xi jinping donald trump

SPIA MA NON LASCIA SPIARE - XI ARRIVA A ROMA GIOVEDÌ E L'OBIETTIVO È TENERLO IL PIÙ LONTANO POSSIBILE DA VIA VENETO, SEDE DELL'AMBASCIATA AMERICANA, DOVE LA LEGGENDA VUOLE CHE SIANO INSTALLATE ANTENNE COSÌ POTENTI DA CAPTARE QUALSIASI CONVERSAZIONE - QUANDO GIRERÀ IN CITTÀ OCCHIO AI SUOI ''JAMMER'', CHE FARANNO SALTARE LE CONNESSIONI DI TUTTI I TELEFONI INTORNO ALL'AUTO DEL PRESIDENTE CINESE - LUI, LA MOGLIE E LA DELEGAZIONE DORMIRANNO AL PARCO DEI PRINCIPI, A POCHI METRI DA VILLA TAVERNA (MA L'HOTEL E' SCHERMATO A DOVERE)

Cristiana Mangani per ''Il Messaggero''

 

XI JINPING

Obiettivo principale è tenere il presidente Xi Jinping e l' intera delegazione cinese il più lontano possibile da via Veneto, dalla sede dell' ambasciata americana, dove la leggenda vuole che ci siano installate antenne così potenti da captare qualsiasi tipo di conversazione. Per Pechino, gli Usa e le loro orecchie sono il vero nemico da contrastare, in qualsiasi parte del mondo ci si trovi. A cominciare dall' Italia, da sempre stretto alleato Usa. Sembra questa la vera ragione della scelta del Grand hotel Parco dei Principi come luogo dove far risiedere il leader, la moglie Peng Liyuan, e il gruppo di 200 persone che li segue, insieme con circa 70 imprenditori locali.

 

L' albergo si trova a un chilometro e mezzo dall' ambasciata della Repubblica popolare, è circondato dal verde di villa Borghese e dagli animali del Bioparco. Ha una collocazione relativamente facile da proteggere e da schermare, e sarà a disposizione per due notti (quella del 21 e del 22 marzo) degli ospiti stranieri. Xi Jinping, probabilmente, dormirà nella Royal suite, al sesto piano, dalla quale si vede anche la Cupola di San Pietro. Nei pressi ci sono le ambasciate dall' Arabia Saudita e dell' Austria, che forse Pechino teme meno.

HOTEL PARCO DEI PRINCIPI

 

OPERAI AL LAVORO

Nel frattempo, in via Bruxelles, nella sede diplomatica della Repubblica popolare si stanno alzando le difese. Gli operai stanno collocando un reticolo di filo spinato, per evitare che qualcuno possa decidere di saltarci dentro, ed è scattato un sistema di sicurezza strettissimo. Niente visti in questi giorni, niente visite esterne. Uffici blindati, sebbene il presidente più che stare lì, sarà in giro per tutta la città in una sorta di tour de force di appuntamenti e incontri istituzionali.

 

intervento dell ambasciatore cinese in italia li ruiyu (1)

E quindi, i cittadini della Capitale dovranno armarsi di santa pazienza, perché da giovedì sera, quando dalle 16,30 alle 18 due boeing 747 di Air China atterreranno a Fiumicino, il lungo serpentone di auto con numerosa scorta al seguito, renderà certamente meno agevole il traffico. Sono state predisposte delle green zone, la fascia A per il centro storico, la fascia B per i Parioli e dintorni. Prima del passaggio scatteranno i controlli che verranno effettuati dall' alto e sul terreno. Zone bonificate da circa mille uomini, con cani antiesplosivo e cecchini sui tetti.

 

E poi se il traffico non darà tregua, il leader cinese potrà pur sempre fare come fece il rais libico Gheddafi, quando venne in visita in Italia: un pullmino con un radar collocato sul tetto controllava a vista tutto quanto si muoveva intorno. E la sera in cui il dittatore era atteso alla caserma Salvo D' acquisto per una cerimonia, all' ultimo secondo venne deciso di farlo portare con un elicottero, visto l' orario di punta.

 

l ambasciatore americano lewis m eisenberg (2)

Saranno inutili i tentativi di usare il cellulare durante il passaggio del presidente e del gruppo al seguito, perché in quel momento non funzioneranno.

 

Schermati dal jammer che li mette fuori uso. E la ragione è semplice: con un telefonino si può fare di tutto, anche attivare una bomba. Un elicottero e forse dei droni controlleranno il momento in cui l' ospite verrà portato a visitare il Colosseo, così come era già avvenuto per Barack Obama. Oltre alle persone strettamente di fiducia del presidente, la sicurezza sarà affidata alle forze dell' ordine e agli 007 italiani. Perché la regola vuole che non si faccia torto al paese ospitante mostrando scarsa fiducia nei suoi apparati.

 

LE ARANCE E IL TRASPORTO

donald trump xi jinping mar a lago

A coordinare le due giornate sarà il Gabinetto del sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci, e non la Farnesina. Proprio a lui potrebbe essere fatta risalire la decisione di Xi di recarsi a Palermo. Una visita di 24 ore nella città in cui è nato il sottosegretario. Le ragioni non sono completamente chiare. Qualcuno ipotizza che sia per un questione di porti, un interesse cinese per gli sbocchi sul Mediterraneo, anche se maggiori obiettivi sono quelli di Trieste e di Genova. E allora tornano alla mente i tanti viaggi in Cina di questo esecutivo e l' accordo firmato dal ministro dell' Agricoltura Centinaio riguardo al trasporto aereo delle arance siciliane. In attesa, Palermo è stata blindata e sono stati predisposti grossi sistemi di sicurezza.

L INGRESSO DI VILLA TAVERNA AMBASCIATA AMERICANA A ROMA jpeg

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…