boris johnson vladimir putin volodymyr zelensky

“STRONZATE!” – L’EX PREMIER BRITANNICO BORIS JOHNSON REPLICA ALLE ACCUSE DI AVERE SABOTATO LA PACE CON LA RUSSIA E DI AVERE “COSTRETTO ZELENSKY A NON ACCETTARE L'INTESA” PER FERMARE LA GUERRA NEL 2022: “FALSITÀ ASSOLUTE. SECONDO LE RICHIESTE DELLA RUSSIA, L’UCRAINA SAREBBE DIVENTATA UNO STATO VASSALLO, CONTROLLATO EFFETTIVAMENTE DA MOSCA, ANCHE A LIVELLO MILITARE…” – VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Antonello Guerrera per www.repubblica.it

 

https://www.repubblica.it/esteri/2025/01/17/news/ucraina_boris_johnson_sabotaggio_pace_russia_stronzate-423944132/?ref=RHLM-BG-P4-S2-T1

 

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 “Crap!”. Ossia “stronzate”, "puttanate”. Boris Johnson risponde così, con una parolaccia, alla nutrita schiera di persone e utenti online che, anche in Italia, lo accusano di “aver sabotato la pace in Ucraina”, costringendo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a non accettare un piano di pace discusso soprattutto in alcuni negoziati in Turchia nella primavera del 2022.

 

Una versione dei fatti, o per altri una teoria del complotto, fatta circolare ampiamente, tra gli altri, da filoputiniani in Europa e trumpiani in America.

 

BORIS JOHNSON VLADIMIR PUTIN

“La guerra sarebbe potuta finire lì”, gli imputa chi sostiene questa teoria, tra cui lo stesso Vladimir Putin: secondo la propaganda russa e lo stesso presidente, nella celebre intervista a Tucker Carlson lo scorso febbraio, “un documento lunghissimo era stato già preparato per una tregua. Non solo: era stato approvato persino dal capo della delegazione ucraina”, sostenne Putin, “ma poi Boris Johnson dissuase Zelensky dall’accettare il piano di pace”.

 

Eppure, per l’ex leader britannico le cose non sono andate affatto così. E in una conversazione con la piattaforma "The Dispatch”, ha spiegato per la prima volta la sua versione dei fatti.

 

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Alla domanda dell’intervistatore su queste accuse, l’ex primo ministro subito risponde “stronzate, ca**ate”. Ma l’interlocutore lo incalza: “Si parlava allora di lasciare ai russi il Donbass, come la Crimea, e fermare il processo di ingresso di Kiev nella Nato, in cambio della tregua”. Ma secondo Johnson le cose non sono andate affatto così: “Le richieste della Russia in quella circostanza avrebbero imposto all’Ucraina di abbandonare ogni prospettiva di appartenere all’Occidente. L’Ucraina sarebbe diventata uno stato vassallo, controllato effettivamente da Mosca, anche a livello militare”.

 

Continua Johnson: in base a quella proposta, “la Russia avrebbe ottenuto conquiste sul territorio significative, che all’epoca, non dimentichiamolo, erano ancora più estese rispetto alla situazione sul terreno oggi. Sarebbe stato un accordo catastrofico". [...]

 

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Johnson insiste: “All’epoca non feci pressioni [a Kiev], in un senso o nell’altro. Perché, in ogni caso, l’Ucraina non avrebbe mai accettato un accordo simile. Perché gli ucraini tengono al proprio Paese. Chiedono libertà. Volevano indipendenza. E quando un Paese vuole libertà e indipendenza, diventano una forza inarrestabile, come accadde per gli Stati Uniti nel 1776 (con la dichiarazione di indipendenza dalla Gran Bretagna, ndr)”.

 

L’ex inquilino di Downing Street conclude così: “Ovviamente a Putin fa piacere ripetere queste falsità perché fanno parte della propaganda russa destinata a quelle persone in Occidente stanche di sostenere l’Ucraina. Ma la verità è una: la questione non potrà mai essere risolta fino a quando non si riconoscerà il diritto all’Ucraina di essere una nazione libera e indipendente.

 

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L’ambiguità dell’Occidente su questo punto negli ultimi anni ha convinto Putin ad attaccare Kiev. Stavolta non dobbiamo ripetere lo stesso errore. Concedere territori conquistati con la forza dalla Russia non risolverà il problema: condannerà Kiev a un futuro di continue sofferenze. Perché qui parliamo del destino, e non solo di confini, di un Paese come l’Ucraina”. [...]

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