travaglio salvini

SPARI A SALVE, ANZI A SALVINI - TRAVAGLIO E I 10 MOTIVI PER CUI IL M5S DEVE VOTARE SÌ ALL'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE: ''SALVINI USA IL CASO DICIOTTI PER REGOLARE I CONTI CON LA MAGISTRATURA, A NOME DI TUTTO IL VECCHIO CENTRODESTRA. UN CONTO È LA LEALTÀ FRA ALLEATI, UN ALTRO È LA COMPLICITÀ FRA COMPARI. A SALVINI DEL PROCESSO DICIOTTI IMPORTA POCO O NULLA: CIÒ CHE GLI INTERESSA È…''

Marco Travaglio per ''il Fatto Quotidiano''

 

Più crescono i 5Stelle contrari all' autorizzazione a procedere su Salvini nel caso Diciotti, più aumentano gli elettori e i simpatizzanti che ci scrivono inferociti e/o sconcertati per quello che considerano un tradimento imperdonabile e un suicidio di massa. E hanno almeno 10 buoni motivi per pensarlo.

 

marco travaglio

1. Il premier Giuseppe Conte, da giurista, spiega che qui "l' immunità non c' entra nulla".

E ha ragione. Aggiunge: "Chi ha letto le carte sa che è stato un atto politico". E anche questo è vero. Ma il fatto che un atto sia politico non implica che sia anche legittimo o lecito, né tantomeno che vada sottratto al giudizio della magistratura: altrimenti qualunque governo nazionale e giunta locale sarebbero autorizzati a violare impunemente le leggi con atti politici senza che i tribunali possano sanzionarli.

 

2. Ancora il premier: "Bisogna avere chiaro il quesito giuridico a cui saranno chiamati a rispondere i senatori: se Salvini abbia agito per il perseguimento di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o di un interesse pubblico inerente alla funzione di governo; o se abbia agito al di fuori del suo ruolo ministeriale per i suoi propri interessi personali".

 

E qui Conte ha ragione fino al punto e virgola. Su quei 5 giorni di divieto di sbarco per i migranti dalla nave Diciotti, le possibilità non sono soltanto le due evocate da lui (Salvini ha agito o "per un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o di un interesse pubblico inerente alla funzione di governo", oppure "al di fuori del suo ruolo ministeriale per i suoi propri interessi personali").

 

Entrambe possono tranquillamente essere escluse, a vantaggio di una terza: cioè che Salvini, pur animato da finalità politico-istituzionali (richiamare l' Ue agli impegni assunti e all' accoglienza condivisa dei migranti) e non personali (i suoi interessi propagandistico-elettorali), abbia assunto una decisione discrezionale, per nulla obbligata da "un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante" o da "un preminente interesse pubblico". Quale sarebbe infatti l' articolo della Costituzione che gl' imponeva di vietare quello sbarco?

 

salvini

Quale catastrofe si sarebbe abbattuta sulla Nazione se i 177 migranti fossero sbarcati nel porto di Catania dopo un giorno o due anziché dopo cinque e avessero atteso nell' hotspot le decisioni degli altri Paesi Ue? Non è vero, dunque, che l' autorizzazione a procedere squalificherebbe la scelta di Salvini come "personale" consegnandolo a condanna sicura.

Il governo può difendere quella scelta e chi la firmò, ma senza spacciarla per un obbligo costituzionale né sottrarla al giudizio della magistratura. Anche chi scrive dubita che il caso Diciotti sia stato un sequestro di persona.

 

Ma in uno Stato di diritto spetta ai giudici stabilirlo, non alla maggioranza parlamentare (di cui l' imputato fa parte). Salvini si difenda nel (e non dal) processo e porti le sue ragioni in tribunale, insieme alle testimonianze o alle autodenunce degli alleati. Ma nessuno crei un pericoloso precedente che potrebbe in futuro consentire a questo o ad altri governi di sottrarsi al giudizio dei magistrati.

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 36

 

3. Salvini usa il caso Diciotti per regolare i conti con la magistratura, a nome di tutto il vecchio centrodestra. B. lo aizza alla battaglia finale contro le odiate toghe rosse. Che lo stesso vicepremier accusa, copiando dall' armamentario berlusconiano, di "invasione di campo", come se il Codice penale non fosse il loro campo. Intanto i suoi giannizzeri, fra cui il cosiddetto ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, raccolgono le firme in piazza, chiamando a raccolta il popolo leghista nei gazebo contro i magistrati. Una deriva eversiva che i 5Stelle - quelli di "onestà! onestà!" - devono denunciare, non assecondare.

 

4. I 5Stelle, Conte in primis, temono per la solidità della maggioranza e la tenuta del governo. Ma è improbabile che Salvini aprirebbe la crisi se facessero ciò che lui stesso auspicava fino a una settimana fa, cioè autorizzassero il suo processo: lo sa benissimo che gli italiani, inclusi i suoi fan, vogliono la stabilità e non il caos, men che meno il suo ritorno fra le braccia di B. Se rovesciasse il governo, sarebbe il primo a pagarne le conseguenze. In ogni caso, nessun governo vale il prezzo di una rinuncia ai valori indisponibili della legalità.

 

di maio salvini

5. Un conto è la lealtà fra alleati, un altro è la complicità fra compari. Lealtà è sostenere che Salvini e tutto il governo non hanno sequestrato nessuno. Ma impedire ai giudici di stabilirlo sarebbe complicità. E sinora l' unico sleale con i partner è stato proprio Salvini, che tratta i 5Stelle come zerbini. Per cinque mesi si dice pronto a farsi processare. Poi, senza alcun preavviso, intima al M5S di salvarlo dal processo con una lettera al Corriere. Infine va a Porta a Porta a raccontare il falso, cioè di averli avvertiti. Tanto sa che il prezzo delle sue giravolte non lo pagherà lui, ma il M5S . Un "alleato" così scorretto merita a stento la lealtà, non certo la complicità.

 

6. Sul Tav, Salvini si comporta con la stessa slealtà del caso Diciotti. Firma, nel contratto di governo con i 5Stelle, l' impegno a "ridiscuterne integralmente il progetto nell' applicazione dell' accordo tra Italia e Francia".

luigi di maio presenta giuseppe conte

 

Poi se lo scorda e dichiara mille volte che il Tav si fa. Poi si rimette all' analisi costi-benefici degli esperti incaricati dal (suo) governo nella persona del ministro Toninelli. Poi manda i suoi parlamentari a marciare due volte in piazza con i Sì Tav, a braccetto con FI e Pd, cioè con gli oppositori del (suo) governo.

 

Poi commissiona una controanalisi costi-benefici della Lega a presunti esperti in pieno conflitto d' interessi (lavorano per i costruttori) a base di dati farlocchi ("danni fino a 24 miliardi" se si bloccano i cantieri), come se lo studio del governo fosse roba di partito dei 5Stelle. Poi va in visita ai cantieri e spaccia un tunnel geognostico per l' opera vera e propria, fortunatamente mai iniziata, chiedendo di "completarla". E intanto pretende lealtà dai 5Stelle. E qualcuno di loro vorrebbe pure dargliela: sindrome di Stoccolma?

 

berlusconi salvini

7. Avendo già cambiato idea una volta, Salvini potrebbe cambiarla una seconda. Poniamo che in Giunta i 5Stelle votino no all' autorizzazione a procedere, perdendo faccia, consensi, parlamentari ed elettori. Chi garantisce che in aula, all' ultimo momento, Salvini non farà il beau geste di chiedere lui stesso il processo, scavalcandoli a sinistra e lasciandoli in brache di tela?

 

8. Da tutte le sue giravolte e provocazioni, si capisce benissimo che a Salvini del processo Diciotti importa poco o nulla: ciò che gli interessa è affermare che comanda lui, che il governo è cosa sua. E non perché ciò sia vero, come scrive falsamente fin dal primo giorno la stampa mainstream (ignorando che finora il M5S ha prodotto molte più leggi della Lega, ferma al ridicolo dl Sicurezza); ma proprio perché sa che è falso. Non riuscendo a far nulla e avendo tradito quasi tutte le promesse, punta tutto sulla sua immagine propagandistica di uomo forte e furbo che mette nel sacco tutti.

 

Se i 5Stelle ci tengono a finire nel suo sacco, non hanno che da negare l' autorizzazione al suo processo.

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI

9. Quando arrivò la richiesta di autorizzazione a procedere, Di Maio annunciò che il M5S l' avrebbe concessa. Può bastare il voltafaccia di Salvini per giustificare quello del Movimento? I sondaggi insegnano che gli elettori leghisti seguono Salvini in tutte le giravolte senza fiatare perché lo considerano "il capo"; invece quelli del M5S pretendono coerenza dai propri leader ed eletti, perché li considerano i propri "dipendenti".

 

10. I 5Stelle hanno sempre ripetuto che il Movimento prescinde dagli eletti del momento ("uno vale uno" e tutti scadono dopo due mandati, compreso il capo politico). Ciò che conta sono il mitico "programma" e i valori retrostanti, dall' onestà alla legalità. Se gli attuali capi ed eletti pro tempore salvassero Salvini dal processo, non perderebbero soltanto la propria diversità e la propria innocenza, ma comprometterebbero quelle dell' intero movimento, invece di consegnarle intatte a chi verrà dopo di loro. Sempreché, dopo di loro, i 5Stelle esistano ancora.

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME