BRUXELLES NON CI CASCA: L’ATTACCO DI RENZI, SCELTA “PROGRAMMATA”– IL TESTO DELLA LETTERA DELLA COMMISSIONE UE: “STATE VIOLANDO IL PATTO DI STABILITÀ” – “COME RISPETTERETE GLI OBBLIGHI DI BILANCIO PER IL 2015?”
1.”L’IRA DIETRO LE QUINTE DI BRUXELLES: QUELLO SFORAMENTO È PREMEDITATO”
Luigi Offeddu per “il Corriere della Sera”
La frase era in alto, a sinistra, tutta in lettere maiuscole, pubblicata con la massima evidenza nella missiva indirizzata a Roma dalla Commissione europea. E la cosa che deve aver più sconcertato il mit-tente, cioè il commissario Jyrki Katainen, è stato il modo in cui l’Italia l’ha ignorata. «Strictly confidential», «strettamente confidenziale», era ed è anche una formula diplomatica vincolante, soprattutto se indirizzata da un governo (e la Commissione in un certo senso lo è) a un altro.
Ma già di primo mattino, ieri, quel testo che avrebbe dovuto aprire un dialogo riservato era su tutti i dispacci delle agenzie di stampa, diffuso dal nostro ministero dell’Economia. Per un mondo formale come quello delle istituzioni della Ue, molto più che una gaffe: un incidente diplomatico, o perfino — e qualcuno qui lo dice chiaro e tondo —, una mancanza di rispetto inspiegabile.
Questi sono gli umori che si respirano ai piani alti della Commissione, il giorno dopo il gran temporale. Oggi ci saranno altre spiegazioni, quasi certamente si troverà un compromesso: nessuno ha interesse a un silenzio prolungato. Ma mai, neppure ai tempi più bollenti di Silvio Berlusconi, i rapporti Roma-Bruxelles erano giunti a una temperatura così incandescente. Forse era inevitabile, anche perché la famosa lettera dell’altro ieri — un elenco di appunti e domande sulle mancanze del piano di stabilità italiano — conteneva messaggi molto chiari, al di là dell’euro-linguaggio diplomatico.
Jyrki_Katainen primo ministro finlandia
Tutto ruota intorno al verbo inglese to plan — pianificare, programmare, avere intenzione di — usato non certo a caso. E usato nel significato più o meno implicito di un atto volontario, se non premeditato. Nella lettera, compare per quattro volte. Quella che sembra suscitare l’eco più pesante, al di sotto della cortesia formale, è verso la fine: «Le scrivo per consultarla sulle ragioni per le quali l’Italia pianifica ( plans ) di non obbedire (letteralmente: «la non-obbedienza») al Patto di stabilità e di crescita». Chi scriveva avrebbe potuto usare altri verbi, dicendo che l’Italia risks , rischia, o may , «potrebbe» violare il Patto. Queste espressioni avrebbero racchiuso in sé il concetto di un errore tecnico, invece traspare il sospetto della premeditazione.
All’altro capo della lettera, cioè all’ottava riga, altro bis: «La bozza del piano di bilan-cio italiano pianifica (ancora plans ) di infrangere i requisiti spettanti all’Italia sotto il braccio preventivo del Patto di stabilità». Il Patto ha infatti una sorta di zona d’allarme con norme e allarmi ben codificati, il braccio preventivo, che serve a bloccare un eventuale slittamento dei bilanci. Se il governo richiamato non agisce, si passa al «braccio correttivo», cioè alle sanzioni. Ma qui si lascia intendere che l’Italia ha in programma di violare già da subito gli stessi requisiti del Patto. Volgarizzando al massimo, è come se Bruxelles dicesse a Roma: state già pensando di fare i furbi, prima ancora che cominci la partita, e non certo per distrazione.
Alla decima riga, altra stangata appena velata dalla cortesia del protocollo, ma chiarissima nel contenuto: «L’Italia programma una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento richiesto verso il suo obiettivo di bilancio a medio termine». Ora la parola passa ai mediatori. Che però chiederanno una procedura strictly confidential , nella speranza di essere ascoltati.
2. “ECCO IL RICHIAMO DELLA UE”
Signor Ministro,
vorrei anzitutto ringraziarla per aver presentato la bozza delle legge di Stabilità dell’Italia (Dbp, Draft budgetary plan) per il 2015, che abbiamo ricevuto il 15 ottobre e, per le tabelle complementari, il 16 ottobre. Le sono anche grato per la lettera che accompagna il Dbp e che spiega chiaramente che la strategia di bilancio italiana è da considerarsi all’interno del programma generale di riforma strutturale.
Rispetto al Patto di stabilità del 2014, il Dbp dell’Italia rinvia il conseguimento degli obiettivi di medio termine al 2017 e rallenta la riduzione del rapporto debito-Pil nei prossimi anni. Di conseguenza, il Dbp prevede di violare i requisiti richiesti all’Italia nella parte preventiva del Patto di stabilità e crescita.
Secondo la nostra analisi preliminare — sulla scorta del ricalcolo effettuato dagli uffici tecnici della Commissione Ue con il metodo comunemente concordato — l’Italia programma una significativa deviazione dal percorso di correzione richiesto per raggiungere gli obiettivi di medio termine nel 2015 sulla base della prevista modifica dell’equilibrio strutturale.
Inoltre, la prevista modifica dell’equilibrio strutturale per il 2015 non consentirebbe di produrre il cambiamento necessario a garantire il rispetto delle regole transitorie sul debito, dal momento che questo requisito è ancora più severo del percorso di correzione richiesto per raggiungere gli obiettivi di medio termine. In questo contesto ulteriori scambi di informazioni hanno già avuto luogo tra i suoi uffici e la Commissione.
In linea con le disposizioni dell’Articolo 7 (2) del Regolamento (Ue) N° 473/2013 del 21 maggio 2013, le scrivo per conoscere le ragioni per cui l’Italia programma di non rispettare il Patto di stabilità nel 2015. Vorrei anche sapere in che modo l’Italia assicurerà il pieno rispetto degli obblighi fissati per la politica di bilancio dal Patto di stabilità per il 2015.
La Commissione intende continuare un dialogo costruttivo con l’Italia per arrivare a una valutazione finale. Gradirei quindi il suo punto di vista non appena possibile, e preferibilmente entro il 24 ottobre. Questo consentirebbe alla Commissione di tenere conto dei pareri dell’Italia nella prossima fase.
Cordiali saluti
Jyrki Katainen
Vicepresidente della Commissione Ue
( Traduzione di Maria Sepa )