faure guerrab

LA FRANCIA (IN) MARCIA - ‘SPORCO ARABO!’, E UN DEPUTATO DI MACRON MANDA IN COMA UN EX COMPAGNO SOCIALISTA A COLPI DI CASCO - M’JID EL GUERRAB, PARLAMENTARE MACRONISTA, STAVA DISCUTENDO ANIMATAMENTE CON BORIS FAURE, SUO EX COLLEGA DI PARTITO. ‘MI HA PROVOCATO E RIVOLTO INSULTI RAZZISTI’. E HA PENSATO BENE DI RISPONDERE SPACCANDOGLI LA FACCIA. ORA È IN TERAPIA INTENSIVA

 

‘IL MIO CLIENTE GLI HA DATO DUE COLPI DI CASCO STUPIDI, NON AVEVA PENSATO ALLE CONSEGUENZE. È STATO PROVOCATO’, DICE L’AVVOCATO DI EL GUARRAB

 

http://www.lemonde.fr/police-justice/article/2017/09/02/ouverture-d-une-information-judiciaire-a-la-suite-de-l-agression-d-un-cadre-ps-par-le-depute-lrm-m-jid-el-guerrab_5180116_1653578.html

 

 

 

Mauro Zanon per ‘Libero Quotidiano’

 

m'jid el guerrabm'jid el guerrab

La scena da far-west si è verificata nel pieno centro di Parigi, nel Quinto arrondissement, davanti ad alcune persone che in queste ore, tramite le loro testimonianze, stanno facilitando la ricostruzione dell’accaduto. Mercoledì pomeriggio, M’jid El Guerrab, deputato della République en Marche! (Lrem), il partito del capo dello Stato, Emmanuel Macron, ha aggredito a colpi di casco il segretario della federazione socialista dei francesi all’estero, Boris Faure, ferendolo gravemente alla testa. Faure è stato operato d’urgenza a causa di un rapido deterioramento del suo stato di salute, ed è ora sottoposto a cure intensive.

 

«Sebbene le circostanze restino ancora da chiarire, è certo che il nostro compagno abbia ricevuto dei colpi in testa con un casco da scooter», ha scritto in un comunicato ufficiale il Partito socialista. Secondo un testimone intervistato dal settimanale Marianne, El Guerrab avrebbe assestato «un colpo molto violento con il casco, poi un secondo» al collega socialista, che è caduto «a terra, sanguinante».

boris faureboris faure

 

Il deputato macronista, di origini marocchine, ha riconosciuto il gesto violento, affermando di «essere stato attaccato violentemente da Boris Faure» e di aver reagito a degli «insulti razzisti». Un altro testimone della scena, verificatasi all’altezza di rue Broca, non lontano dal Parlamento francese, ha affermato di aver sentito il dirigente Ps dire «sporco arabo».

 

Le responsabilità nell’aggressione devono ancora essere delineate con precisione, ma si sa che i due uomini erano in cattivi rapporti dalla fine del 2016, in ragione della decisione presa da El Guerrab di abbandonare il Ps per raggiungere le file del movimento di Macron. Il deputato macronista, prima di abbracciare il progetto politico dell’allora candidato di En Marche!, ha militato a lungo nel partito di François Hollande, facendo anche parte dell’équipe di campagna di Ségolène Royal, quando quest’ultima si era candidata alle presidenziali del 2007.

 

E il «tradimento» non era stato gradito da Faure, che sulle pagine del giornale online Mediapart aveva attaccato, lo scorso maggio, l’«opportunismo» di El Guerrab. Nessuno, comunque, si poteva certo immaginare che la situazione potesse degenerare a tal punto. Il deputato macronista è attualmente in stato di fermo, e contro di lui la procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per «violenze aggravate».

macronmacron

 

Il Ps, dal canto suo, reclama a gran voce l’esclusione di El Guerrab da Lrem. «Nessuno ritiene che M’jid El Guerrab possa ancora incarnare la République e essere un esempio», ha dichiarato Olivier Faure, presidente del gruppo Nouvelle Gauche all’Assemblea nazionale. Giovedì sera, il partito del presidente ha duramente condannato l’accaduto, sottolineando tuttavia che la dinamica dei fatti deve ancora essere precisata. «Nessun comportamento può giustificare atti di violenza», si legge nel comunicato di Lrem, che augura una «pronta guarigione» a Boris Faure.

m'jid el  guerrabm'jid el guerrab

 

Su Facebook, anche El Guerrab ha augurato una «pronta guarigione» al socialista, scatenando, come era prevedibile, molti commenti indignati. Il fattaccio, di cui si parlerà a lungo nei prossimi giorni, si è consumato nel momento più difficile per l’inquilino dell’Eliseo, boccheggiante nei sondaggi di opinione e criticato dai sindacati e la sinistra giacobina per la riforma del lavoro, il cosiddetto «Jobs Act francese».

 

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