renzi elicottero

VOLA VOLA PITTIBIMBO – SUI VOLI DI STATO VIGE UN MISTERIOSO SEGRETO E LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO CONTROLLA SE STESSA – CON RENZI LE ORE DI VOLO “BLU” SONO TORNATE AI LIVELLI DELL’ERA BERLUSCONI – IL PIÙ VIRTUOSO È STATO LETTANIPOTE

Emiliano Liuzzi per il “Fatto Quotidiano

 

elicottero di renzi atterraggio di emergenzaelicottero di renzi atterraggio di emergenza

   Un dato sensibile, come se fosse nascosto da segreto di Stato. A poco sono servite le interrogazioni parlamentari, le richieste di chiarimento, gli appelli alla cosiddetta trasparenza: i taxi con le ali restano coperti da un grande segreto. E non si capisce quali siano i motivi di sicurezza, visto che per quello che riguarda alcuni ministri, successivamente, l’ufficio voli provvede a pubblicare l’elenco. Ma solo per alcuni di loro.

 

Poco si può sapere, anche a volo avvenuto, su dove, quando e perché si sia recato il presidente del Consiglio dei ministri o quello della Repubblica. Questione di sicurezza. E di interpretazione del regolamento. Il Fatto Quotidiano, attraverso l’Icsa, fondazione guidata dall’ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica, il generale Leonardo Tricarico, è riuscito comunque a ricostruire, dal 2010 a oggi, quante ore hanno volato gli aerei di Stato gestiti dal 31 esimo stormo. Così scopriamo che nel 2010, l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi, ben aiutato da uno staff di ministri, ha volato 10.640 ore.

   

elicottero di renzi atterraggio di emergencaelicottero di renzi atterraggio di emergenca

L’ANNO SUCCESSIVO, in piena decadenza politica e con le foto che fecero il giro d’Europa di lui che arrivava a Olbia con l’Airbus accompagnato da ragazze e cantanti di corte, scese a 8.540. Ma ormai era la fine di quello che è considerato un benefit e, come ha detto Tricarico al Fatto, poco ha a che vedere con la sicurezza. E per volare, nonostante i tagli, le leggi sugli esodati, la spending review, la sobrietà in loden, le 6.069 ore di volo le fece anche il governo guidato dal senatore a vita Mario Monti. Il presidente del Consiglio preferiva il treno, i suoi ministri no. L’unico che ne ha fatto un uso parsimonioso è stato Enrico Letta, nella sua breve parentesi (1.877 ore di volo in un anno).

 

Poi è arrivato Matteo Renzi e le ore di volo sono tornate ai livelli dei governi Berlusconi: il 2014 si è chiuso con 6.141 ore di volo, in questo caso moltissime sue, poco lasciato ai ministri e con un 2015 che è iniziato ben oltre la media. C’è qualche viaggio a lungo raggio del ministro della Sanità Beatrice Lorenzin prima di scoprire di essere in dolce attesa di due gemelli e pochi altri. Vola soprattutto lui, l’ex sindaco di Firenze. E vola ovunque: va in vacanza, si fa accompagnare a casa a Firenze in elicottero, lo vanno a riprendere, va a sciare e, come accaduto per le elezioni europee, anche a fare comizi in giro per l’Italia.

ENRICO LETTA GIOCA A CALCIO ENRICO LETTA GIOCA A CALCIO

 

Lui non se ne cura. Dice che il protocollo di sicurezza va rispettato. E, in passato, erano avanzate proposte di riduzione della flotta, ma è rimasta una promessa: gli aerei sono tutti negli hangar. E costano milioni di euro. 53 milioni nel 2010, 42 milioni e 700 mila euro l’anno successivo, 31 milioni nel 2012, 19 milioni e 300 mila euro nel 2013 per tornare ai 40 milioni nel corso del 2014.

   

Anche il protocollo di sicurezza in realtà non esiste. Lo dicono i servizi segreti, ogni sei mesi, cosa è opportuno fare. Mentre Berlusconi volava in Sardegna, il suo rivale storico, Romano Prodi, preferiva spostarsi in treno tra Bologna e Roma. Tutte le settimane. Il treno, spesso e volentieri, lo usava per le sue visite anche il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Cosa che invece non ha fatto il suo successore, Giorgio Napolitano. Eppure, a essere fiscali, il regolamento parla molto chiaro. “Il trasporto aereo di Stato”, si legge nella direttiva del 23 settembre 2011, “concorre alla protezione di soggetti sottoposti a minaccia”. Inoltre è sottolineato come l’uso del volo blu sia alternativo, e soprattutto “non è ammessa la concessione del trasporto aereo di Stato per le tratte sulle quali sia presente il trasporto ferroviario”.

RENZI A COURMAYEURRENZI A COURMAYEUR

 

   MA CHI CONTROLLA sull’applicazione della direttiva? La presidenza del consiglio. Dunque è Renzi che controlla se stesso. Deve chiedersi l’autorizzazione. È un paradosso, ma funziona così. Così sale chiunque abbia un incarico di governo, anche l’ultimo dei sottosegretari. Quando nel 1984 a Padova morì Enrico Berlinguer, l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini volle riportare a casa la bara con l'aereo di Stato. Ma nel Pci ci fu un ampio dibattito, la segreteria era contraria. Pertini la spuntò quando disse “lo riporto a casa come un amico fraterno, come un figlio”. Altri tempi. Diverse epoche.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)