giuseppe conte marinella soldi matteo renzi rai

LE STRANE OMISSIONI DI RENZI - IL “RIFORMISTA”, DIRETTO DA MATTEONZO, RANDELLA I GRILLINI PER L’ASTENSIONE DEL CONSIGLIERE RAI IN QUOTA M5S, ALESSANDRO DI MAJO, SULLA NOMINA DELL'AD ROBERTO SERGIO, EVOCANDO "ACCORDI" TRA CONTE E MELONI - MA NON FA ALCUN ACCENNO AL VOTO DETERMINANTE DELLA RENZIANA MARINELLA SOLDI - I PARLAMENTARI DEL M5S IN VIGILANZA SI INCAZZANO: “L’AD È PASSATO GRAZIE AL VOTO DI SOLDI, CHE HA RINUNCIATO AL SUO RUOLO SUPER PARTES…”

Marco Zonetti per Dagospia

 

marinella soldi

Il voto di ieri in Consiglio di Amministrazione Rai, che ha visto la ratifica dalla nomina di Roberto Sergio quale nuovo Ad, è il nuovo "pomo della discordia" tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il presidente del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte.

 

Per comprendere bene quale sia il casus belli, va riassunto in tutta semplicità quanto accaduto in CdA Rai. I membri del consiglio di amministrazione Rai sono sette, fra cui lo stesso Sergio, che ieri era diplomaticamente assente al voto che riguardava le sue sorti future.

 

marinella soldi carlo fuortes roberto sergio

Ieri quindi si è svolta una votazione a sei che ha visto i sì di Simona Agnes (Forza Italia) e di Igor De Biasio (Lega), il no di Francesca Bria (Pd) e l'astensione di Alessandro Di Majo (M5s) e Riccardo Laganà (Dipendenti).

 

Valendo l'astensione come un no, Roberto Sergio poteva a quel punto contare solo su due voti a favore rispetto ai tre contrari, rischiando quindi la bocciatura. E cos'è successo a quel punto? La presidente Soldi, il cui voto vale doppio in caso di parità, ha votato sì, avallando così la nomina di Sergio e di conseguenza del melonianissimo Giampaolo Rossi quale direttore generale scelto dal nuovo Ad Rai.

 

alessandro di majo foto di bacco

Se andiamo a leggere sul Riformista diretto da Matteo Renzi il resoconto della seduta, non troviamo però alcun accenno alla decisione determinante della Soldi - giudicata vicina al leader di Italia Viva. Il quotidiano sottolinea invece ampiamente come l'astensione del consigliere in quota Cinque Stelle "non stupisca" in vista di presunti accordi per poltrone Rai assegnate al Movimento.

 

L'accusa di fare da "stampella" al governo Meloni nella partita Rai non è piaciuta al M5s che, attraverso i suoi parlamentari in Commissione di Vigilanza, hanno immediatamente risposto a tono: "Come sempre capita a un personaggio come Matteo Renzi, un bel tacer non fu mai scritto. Il senatore di Rignano dimentica di essere il fautore della peggior riforma della Rai, che ha legato mani e piedi il servizio pubblico al governo di turno. Oggi facciamo i conti con i danni creati da lui ma nonostante questo ancora parla".

 

MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME LUKAKU E IBRA

E ancora: "Anche oggi si scaglia contro il MoVimento 5 Stelle e contro Giuseppe Conte parlando di 'stampella' ai disegni della Meloni sulla Rai. Forse né lui né molti giornalisti si sono accorti che il voto di astensione in Cda equivale a un no, e che l'amministratore delegato designato dal governo è passato grazie al voto decisivo della presidente Soldi, da alcuni descritta come vicina a Renzi, che ha rinunciato al suo ruolo super partes per assecondare il piano della maggioranza. Su questo invece Renzi preferisce tacere, chissà come mai".

 

I 5 Stelle concludono quindi: "Se vuole esprimersi sulla Rai dica piuttosto se è d'accordo a buttare giù il mostro che lui stesso ha creato lavorando a una riforma come quella proposta dal M5S capace di liberare il servizio pubblico dal dominio soffocante dei partiti".

 

roberto sergio giampaolo rossi

Tornando alla votazione in CdA, risulta del tutto peculiare il sì della presidente Soldi, fautrice dell'inclusività e paladina LGBTQ+, essendo stata - da presidente di Discovery, strenua promotrice dei Diversity Media Awards - che premiano personaggi e contenuti media che abbiano contribuito a una rappresentazione valorizzante della diversità nelle aree genere e identità di genere, orientamento sessuale e affettivo, etnia, età e generazioni, disabilità". Non esattamente i valori "arcobaleno" che si prospetta di propugnare il nuovo assetto Rai. Anzi.

 

Forse il nuovo Ad e soprattutto il Dg Rossi hanno garantito alla Soldi che tali principi saranno rispettati - specie quello relativo alle tematiche LGBTQ+ - assicurandosi così il suo voto? Chissà.

 

Quanto a Renzi e Conte, si vedrà senz'altro dalle prossime nomine, e dalle prossime poltrone assegnate, il reale peso politico che avranno avuto voti effettivi e astensioni nel CdA di ieri. Il silenzio di Renzi e del suo Riformista sul sì di Marinella Soldi, del tutto inatteso quanto più decisivo per apporre il sigillo ufficiale sulla nuova Rai firmata Meloni, risulta senz'altro degno di nota.

marinella soldi carlo fuortes foto di bacco (1)LA NUOVA RAI MELONIANA - VIGNETTA BY ELLEKAPPAmarinella soldi foto di bacco (3)

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…