico D'Incà, Vito Crimi, Riccardo Fraccaro e Teresa Bellanova. Anche in Aula ci sono numerosi senatori.

 

matteo renzi in senato

La vicenda che riguarda Nino Di Matteo "è stata ormai a dir poco sviscerata in ogni sua parte". E "sono stati ampiamente sgomberati tutti gli pseudo-dubbi". Lo ha detto al Senato il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ribadendo che la scelta del capo del Dap fu discrezionale. Sulla scelta del capo del Dap che portò il ministro della Giustizia a scegliere Francesco Basentini invece di Nino Di Matteo non ci fu "nessun condizionamento. Non sono più disposto a tollerare alcuna allusione o ridicola illazione". "E' totalmente falsa l'immagine di un governo che avrebbe spalancato le porte delle carceri addirittura per i detenuti più pericolosi", ha sottolineato Bonafede. I giudici che hanno scarcerato i detenuti in questi ultimi mesi lo hanno fatto in base a leggi "in vigore da 50 anni e che nessuno aveva mai cambiato".

 

"Voteremo contro le mozioni di sfiducia, ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale". Lo ha detto nell'Aula del Senato Matteo Renzi (Iv) in dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Bonafede.

 

"La Lega voterà anche la mozione di sfiducia di Più Europa. Serve un ministro della giustizia che sia in grado di gestire le carceri, che assicuri che i boss non escano di galera, che ci sia certezza della pena": così il segretario della Lega Matteo Salvini.

matteo renzi nicola morra sfiducia bonafede

 

"Una mozione di sfiducia va letta nel merito, credo che sia giusto respingerla proprio perché non ci sono gli elementi di merito. Accanto a questo ovviamente c'è una discussione sul lavoro importante che il ministro Bonafede dovrà fare nei prossimi mesi, sulla riforma di differenti ambiti del mondo della giustizia e credo che la coalizione, pur nelle differenze che ci sono su questi temi, possa lavorare insieme in maniera coesa": lo ha detto a 'Start', su Sky TG24, il ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola parlando della mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in discussione oggi al Senato.

 

"Non c'è alternativa a respingere la sfiducia a Bonafede. Ma non è obbligatorio farlo fingendo di condividerne le idee. Le politiche per la giustizia di questo governo sono pessime e devono cambiare radicalmente. E spetta al Pd chiederlo. Anzi esigerlo": lo scrive su twitter Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico.

 

matteo renzi

"Ascolteremo il ministro della giustizia. Il ministro sa bene, che ci sono temi sensibili sul giustizialismo, noi continuiamo a pensarla in modo diverso come sulla prescrizione. Allora aspettiamo che il ministro dia segnali importanti in questa direzione. Sulla base di questo si esprimerà il nostro voto in Senato". Cosi la ministra delle Politiche agricole,Teresa Bellanova, ospite della trasmissione 'Circo Massimo' su Radio Capital in merito alle mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

 

"Sulla mozione della Bonino, ci sono degli elementi che non condivido, né utilizzerò i voti di FdI per far alzare la posta a Renzi. Noi votiamo alla seconda chiama, vediamo prima se l'ha votata Renzi". Così Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, ad Agorà Rai Tre, sulla mozione Bonino di sfiducia a Bonafede.

 

"Caro Matteo Renzi oggi hai la possibilità di essere coerente. Vota la mozione Azione-Più Europa di sfiducia a Bonafede. Non si può andare avanti a giravolte e penultimatum mentre l'Italia affonda. L'ora delle chiacchiere è finita. Coraggio". Lo scrive su twitter Carlo Calenda, leader di Azione.

 

Matteo Renzi tiene fino all'ultimo alta la tensione. Non scioglie la riserva sulle mozioni di sfiducia ad Alfonso Bonafede, nonostante un incontro a Palazzo Chigi di Maria Elena Boschi con Giuseppe Conte. Il premier intende concedere a Italia viva il "riconoscimento politico" chiesto, non per paura di una crisi ma per poter andare avanti fino al 2023 - dicono dal governo - senza frizioni. Rimpasto è l'ipotesi che più circola in queste ore. Sarebbe stata respinta, secondo fonti renziane, la proposta di un posto di sottosegretario alla giustizia per Lucia Annibali o Gennaro Migliore.

 

matteo renzi

Mentre circola il nome di Maria Elena Boschi per un ministero. Ma dopo l'incontro con Boschi i renziani ribadiscono di attendere ancora un "segnale" sui temi della giustizia. "Aspettiamo di ascoltare Bonafede e poi parla Renzi", è la linea della vigilia. M5s fa scudo al ministro, così come il Pd che però gli chiede un cambio di passo. Sia Vito Crimi che Graziano Delrio, come il ministro Francesco Boccia, dicono che se passerà la sfiducia, si apre la crisi di governo. In pochi credono che Renzi arriverà fino a questo punto. Ma i numeri risicati della maggioranza e il rischio di un incidente contribuiscono ad agitare la vigilia.

 

    Boschi entra a Palazzo Chigi due volte nella stessa giornata.

    Prima incontra il capo di gabinetto del premier, Alessandro Goracci, per consegnargli le proposte di Iv, poi viene ricevuta da Conte. E, secondo fonti renziane, registra "passi in avanti" sul piano shock per le infrastrutture (un tema su cui la maggioranza concorda ma che gli alleati non vogliono 'lasciare' a Renzi in un decreto ad hoc) e sul Family act. Ma sulla Giustizia, aggiungono, si attende ancora "un segnale". Il che vuol dire, secondo diverse fonti di maggioranza: rimpasto.

 

    Boschi al posto di Bonetti? E' una delle ipotesi in circolazione. Un ministero ad hoc, sarebbe la richiesta dei renziani. In maggioranza c'è chi è contrario a concedere tanto.

 

luigi di maio alfonso bonafede roberto speranza

    E nel M5s è opinione diffusa che, qualsiasi cosa si conceda, Renzi non smetterà la sua guerriglia per logorare il governo e farlo cadere. A riprova viene presa la quarta di copertina del suo nuovo libro in uscita, "la Mossa del cavallo", in cui si torna a parlare di "riscrivere insieme le regole del gioco" e di una nuova sfida politica. Ma Conte intende sminare un percorso già di per sé irto di insidie e far proseguire la legislatura, di qui la concessione di un riconoscimento politico. Intanto però, mentre Bonafede scrive il suo intervento e registra "attestati di stima", non si smina la vigilia del voto.

 

    Iv si riunirà in assemblea per decidere, solcata da due tendenze, una governista e una barricadera: "Saremo compatti", assicurano. Tra le ipotesi c'è anche l'uscita dall'Aula. Ma i numeri sono talmente "corti", che l'incidente è dietro l'angolo.

 

luigi di maio alfonso bonafede roberto speranza

    Gli ultimi conteggi accreditano tra i 150 e i 151 voti per la maggioranza senza Iv e 144 per la mozione presentata da Emma Bonino per +Europa con Azione e Fi. E' questo il voto che impensierisce, più di quello sulla mozione unitaria del centrodestra. Perché potrebbe attrarre, oltre ai 17 senatori di Iv (ma nel gruppo ci sono opinioni diverse), anche 5 o 6 senatori del Misto considerati incerti, tra cui ex M5s come Ciampolillo e Giarrusso, e poi nomi come Pier Ferdinando Casini e Tommaso Cerno. I socialisti, rappresentati al Senato da Riccardo Nencini (in quota Iv), chiedono le dimissioni del ministro pena il voto di sfiducia.

 

Secondo il renziano Roberto Giachetti, anche alcuni senatori Dem e Leu sarebbero "nervosi", in dissenso sulla linea di Bonafede sulla giustizia. In serata Andrea Marcucci riunisce i senatori Pd ed emerge in effetti malcontento per come lavorano, senza consultare gli alleati, sia Bonafede che la titolare della scuola Lucia Azzollina. "Il metodo di Bonafede non ci piace", dice Marcucci.

 

alfonso. bonafede

Ma da qui a votare la sfiducia ce ne passa. "Non ci sono motivi né di merito né di metodo, ma superata questa fase - dicono dal Pd - serve un cambio di passo con riforme di giustizia penale, civile, del Csm e dell'ordinamento penitenziario". M5s intanto fa quadrato. Se si apre la crisi, si va a votare, dicono dal Pd. Ma "la mozione sarà largamente respinta", dice il ministro M5s Federico D'Incà. E Luigi Di Maio si spinge a parlare di "maggioranza compatta".

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…