LA STRAGE DEI SIKH IN WISCONSIN - UN UOMO ENTRA IN UN TEMPIO E AMMAZZA SEI FEDELI - TRA LE VITTIME IL LEADER RELIGIOSO KALEKA – IL KILLER FREDDATO DA UN AGENTE - PER L’FBI E’ “TERRORISMO DOMESTICO”: MOVENTE RAZZIALE O POLITICO, IL KILLER AVEVA UN TATUAGGIO DEDICATO ALL’11 SETTEMBRE - IL PREMIER INDIANO SINGH, DI RELIGIONE SIKH, “PROFONDAMENTE SCIOCCATO E ADDOLORATO” - I SIKH AGGREDITI PERCHÉ SCAMBIATI PER ISLAMICI…
Paolo Mastrolilli per La Stampa
Sono passate appena due settimane dalla strage di Aurora, e la storia già si ripete. Stavolta il teatro della violenza è un tempio sikh del Wisconsin, dove ieri mattina un killer ha sparato sui fedeli. I morti sono almeno sette, tra cui l'omicida, mentre tre feriti sono in ospedale in gravi condizioni. I motivi dell'assalto sono ancora incerti, ma l'Fbi lo sta indagando come un «atto di terrorismo domestico».
L'emergenza è cominciata alle 9,25 di ieri mattina, nel tempio di Oak Creek, poco fuori da Milwaukee. I fedeli erano riuniti per la celebrazione della domenica, come ogni settimana: prima le donne e i bambini, poi gli uomini adulti, per cucinare e consumare insieme un pasto dopo le preghiere. Stavolta però non è andata come sempre: qualcuno è entrato per uccidere e ha cominciato a sparare con armi automatiche. Secondo i testimoni era un uomo bianco sulla trentina, vestito con pantaloni neri e maglietta bianca. Non aveva capelli e mostrava un tatuaggio dedicato agli attentati dell'11 settembre 2001. Un bambino di dieci anni è stato il primo ad incontrarlo. All'interno è scoppiato il panico.
Dal tempio sono partite le prime telefonate che chiedevano aiuto alla polizia o informavano i famigliari dell'attacco in corso. Quelle chiamate drammatiche descrivevano il caos, la paura, la fuga delle donne e dei bambini che cercavano rifugio e si nascondevano negli armadi. Uno dei religiosi ha chiamato il figlio di un fedele, per avvertirlo che il padre era stato appena ferito.
Le forze dell'ordine locali sono intervenute nel giro di qualche minuto. Un agente, un veterano con venti anni di servizio, ha visto un ferito davanti al tempio e si è avvicinato per soccorrerlo. A quel punto è uscito il killer che ha aperto il fuoco, colpendo il poliziotto con diversi proiettili. Vicino però c'era un altro agente, che ha sparato contro l'aggressore e lo ha ucciso. Fuori c'erano almeno altre due persone morte.
A quel punto la polizia è entrata nel tempio, senza sapere cosa avrebbe trovato. Il killer era solo o aveva dei complici? I fedeli erano ancora ostaggi di qualcuno che li minacciava? Gli agenti hanno circondato la struttura, abbastanza grande da contenere fino a cinquecento persone, e sono andati avanti stanza per stanza.
All'interno hanno trovato il caos: persone ferite e terrorizzate, che non sapevano se scappare o nascondersi, nel timore che ci fossero altri aggressori. I poliziotti hanno preso il controllo, ma non hanno trovato altri killer in azione. Nel tempio, invece, c'erano almeno quattro morti e due feriti, tra cui il leader religioso Satwant Kaleka, colpito mentre cercava di fermare l'assassino.
Fuori nel frattempo erano arrivate le ambulanze, che hanno portato all'ospedale di Froedert l'agente colpito nello scontro con l'omicida e altre due vittime. Pochi minuti dopo erano sul tavolo operatorio, in condizioni gravi. Ferite in faccia e sul corpo.
Il presidente Obama è stato informato mentre l'operazione era ancora in corso, e subito dopo ha dichiarato: «Daremo tutto il sostegno agli investigatori, i sikh sono parte della nostra famiglia americana».
L'Fbi indaga la strage come «terrorismo domestico» perché sospetta un movente razziale o politico. Il killer è stato identificato. Abitava in un quartiere vicino al tempio e la sua casa è stata perquisita, per scoprire se aveva complici o legami con gruppi estremisti. Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 i sikh sono stati spesso confusi con i musulmani, anche perché gli abiti e i turbanti che portano li rendono molto riconoscibili, e sono diventati oggetto di aggressioni.
2- "Un atto di terrorismo domestico" L'allarme al Congresso tre mesi fa -
Dopo l'11 settembre i sikh sono stati aggrediti perché scambiati per islamici
Era l'aprile scorso, quando novantadue parlamentari americani scrissero all'Fbi, chiedendo di prestare più attenzione ai crimini razziali commessi contro i sikh. «Più informazioni raccoglierete aveva detto il leader del gruppo, il deputato di New York Joseph Crowley - più potremo fare per prevenire i reati violenti ai danni di questa comunità , e portare i responsabili davanti alla giustizia».
Tre mesi dopo, questo appello assume un terribile tono premonitorio. Le cause della sparatoria di Oak Creek non sono ancora accertate, e gli investigatori invitano alla prudenza, ma indagano l'episodio come atto di terrorismo domestico.
Infatti Ven Boba Ri, uno dei leader del tempi assaltato, non ha dubbi: «L'aggressore era un uomo bianco, sui trent'anni. Non ho idea di quali fossero i suoi motivi, ma sono abbastanza sicuro che si sia trattato di un "hate crime", un crimine di odio. Non era un membro della comunità ».
A conferma di questi sospetti, c'è il fatto che all'una di ieri pomeriggio davanti al tempio colpito è arrivata una unità della Joint Terrorism Task Force, cioè un gruppo composto da varie agenzie del governo federale che segue le inchieste legate a fatti di terrorismo. Il procuratore locale James Santelle ha parlato così al principale giornale di Milwaukee: «Mi aspetto che ci sarà un supporto federale alla nostra indagine».
I sikh appartengono ad una religione che si è sviluppata nel XV secolo, nella regione indiana del Punjab. Viene considerata una derivazione dell'induismo, da cui però ormai si è nettamente distinta. I sikh sono stati anche protagonisti di episodi violenti in India.
Negli Stati Uniti ce ne sono diverse migliaia, e dopo gli attenati dell'11 settembre 2001 sono stati oggetto di molte aggressioni. La ragione principale è che vengono confusi con i musulmani, e i loro abiti e turbanti li rendono facilmente riconoscibili.
Attacchi contro i sikh sono avvenuti a New York, Michigan, Virginia e California, dove due di loro sono stati uccisi. La polizia indaga la sparatoria come un episodio di odio razziale, che quindi si inserirebbe in questa scia di aggressioni.





