SOTTO-MARINO SOTT'ACQUA IN ACEA - IL SINDACO AZIONISTA VUOLE RIDURRE I COMPONENTI DEL CONSIGLIO MA I FRANCESI DI SUEZ SI METTONO DI TRAVERSO. E NUVOLE SI ADDENSANO SUL FUTURO AD DI ACEA IRACE, VOLUTO DA RENZI

Celestina Dominelli per "Il Sole 24 Ore"

È corsa contro il tempo per il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che punta a rinnovare i vertici di Acea. L'assemblea dei soci è convocata per il prossimo 5 giugno e, venerdì, il Comune ha depositato la sua lista per il nuovo board.

Il primo cittadino rischia però di finire in un cul de sac. L'ordine del giorno voluto da Marino parla chiaro: la nomina è legata al contestuale snellimento del board. Ma la riduzione trova la netta contrarietà dei francesi di Suez Environnement che attualmente hanno due consiglieri in cda.

Se infatti passasse la linea del sindaco - l'ultima ipotesi sul tavolo sarebbe quella di una consiglio a 6, con un solo rappresentante per i privati (Caltagirone e Suez, per l'appunto) - i transalpini dovrebbero consolidare in maniera diversa la partecipazione (non più includendo pro-quota l'utile ma registrando semplicemente il pagamento dei dividendi) con un evidente danno economico.

Peraltro l'idea del board a 6, che pure teoricamente potrebbe funzionare (a patto che il Comune indichi tutti gli indipendenti), creerebbe problemi nella gestione dei comitati dove, di norma, siedono sempre gli indipendenti.

Insomma, la riduzione non è esente da ostacoli. Ecco perché il sindaco preferirebbe mantenere lo status quo sfruttando la norma prevista dallo Statuto (la decadenza automatica di tutto il board se vengono meno almeno 5 consiglieri).

Dopo il pressing sui tre nominati da Alemanno (Illuminati, Péruzy e Leo), che però hanno rispedito al mittente la richiesta di un passo indietro, ci sarebbero state pressioni sul presidente Cremonesi, con esito altrettanto fallimentare.

Senza contare che anche la via prospettata dallo Statuto potrebbe comunque aprire la strada al ricorso dei consiglieri non dimissionari, come dimostrano molte pronunce giurisprudenziali che hanno equiparato la decadenza a una vera e propria revoca.

Strada, quest'ultima, che Marino può percorrere, ma anche in questo caso la partita rischierebbe di finire nelle aule di tribunale, soprattutto se ciò avvenisse senza la giusta causa, difficile da dimostrare visti gli ottimi risultati sfornati dall'ad Paolo Gallo e dall'attuale management.

Il pericolo di un impasse, dunque, è tutt'altro che peregrino. I fondi internazionali e alcuni piccoli soci osservano sempre più preoccupati la situazione e anche il mercato, nei giorni scorsi, ha "punito" il titolo con una serie di ribassi. «A dispetto di tutto e di tutti - commenta Lupo Rattazzi, che con LG Investimenti (compartecipata da Giovanni Malagò) detiene l'1,6% della società - Marino prosegue con la sua dissennata manovra».

E ieri, intanto, il sindaco è sceso in campo per difendere il futuro ad, Alberto Irace, che guida Publiacqua, dopo le notizie su un'inchiesta a carico della società e del manager in quanto rappresentante legale. «Sono assolutamente sereno».

 

IGNAZIO MARINO E OBAMAIgnazio Marino LOGO GDF SUEZAndrea Peruzy PAOLO GALLONuovo Logo Acea

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