1. COSA SPINSE RATZINGER A RASSEGNARE LE DIMISSIONI DAL SOGLIO DI PIETRO? PARE CHE LA DECISIONE FATALE SIA STATA PRESA ALL’INDOMANI DELLA SCOPERTA DI UN CONTO CORRENTE IOR DI BEN 60 MILIONI DI EURO INTESTATO A UN IMPORTANTISSIMO PRELATO 2. PERCHÉ ABRAMO BAZOLI, IL PIO BANCHIERE BRESCIANO DI BANCA INTESA, PRIVATO DEI SUOI INTERLOCUTORI CAJOLA E BERTONE, SI AGITA DA QUALCHE TEMPO INTORNO ALLO IOR? 3. UNA VOCE DELLE VOCI PIÙ ASCOLTATE DA PAPA FRANCESCO È IL CAPO DELLA GENDARMERIA VATICANA, DOMENICO GIANI, CHE PROTEGGE GLI INTERESSI PAPALINI, FACENDO LA SPOLA IN PROCURA PER INTERCETTARE LE MOSSE DEGLI INQUIRENTI ROMANI 4. IL MAGGIORDOMO DEL PAPA, PAOLO GABRIELE È STATO “ARCHIVIATO” AL BAMBIN GESÙ 5. LA RIVINCITA: PROSSIMENTE SI ATTENDE IL RITORNO IN VATICANO DI LIN-GOTTI TEDESCHI

DAGOREPORT

Perché Abramo Bazoli, il pio banchiere bresciano di Banca Intesa, si agita da qualche tempo intorno allo Ior? Cosa angoscia l'''arzillo vecchietto'' (Della Valle copyright)? Tutta colpa di Papa Bergoglio che ha raso al suolo la sua banca preferita. Con l'uscita coatta di Bertone e i suoi cari, il sistema finanziario del Vaticano, ridotto a una ‘'lavatrice'' di interessi sporchi, prevalentemente italici, sta analizzando, allo scopo di chiuderli, tutti i conti intestati a laici o prelati privi del diritto di averli.

L'interlocutore privilegiato di Bazoli è stato sempre l'ex presidente dello Ior Angelo Caloja che fu poi sostituito da Lin-Gotti Tedeschi. Il Caloja, nonostante il pensionamento d'oro (intasca 9 mila euro al mese), è stato sempre il tramite tra Bazoli e Bertone. Ma, ormai, Tarcisione, nonostante le pressioni di Bazoli-via-Caloja, non può permettersi di tutelare gli interessi di nessuno: pur rimanendo al comando dell'AIF (Autorità dell'Informazione Finanziaria), di fatto non ha più potere esecutivo, completamente isolato all'interno, con i suoi bracci armati Cipriani e Tulli, rispettivamente direttore e vice dello Ior, fuori gioco.

Da parte sua, Gotti Tedeschi, dopo le dichiarazioni di Caloja ascoltate in uno speciale de La7 sulla gestione poco trasparente della finanza dello Ior, ha pensato bene di querelarlo. E le voci che sussurrano di un ritorno dell'amico di Botin in Vaticano sono fondate, tanto ad aver indotto Don Georg a rilasciare una dichiarazione in cui faceva prendere a Papa Benedetto le distanze dalla cacciata di Lingottone Tedeschi.

In questo bel ambientino, è possibile scorgere la silhouette di un afflitto Marco Simeon, fresco arrivato dal Brasile dove era stato esiliato dalla Rai di Gubitosi dopo essere stato fuori da responsabile delle Relazioni Esterne, che si aggira per i bar del centro romano millantando il suo ritorno in Vaticano prima possibile. Ma l'asse che lo proteggeva - Bertone-Versaldi-Piacenza - appartiene ai giornali di ieri e poco può fare per il futuro dell'aitante giovanotto di Sanremo.

Il progetto-trasparenza di Papa Francesco procede intanto spedito. Scortato dal suo fidato consigliere Von Freyberg, attuale presidente dello Ior, il prossimo passo di Bergoglio sarà quello di accompagnare verso l'uscita dell'Aif il nostro Bertone.

Nella segreteria di Stato si attende l'arrivo di Monsignor Parolin sulla cui condizione di salute si è molto favoleggiato sui giornali; in realtà, Parolin si è sottoposto a un semplice intervento preventivo per verifica la corretta funzionalità epatica. Due sono le persone che attendono con maggiore ansia l'arrivo di Parolin: monsignor Peter Wells, unico e fidato link tra segreteria di Stato e Bergoglio. L'altro è monsignor Mamberti, responsabile rapporti con gli Stati.

PS/1.
Ma cosa spinse Ratzinger a rassegnare, cosa mai successa prima nella storia della Chiesa, le dimissioni dal soglio di Pietro? C'è una corrente di pensiero che vuole che la decisione fatale sia stata presa una settimana prima dell'annuncio fatale, all'indomani della scoperta da parte di Ratzinga di un conto corrente dello Ior di ben 60 milioni di euro intestato a un importantissimo prelato. A quel punto, la misura era colma...

PS/2
Mentre lo scarrozza sulla Papa-mobile, una voce delle voci più ascoltate da Papa Francesco è il capo della gendarmeria vaticana, Domenico Giani, che con pugno di ferro e guanto di velluto protegge gli interessi papalini, facendo la spola tra in Procura per intercettare le mosse degli inquirenti romani.

PS/3
Vi ricordate il maggiordomo del Papa Benedetto XVI, Paolo Gabriele? Bene, è stato confinato all'archivio dell'ospedale Bambin Gesù, dove al massimo potrà portarsi a casa qualche referto...

 

RATZINGER E BERGOGLIO jpegBERGOGLIO RATZINGERBERGOGLIO SALUTA RATZINGER AL SUO ARRIVO AL CONVENTO MATER ECCLESIAE DIETRO GEORG GANSWEIN ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA GAETANO CALTAGIRONE E GIOVANNI BAZOLI FOTO LA PRESSE Angelo Caloja ex IOR un bimbo con papa francesco bergoglio alla giornata per la famiglia

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?