SPOGLIA LA MARGHERITA - PER NON FINIRE IN GALERA LUSI VUOLE PATTEGGIARE LA CONDANNA MA I CONTI NON TORNANO: LA PROPOSTA DI FIDEJUSSIONE COPRE 5 MLN €, MA DAL CONTO CORRENTE DEL PARTITO NE SONO VOLATI 13 A FAVORE DI LUSI E DELLA MOGLIE: CASE, VILLE, SOCIETÀ CANADESI - LUI DICE CHE VARI MILIONI ERANO PER LE TASSE (DI CHI?) - IL PARTITO ACCETTERÀ L'OFFERTA DI LUSI PER LA RESTITUZIONE DI SOLI 5 MILIONI?...

Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

Adesso Luigi Lusi vuole patteggiare la condanna. Il tesoriere della Margherita, attualmente senatore del Partito democratico, accusato di aver utilizzato a fini personali tredici milioni di euro del partito, mira a far chiudere l'inchiesta riconoscendo le proprie responsabilità. Ai magistrati ha spiegato di essere anche disponibile a restituire il maltolto. Ma i conti non tornano. Perché la proposta di fidejussione che è già stata depositata «copre» 5 milioni di euro, dunque una cifra molto inferiore al totale contestato.

Perché tanta differenza? Lusi avrebbe spiegato che in realtà il resto dei soldi è servito a pagare le tasse, ma non è apparso convincente e dunque bisognerà effettuare nuove verifiche. Anche per comprendere come sia riuscito a sfuggire ai controlli, soprattutto tenendo conto che quel denaro proviene da rimborsi elettorali e da versamenti effettuati dal Partito democratico dopo la fusione, dunque si tratta - almeno in parte - di denaro pubblico.

I conti fatti dagli investigatori della Guardia di Finanza sono precisi: la cifra trasferita in tre anni dal conto corrente intestato a Democrazia e libertà alla società TTT srl grazie a 90 bonifici, ammonta a 12 milioni 961 mila euro. Un milione e 90 mila euro sono stati spesi per l'acquisto di un appartamento di lusso nel centro di Roma, in via Monserrato 24. I 4 milioni e 700 mila euro finiti alla società Paradiso Immobiliare sono invece serviti, almeno in parte, per acquistare una splendida villa a Genzano, ai Castelli Romani.

E poi ci sono le operazioni di accredito al conto personale e a quello dello studio legale, i trasferimenti alla società canadese Luigia Ltd, quelli a uno studio di architettura intestati alla moglie. Oltre ai 5 milioni per le imposte. Ed è questo il nodo da sciogliere: si tratta di tasse per gli affari personali oppure sono state versate per conto del partito? E soprattutto, davvero Lusi ha speso tutti i soldi per sé?

Al momento si sa che dopo la consegna dell'informativa dei finanzieri con la ricostruzione della storia del conto corrente, è stato convocato in Procura l'ex presidente della Margherita Francesco Rutelli che - proprio per il ruolo che ricopriva - aveva la delega a operare su quel deposito. «Non so nulla di questa storia - avrebbe detto l'attuale leader di Api - però posso dire che mi sono sempre fidato ciecamente di Lusi e dunque sono certo che potrà chiarire ogni cosa».

Di fronte ai magistrati Rutelli avrebbe poi contattato il tesoriere chiedendogli di presentarsi la mattina dopo. E così è stato. Lusi è stato interrogato e ha ammesso le proprie responsabilità spiegando di essere sempre stato «responsabile per tutto». Frase sibillina che però non ha avuto seguito, visto che subito dopo ha manifestato la propria intenzione di chiudere la vicenda patteggiando la pena per il reato di appropriazione indebita e restituendo i soldi. Una mossa che potrebbe però non essere sufficiente.

Secondo gli accertamenti effettuati dalle Fiamme gialle i soldi provengono da canali pubblici - rimborsi e Pd - e dunque è su questo che bisogna continuare a indagare per scoprire se altri possano aver beneficiato - attraverso giri societari - dei bonifici del tesoriere. Ma pure per comprendere come mai non siano stati attivati dei «filtri» per mettere al riparo il denaro che serve, tra l'altro, a garantire lo stipendio dei dipendenti.

«All'attività degli inquirenti - dichiara l'avvocato Titta Madia, che tutela Rutelli e la Margherita - si affiancherà una verifica che è stata già affidata alla società Kpmg specializzata nella revisione dei bilanci, proprio per accertare se Lusi possa aver compiuto altri illeciti. Vogliamo conoscere ogni esborso, compreso il pagamento delle fatture, per stabilire se siano state versate somme non dovute o se possano essere state effettuate operazioni "coperte"».

Ora bisognerà capire se il partito accetterà l'offerta di Lusi per la restituzione di soli 5 milioni. Nell'attesa i magistrati stanno valutando l'eventualità di disporre il sequestro cautelativo dei beni immobili, ma anche di convocare quei dirigenti di Democrazia e libertà - primo fra tutti Arturo Parisi - che sostengono di aver chiesto una verifica dei bilanci già nei mesi scorsi, ma di non aver ottenuto alcuna risposta perché «la commissione istituita appositamente non ha mai fatto nulla».

 

luigi lusi lapFrancesco Rutelli Arturo Parisi - Copyright PIzzi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…

trump musk bitcoin

DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO - SUCCEDE CHE QUELLO SVALVOLATO ALLA KETAMINA DI ELON MUSK, DA QUANDO HA FINANZIATO LA CORSA PRESIDENZIALE DI DONALD TRUMP, SI È MESSO IN TESTA DI TRASFORMARE LA CASA BIANCA IN CASA MUSK. E COME “PRESIDENTE VIRTUALE” DEGLI STATI UNITI, L'UOMO PIU' RICCO DEL MONDO HA IN MENTE DI SOSTITUIRE LA MONETA REALE CON UNA VIRTUALE, CON UNA LEGGE CHE PREVEDA GLI ACQUISTI DI BITCOIN PER LE RISERVE VALUTARIE DEGLI STATI UNITI - MA FATTI DUE CONTI, ALL’AMERICA FIRST DI TRUMP CONVIENE TENERSI STRETTO IL SACRO DOLLARO CHE, AD OGGI, RAPPRESENTA LA MONETA DI SCAMBIO DEL 60% DEL MERCATO INTERNAZIONALE - NEL 2025 TRUMP DOVRÀ VEDERSELA NON SOLO COL MUSK-ALZONE CRIPTO-DIPENDENTE: IN CAMPO È SCESO PREPOTENTE IL PIU' ANTICO NEMICO DEL “VERDONE” AMERICANO: L’ORO…