DAGOREPORT - CHE SUCCEDE SE IL 10 GIUGNO, APERTE LE URNE, IL DIVARIO TRA M5S E PD RISULTASSE MOLTO FORTE, O ADDIRITTURA ELLY SCHLEIN RIUSCISSE A DOPPIARE LA PERCENTUALE DEI 5STELLE? - I SOGNI DI GLORIA DI CONTE "LEADER DELLA SINISTRA” FINIREBBERO NEL CESTINO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE MA SOPRATTUTTO COMINCEREBBE LA GUERRA CIVILE NEL MOVIMENTO - CONTE HA CONTRO LA NOMENKLATURA CHE È STATA TAGLIATA FUORI DALLA NORMA DEL DOPPIO MANDATO: FICO, FRACCARO, BONAFEDE, BUFFAGNI, TAVERNA, RAGGI, DI BATTISTA, TUTTI MIRACOLATI CHE SI ERANO ABITUATI ALLA CUCCAGNA PARLAMENTARE DEI 15 MILA EURO AL MESE - ALL’OSTILITÀ DEI REDUCI E COMBATTENTI DEL GRILLISMO CON AUTO BLU, AGGIUNGERE LA FRONDA DEI PENTASTELLATI CHE NON HANNO PER NULLA DIGERITO L’AUTORITARISMO DI CONTE QUANDO HA SCELTO I SUOI FEDELISSIMI DA PIAZZARE IN LISTA PER LE EUROPEE, SENZA PASSARE DALLE SELEZIONI ONLINE E FACENDOLI VOTARE DAGLI ATTIVISTI IN UN ELENCO BLOCCATO...
BEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO SULL INTELLIGENZA ARTIFICIALE 3
DAGOREPORT
Cosa potrebbe succedere al leader del Movimento pentastellato se il voto europeo anziché consegnargli il 15% stimato dai sondaggi dovesse limitarsi a uno striminzito 11-12%? Certo, nessuno grillino si sognerà di mettere in discussione la leadership di Giuseppe Conte, che ha già preparato, in caso di tracollo, il discorsetto secondo cui alle Europee, storicamente, il Movimento è sempre andato male, comunque peggio rispetto alle Politiche.
Ma se il 10 giugno, aperte le urne, contati i voti, il divario tra M5S e Pd risultasse molto forte, o addirittura quella svalvolata di Elly Schlein riuscisse per inerzia a doppiare la percentuale dei 5Stelle, a quel punto, i sogni di gloria di Giuseppe Conte come “punto di riferimento fortissimo della sinistra” finirebbero definitivamente nel cestino delle ambizioni sbagliate e scoppierebbe la guerra civile nel Movimento.
Oltre al fatto che in Europa i grillini in modalità Conte non sono apparentati con nessun euro-gruppo, quindi politicamente non conteranno un cazzo (all’epoca di Di Maio, Ursula von der Leyen divenne presidente della Commissione grazie all’apporto dei 15 voti del Movimento), oggi Peppiniello Appulo si ritrova contro la vecchia nomenklatura pentastellata destabilizzata, fino alle depressione più cupa, dalla norma sul doppio mandato: i vari Fico, Fraccaro, Bonafede, Buffagni, Taverna, Crimi, Raggi, Di Battista, eccetera, tutti miracolati che si erano abituati alla cuccagna parlamentare dei 15 mila euro al mese, sono incazzati come bisce.
All’ostilità dei reduci e combattenti del grillismo con auto blu, occorre aggiungere l’incazzatura del corpaccione del Movimento che, intanto, rimprovera a Conte l’errore (su input di Travaglio) di aver spedito orde di "grillini-grullini" a votare nei gazebo Elly Schlein, convinto che la multigender con tre passaporti avrebbe portato il Pd al tracollo mentre lui sarebbe diventato il numero uno della sinistra del campo largo.
Secondo punto: sono tanti i pentastellati che non hanno per nulla digerito l’autoritarismo di Conte che ha scelto tra i suoi fedelissimi i “magnifici sette” da piazzare direttamente in lista per le Europee, senza passare dalle selezioni online e facendoli votare dagli attivisti in un elenco bloccato.
Benvenuti al Conte Social Club a 5 stelle: si parte dall'ex presidente dell'Inps e suo consigliere economico, Pasquale Tridico (colui che ha inventato il Reddito di Cittadinanza e in duplex con il leghista Durigon il famigerato Superbonus), Conte ha messo in lista l'ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, il fondatore di Banca Etica, Ugo Biggeri, e l’ex pallonara Carolina Morace. Poi la giurista animalista, Martina Pluda, il professore di pedagogia all’Università di Salerno, Maurizio Sibilio, la manager Cinzia Pilo per finire con l'ex direttore de “La Notizia”, Gaetano Pedullà.
Comunque, se nella scelta delle strategie politiche Conte ha fallito dando ragione al saggio Lucio Seneca ("Non c'è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare"), nella gestione del Movimento ha dimostrato di essere un tipino che sa navigare. Vi ricordate il violentissimo post di Grillo in risposta alla bozza di statuto del Movimento con le condizioni di Conte per guidare il M5S: ‘’Io non posso essere un leader dimezzato, porrò delle condizioni imprescindibili’’.
A Beppemao partì l’embolo: ma come osa porre un aut aut al Garante del Movimento questo azzimato avvocato che Di Maio ha preso chissà da dove e, grazie all’ottimo rapporto di Giggino con il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti, è diventato presidente del Consiglio, quasi a sua insaputa? Conte non è un leader: se è stato due volte premier deve ringraziare i voti dei 5Stelle (e i due anni di Covid mediaticamente gestito, duole dirlo, alla grande da Rocco Casalino).
BEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO SULL INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Tanta incazzatura, si rovesciò come lava nel suo blog del 20 giugno 2021: “Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco. Vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente). E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”.
E mica è finita: “Mi sento così: come se fossi circondato da tossicodipendenti che mi chiedono di poter avere la pasticca che farà credere a tutti che i problemi sono spariti e che dia l’illusione (almeno per qualche mese, forse non di più) che si è più potenti di quello che in realtà si è davvero, pensando che Conte sia la persona giusta per questo”.
Poi sappiamo come è finito il mega Vaffa all’ex socio dello studio Alpa: a Grillo, già impelagato con il processo del figlio, è bastato incassare un dovizioso contratto da 300mila euro per non specificati “progetti comunicativi” per spegnere i bollenti spiriti, e Conte si è preso il bastone del comando.
Ma fino all’ultimo, rancoroso com’è fino alla cattiveria, l’ex Avvocato del Popolo non ci pensava proprio di rimpinguare le casse vuote del rapace comico genovese. Per ammorbidirlo c’è voluta la realpolitik di Casalino: Giuseppe, firma il contratto! O rischi che ogni giorno Grillo ti infilzerà, come un San Sebastiano, di invettive al cetriolo… Comunque, Conte paga ma non perdona: da quel momento in poi, ha regolato i conti con gli amici e i protegé di Grillo.
BEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO SULL INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Andrebbe giustamente sottolineato all’Elevato genovese che senza l’apparizione di Conte, il suo Movimento si sarebbe estinto come una meteora: una volta a Palazzo Chigi, la Pochette con le unghie si è costruito una solida base di sostegno. E di alternative alla sua leadership, per ora, non si vede traccia. L’unico che ha la personalità e il carisma si chiama Marco Travaglio, ma il direttore del “Fatto Quotidiano” non lo farà mai.
POST SCRIPTUM
Alcuni dati: il partito fondato da Grillo nel 2022 si è dovuto accontentare del 15,4%, la metà dei voti rispetto al bum del 2018: 32,7%. Mentre alle Europee del 2019 ha racimolato il 17,O6%. Secondo l’analisi di Ipsos di Pagnoncelli, nel 2022, un quarto degli elettori 5Stelle si è rifugiato nell’astensione, ma 1 su 6 ha virato su FDI.
conte e beppe grillo a roma alla manifestazione del m5s alfonso bonafede, luigi di maio e giuseppe conteluigi di maio e alfonso bonafede in piazza contro i vitaliziRICCARDO FRACCARO - LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - STEFANO BUFFAGNI - ALFONSO BONAFEDE - PIETRO DETTORI - ALESSANDRO DI BATTISTAbonafede di maio conteALFONSO BONAFEDE ABBRACCIA LUIGI DI MAIO E DI BATTISTA GUARDAMARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTEGIUSEPPE CONTE MARCO TRAVAGLIO Conte GrilloBEPPE GRILLO CON L AVATAR DI GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE AL TEATRO MANCINELLI DI ORVIETO PER LO SPETTACOLO DI GRILLOGIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLOconte grillo di maioconte e beppe grillo a roma alla manifestazione del m5s